Saipem oltre i numeri, un primo trimestre che segna il cambio rotta
Il primo trimestre del 2025 di Saipem conferma il cambio di pelle: margini in crescita, generazione di cassa robusta, backlog in espansione. Ma dietro i numeri c’è molto di più. È il mix operativo a raccontare la vera traiettoria strategica di un gruppo che ha trasformato il turnaround in slancio competitivo.

Nel primo trimestre dell’anno, Saipem conferma di aver lasciato definitivamente alle spalle il periodo della ricostruzione. "Non è più una storia di turnaround: è una macchina che produce margini, cassa e backlog" scrive Gabriel Debach, market analyst di eToro, che analizza la trimestrale di Saipem che è stata pubblicata questa mattina. Il mercato ha accolto positivamente i conti, con il titolo che sale di quasi il 2% a 1,92 euro, contro un indice Ftse Mib a +0,3%.
"Ma se i conti sono solidi, è il mix operativo a raccontare il vero messaggio strategico" spiega Debach. Nel primo trimestre 2025 i ricavi salgono a 3,5 miliardi di euro (+15,5% a/a), con un Ebitda adjusted di 351 milioni (+31%), pienamente in linea con le attese del consensus. L’utile netto, a 77 milioni, cresce del 35%, "ma sorprende più la qualità della crescita che la cifra in sé" puntualizza Debach.
L’Ebit (a 157 milioni, 4,5% di margine) è sotto le attese (182 mln), ma il motivo è tecnico: "ammortamenti in aumento e oneri finanziari superiori, entrambi legati all’espansione della flotta. Ma il dato che colpisce è un altro: 387 milioni di free cash flow in un solo trimestre, settimo trimestre consecutivo in crescita. Saipem ha già generato il 77% del target annuale" spigea Debach. È questo il “vero utile” che piace agli investitori. Ed è quello che dà legittimità alla nuova politica di dividendi (dividend yield al 9,03%).
A trainare il trimestre, spiega Debach, è il cuore strategico del gruppo: "Asset Based Services, ovvero l’offshore engineering di alta gamma. Ricavi a 1,97 miliardi di euro (+20,4%) ed Ebitda adjusted a 251 milioni, con margini in salita al 12,8%. I contratti? Tutti nel cuore della geopolitica energetica: SURF in Guyana per ExxonMobil, riparazioni sottomarine in Qatar per QatarEnergy".
Anche il drilling offshore mantiene margini stellari: 38,9% di Ebitda adjusted, "nonostante l’uso non pieno della flotta (con diverse unità in manutenzione o dismesse). Il messaggio è chiaro: con il giusto mix di asset e contratti, il margine torna a doppia cifra anche nel deepwater" sottolinea Debach.
La divisione Energy Carriers resta quella più fragile. I margini migliorano, ma restano modesti (1,3% di Ebitda adjusted). Tuttavia, scrive Debach, "non è più il dumping del passato: i nuovi contratti, come quello con Stockholm Exergi per la CO₂ capture, indicano una direzione selettiva e derisked. Il ciclo onshore, per Saipem, è ormai a bassa intensità: meno volumi, più valore".
Il backlog resta poi alto: 32,7 miliardi (32,8 includendo le Joint Venture). Nonostante un trimestre “normale” di ordini (2,1 miliardi), "la pipeline resta solida grazie ai contratti firmati nei mesi precedenti e alla visibilità nei bandi offshore in Middle East, Africa e Americhe" puntualizza Debach.
La palla è ora al mercato. Il biglietto da visita è solido, ma riuscirà a invertire una rotta che ha visto reazioni negative post trimestrale per quattro trimestri consecutivi? Il titolo, in piena death cross (media mobile a 50 giorni taglia verso il basso la media a 200), perde -25% da inizio anno, contro una media del +6,5% dei 40 titoli del Ftse Mib. Il P/E forward è a 8.8x, al di sotto della propria media storica quinquennale.
Confrontando Saipem con le principali peers europee nel settore Energy Equipment & Services come Tenaris, Subsea 7, Technip, Vallourec, DOF, SBM Offshore, TGS, Aker Solutions, Técnicas Reunidas e Odfjell Drilling, emergono elementi chiave secondo Debach:
- Performance da inizio anno (YTD): con un calo del -25%, Saipem è tra i fanalini di coda del comparto, in compagnia solo di DOF e Vallourec (entrambe a -27%), rispetto a una media settoriale di -4,5%.
- Valutazione: il multiplo EV/Sales forward (prossimi 12 mesi) di Saipem è uno dei più compressi del paniere, a 0,3x contro una media settoriale europea di 1,1x. Solo Technip e Vallourec presentano livelli simili.
- Momentum tecnico: l’oscillatore RSI a 14 periodi si colloca in area di neutralità (48), ma con un dettaglio importante: Saipem è uno dei pochi titoli in ripresa tecnica nell’ultima settimana, segnale da non trascurare in ottica di eventuale rotazione.
La combinazione con Subsea 7 non è più una scommessa industriale: "è una delle poche operazioni capaci di ribilanciare scala, margini e visibilità in un settore polarizzato tra niche player e consolidatori globali. Il backlog combinato da 43 miliardi di euro, le sinergie attese da 300 milioni e la complementarità delle flotte sono un moltiplicatore industriale ancora sottovalutato" conclude Debach.