Intervista a Rodrigo D’Erasmo e Roberto Angelini: “Il Dominio della Luce, colonna sonora per un film immaginario”

Dopo anni di collaborazione e un legame profondo nato sulle note di Nick Drake, Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo firmano il loro primo progetto di inediti: Il Dominio della Luce L'articolo Intervista a Rodrigo D’Erasmo e Roberto Angelini: “Il Dominio della Luce, colonna sonora per un film immaginario” proviene da imusicfun.

Apr 25, 2025 - 09:11
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Intervista a Rodrigo D’Erasmo e Roberto Angelini: “Il Dominio della Luce, colonna sonora per un film immaginario”

Dopo anni di intensa collaborazione artistica e un legame profondo nato sulle note di Nick Drake, Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo firmano il loro primo progetto di inediti: Il Dominio della Luce. Un’opera multiforme che è insieme disco strumentale e libro illustrato, un viaggio sonoro e narrativo che si propone di accendere riflessioni in un’epoca buia.

Disponibile dal 25 aprile per Woodworm/Wudz Edizioni, questo lavoro – definito dagli stessi autori come “una colonna sonora per un film immaginario” – nasce da due anni di lavoro artigianale, con il contributo di artisti, scrittori e illustratori.

In questa intervista, i due musicisti raccontano genesi, senso e visione del progetto, rivendicando il valore della libertà creativa, della condivisione e della luce come atto di resistenza culturale: «Ognuno porta la propria fiammella, come davanti a un focolare».

Intervista a Rodrigo D’Erasmo e Roberto Angelini

Rodrigo, Roberto, partiamo subito da questa novità: dopo tanti anni di amicizia arriva un progetto inedito. Cosa rappresenta per voi?

Rodrigo D’Erasmo: Rappresenta la chiusura di un cerchio, fatto di anni di lavoro, di ricerca sonora e strumentale. Ma è anche l’apertura di un altro, perché finalmente abbiamo trovato qualcosa di nostro, un suono speciale, forse anche presuntuosamente unico, che ci ha fatto dire: “Ehi, potremmo farne altri dieci, diversi ma altrettanto liberi”.

Roberto Angelini: È un percorso che ci accompagna da tempo, nato anche grazie all’amore per Nick Drake che ci ha legati musicalmente e umanamente. E ora questa esperienza evolve, si espande, anche grazie alla collaborazione con altri artisti. È un progetto libero, condiviso, artigianale e profondamente creativo.

Si percepisce davvero quel senso di libertà. Era questo l’obiettivo?

Rodrigo D’Erasmo: Assolutamente. Se arriva questa sensazione, vuol dire che siamo sulla buona strada. Abbiamo costruito qualcosa che può ispirare gli altri, dare spazio a nuove possibilità, dimostrare che si può fare musica senza essere schiavi del mercato. Ci si può divertire, sperimentare, mescolare le arti.

In effetti, c’è una forte componente multidisciplinare: musica, arte visiva, letteratura. Come siete riusciti a bilanciare tutto questo?

Rodrigo D’Erasmo: Devo dire che si è bilanciato quasi da sé. Il disco è stato una guida naturale per tutti: è da lì che sono partiti i contributi letterari e visivi. Come ispirazione visiva abbiamo scelto The Empire of Lights di Magritte, da cui deriva anche il titolo del progetto, Il Dominio della Luce.

Anche i testi, le immagini e i racconti sembrano integrarsi perfettamente con la musica.

Rodrigo D’Erasmo: Esatto. Ogni autore ha seguito il proprio percorso: alcuni hanno scritto racconti brevi, altri poesie, altri ancora piccoli saggi. E poi c’è Gianluigi Toccafondo, che ha creato un immaginario visivo perfettamente connesso con il disco e le parole, aprendo altre dimensioni possibili.

Quindi è un progetto “open source”, aperto a nuove interpretazioni?

Rodrigo D’Erasmo: Sì, proprio così. Chiunque può farne parte, magari creando un video, un’opera ispirata da questa musica. Come ci ha detto anche Filippo Timi, che dopo aver sentito il disco ha deciso che sarà la colonna sonora del suo prossimo film. È un’opera viva, in movimento.

A voi che immagine evoca questa musica?

Roberto Angelini: Cambia continuamente. È questa la magia: una stessa canzone al mattino ti dice una cosa, alla sera un’altra. È un fluido, un percorso emotivo e creativo che non si esaurisce mai. Ogni volta che la riascolti, si apre un’immagine nuova.

In questo progetto sembra emergere con forza il tema dell’“Altrove”. Possiamo considerarlo il filo conduttore?

Roberto Angelini: Assolutamente sì. È un lavoro che fa tante domande e siamo molto curiosi di ricevere risposte: emotive, verbali, concettuali. Ci hai dato un’idea bellissima: chiederemo anche noi alle persone che immagini sono nate ascoltando il disco.

Gli instore (qui il calendario) saranno anche il primo contatto del pubblico con l’opera nella sua interezza, giusto?

Rodrigo D’Erasmo: Esatto. Oggi chi viene agli incontri può finalmente toccare con mano l’opera completa: il vinile, il libro, le immagini. Fino ad ora i vari elementi erano un po’ “slegati”. Da ora in poi si potrà iniziare a mescolare gli ingredienti come meglio si crede, a costruire il proprio viaggio.

È un progetto che richiede cura, tempo, attenzione. Quanto lavoro c’è stato?

Rodrigo D’Erasmo: Tanto. Ci abbiamo messo due anni a realizzarlo. Tempo, amore, pensieri: ogni persona coinvolta ha dato il massimo. Gianluigi Toccafondo, per esempio, doveva fare solo una copertina e invece ha creato venti tavole, dando vita a un vero e proprio libro illustrato. Questo è il risultato di chi non spegne la scintilla, ma la alimenta fino a farne un fuoco.

In questo senso, può essere anche visto come una “chiamata alle arti”?

Roberto Angelini: Esatto, non alle armi, ma alle arti. È un momento complicato per il mondo e per la cultura. Parlare di luce oggi è fondamentale. Sembra semplice, ma è profondamente importante: siamo in un’epoca di tenebre culturali e geopolitiche. E ognuno, nel suo piccolo, può portare una fiammella.

Cosa rappresenta per voi questa “luce”?

Rodrigo D’Erasmo: È il simbolo di un’unione, di un focolare attorno al quale ci si raccoglie. Ognuno porta la propria candela: l’astronomo, lo scienziato, il pittore, il musicista. E ognuno contribuisce a illuminare un pezzettino di buio. In fondo, è anche questo il nostro compito come artisti: offrire uno spiraglio, accendere una luce, anche piccola.

Una luce che può essere anche intima, personale?

Roberto Angelini: Sì, è come quella di una lampada accesa di notte. Può accompagnarti mentre guardi un film, mentre scrivi, mentre pensi. È la luce nell’ombra e l’ombra nella luce, entrambe ci appartengono. E in questo periodo buio, pieno di finta felicità e isolamento, forse questa luce può davvero fare la differenza.

Con la vostra musica cercate di accendere quella luce?

Rodrigo D’Erasmo: Sì, speriamo davvero di riuscire a toccare delle corde… attraverso le corde. È ciò che sappiamo fare, con i nostri strumenti, e ci auguriamo che arrivi a chi ascolta.

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