Il futuro della birra è nel suolo: ecco perché Carlsberg Italia punta sull’agricoltura rigenerativa

Al Birrificio Angelo Poretti di Induno Olona, Carlsberg Italia ha acceso i riflettori su un tema cruciale per il nostro presente e futuro: il suolo. In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, un talk istituzionale ha riunito il 16 aprile voci del mondo agricolo, politico e accademico per discutere dell’agricoltura rigenerativa come leva...

Apr 22, 2025 - 13:13
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Il futuro della birra è nel suolo: ecco perché Carlsberg Italia punta sull’agricoltura rigenerativa

Al Birrificio Angelo Poretti di Induno Olona, Carlsberg Italia ha acceso i riflettori su un tema cruciale per il nostro presente e futuro: il suolo. In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, un talk istituzionale ha riunito il 16 aprile voci del mondo agricolo, politico e accademico per discutere dell’agricoltura rigenerativa come leva strategica per una filiera brassicola più sostenibile.

La birra è, prima di tutto, un prodotto agricolo. Luppolo, orzo e malto provengono da coltivazioni che oggi affrontano sfide sempre più pressanti: cambiamento climatico, esaurimento delle risorse naturali e urgenza di ridurre le emissioni. In Europa, l’agricoltura rappresenta l’11% delle emissioni di gas serra; nel caso del Gruppo Carlsberg, il 20% dell’impronta climatica arriva proprio da questo settore.

È da questa consapevolezza che nasce la volontà dell’azienda di impegnarsi in pratiche agricole rigenerative: tecniche che migliorano la salute del suolo, aumentano la biodiversità e riducono l’uso di input chimici, con benefici ambientali ma anche economici per gli agricoltori.

«Il nostro contributo al Made in Italy parte dal suolo», ha dichiarato Olivier Dubost, managing director di Carlsberg Italia, sottolineando l’impatto occupazionale dell’azienda: 35 posti di lavoro generati per ogni dipendente lungo la catena del valore, per un totale di oltre 6.000 posti di lavoro nell’ultimo anno.

L’impegno di Carlsberg Italia si traduce questi obiettivi: entro il 2030, l’azienda punta a ottenere il 30% delle materie prime da pratiche agricole rigenerative, per arrivare al 100% entro il 2040, come spiegato da Serena Savoca, Marketing & Corporate Affairs Director dell’azienda.

Maria Chiara Gadda, Vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, ha evidenziato come “il caso di Carlsberg e del Birrificio Angelo Poretti è esemplificativo di come è possibile internazionalizzare le aziende mantenendo un radicamento e un’identità territoriale, fondamentale nell’ottica di creare politiche di filiera. L’agricoltura italiana può cogliere grandi opportunità solo se sostenuta da politiche di aggregazione e collaborazione”.

Durante l’incontro, è emerso anche il modello virtuoso della Danimarca, patria del gruppo Carlsberg, dove grazie a un accordo innovativo tra governo, produttori e società civile, gli agricoltori beneficiano oggi di incentivi concreti per ridurre le emissioni di gas climalteranti e migliorare la resilienza delle colture, con risparmi stimati fino a 310 euro per ettaro.

Dal punto di vista economico, Christian Garavaglia, docente dell’Università Milano-Bicocca, ha evidenziato come il 21% dei consumatori di birra sia disposto a pagare fino al 10% in più per prodotti biologici, segnalando un mercato ricettivo verso pratiche più sostenibili. Ha inoltre menzionato l’impegno della Regione Lombardia, che ha stanziato 38,7 milioni di euro per sostenere attività nell’ambito agroambientale, inclusa l’agricoltura rigenerativa.

Andrea Rocchi, Presidente del CREA, ha illustrato come l’agricoltura rigenerativa stia guadagnando sempre più attenzione in Italia quale approccio per affrontare le sfide della sostenibilità agricola, contribuendo a rendere le materie prime prodotte nel nostro paese di qualità sempre più elevata e rispettose dell’ambiente.

La sfida per il futuro, emersa dal dibattito, sarà sviluppare filiere locali più forti, come quella del luppolo Made in Italy, un progetto che sta iniziando a crescere in modo significativo anche in Lombardia.

Il messaggio che arriva dal Birrificio Poretti è chiaro: sostenere l’agricoltura rigenerativa non è un’utopia, ma una necessità per garantire la qualità del Made in Italy e la salute del nostro Pianeta. E la birra, ancora una volta, può avere un ruolo da apripista nella costruzione di un futuro più sostenibile.

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