Saipem oltre i numeri, un primo trimestre che segna il cambio rotta

Il primo trimestre del 2025 di Saipem conferma il cambio di pelle: margini in crescita, generazione di cassa robusta, backlog in espansione. Ma dietro i numeri c’è molto di più. È il mix operativo a raccontare la vera traiettoria strategica di un gruppo che ha trasformato il turnaround in slancio competitivo.

Apr 24, 2025 - 13:11
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Saipem oltre i numeri, un primo trimestre che segna il cambio rotta

Nel primo trimestre dell’anno, Saipem conferma di aver lasciato definitivamente alle spalle il periodo della ricostruzione. "Non è più una storia di turnaround: è una macchina che produce margini, cassa e backlog" scrive Gabriel Debach, market analyst di eToro, che analizza la trimestrale di Saipem che è stata pubblicata questa mattina. Il mercato ha accolto positivamente i conti, con il titolo che sale di quasi il 2% a 1,92 euro, contro un indice Ftse Mib a +0,3%.

"Ma se i conti sono solidi, è il mix operativo a raccontare il vero messaggio strategico" spiega Debach. Nel primo trimestre 2025 i ricavi salgono a 3,5 miliardi di euro (+15,5% a/a), con un Ebitda adjusted di 351 milioni (+31%), pienamente in linea con le attese del consensus. L’utile netto, a 77 milioni, cresce del 35%, "ma sorprende più la qualità della crescita che la cifra in sé" puntualizza Debach.

L’Ebit (a 157 milioni, 4,5% di margine) è sotto le attese (182 mln), ma il motivo è tecnico: "ammortamenti in aumento e oneri finanziari superiori, entrambi legati all’espansione della flotta. Ma il dato che colpisce è un altro: 387 milioni di free cash flow in un solo trimestre, settimo trimestre consecutivo in crescita. Saipem ha già generato il 77% del target annuale" spigea Debach. È questo il “vero utile” che piace agli investitori. Ed è quello che dà legittimità alla nuova politica di dividendi (dividend yield al 9,03%).

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A trainare il trimestre, spiega Debach, è il cuore strategico del gruppo: "Asset Based Services, ovvero l’offshore engineering di alta gamma. Ricavi a 1,97 miliardi di euro (+20,4%) ed Ebitda adjusted a 251 milioni, con margini in salita al 12,8%. I contratti? Tutti nel cuore della geopolitica energetica: SURF in Guyana per ExxonMobil, riparazioni sottomarine in Qatar per QatarEnergy".

Anche il drilling offshore mantiene margini stellari: 38,9% di Ebitda adjusted, "nonostante l’uso non pieno della flotta (con diverse unità in manutenzione o dismesse). Il messaggio è chiaro: con il giusto mix di asset e contratti, il margine torna a doppia cifra anche nel deepwater" sottolinea Debach.

La divisione Energy Carriers resta quella più fragile. I margini migliorano, ma restano modesti (1,3% di Ebitda adjusted). Tuttavia, scrive Debach, "non è più il dumping del passato: i nuovi contratti, come quello con Stockholm Exergi per la CO₂ capture, indicano una direzione selettiva e derisked. Il ciclo onshore, per Saipem, è ormai a bassa intensità: meno volumi, più valore".

Il backlog resta poi alto: 32,7 miliardi (32,8 includendo le Joint Venture). Nonostante un trimestre “normale” di ordini (2,1 miliardi), "la pipeline resta solida grazie ai contratti firmati nei mesi precedenti e alla visibilità nei bandi offshore in Middle East, Africa e Americhe" puntualizza Debach.

La palla è ora al mercato. Il biglietto da visita è solido, ma riuscirà a invertire una rotta che ha visto reazioni negative post trimestrale per quattro trimestri consecutivi? Il titolo, in piena death cross (media mobile a 50 giorni taglia verso il basso la media a 200), perde -25% da inizio anno, contro una media del +6,5% dei 40 titoli del Ftse Mib. Il P/E forward è a 8.8x, al di sotto della propria media storica quinquennale.

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Confrontando Saipem con le principali peers europee nel settore Energy Equipment & Services come Tenaris, Subsea 7, Technip, Vallourec, DOF, SBM Offshore, TGS, Aker Solutions, Técnicas Reunidas e Odfjell Drilling, emergono elementi chiave secondo Debach:

  • Performance da inizio anno (YTD): con un calo del -25%, Saipem è tra i fanalini di coda del comparto, in compagnia solo di DOF e Vallourec (entrambe a -27%), rispetto a una media settoriale di -4,5%.
  • Valutazione: il multiplo EV/Sales forward (prossimi 12 mesi) di Saipem è uno dei più compressi del paniere, a 0,3x contro una media settoriale europea di 1,1x. Solo Technip e Vallourec presentano livelli simili.
  • Momentum tecnico: l’oscillatore RSI a 14 periodi si colloca in area di neutralità (48), ma con un dettaglio importante: Saipem è uno dei pochi titoli in ripresa tecnica nell’ultima settimana, segnale da non trascurare in ottica di eventuale rotazione.
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La combinazione con Subsea 7 non è più una scommessa industriale: "è una delle poche operazioni capaci di ribilanciare scala, margini e visibilità in un settore polarizzato tra niche player e consolidatori globali. Il backlog combinato da 43 miliardi di euro, le sinergie attese da 300 milioni e la complementarità delle flotte sono un moltiplicatore industriale ancora sottovalutato" conclude Debach.