Tim, Moody’s migliora il rating per la seconda volta in due anni
Il giudizio dell’agenzia è legato al rafforzamento del profilo finanziario del gruppo italiano e ora gli analisti statunitensi si attendono un miglioramento degli indicatori di credito nel corso dei prossimi due anni.

Ancora fiducia da Moody’s nei confronti di Telecom Italia, con l’agenzia che effettua il secondo upgrade del gruppo in meno di un anno dopo quello deciso a giugno 2024, quando era stato portato da B1 a Ba3.
Nel dettaglio, ieri l’agenzia statunitense ha alzato il corporate family rating (CFR) a lungo termine dell’ex monopolista da Ba3 a Ba2, mantenendo stabile l’outlook.
Il giudizio, spiegano da Moody’s, è legato al rafforzamento del profilo finanziario del gruppo, ottenuto grazie alla crescita dell'Ebitda, alla generazione di cassa migliore delle attese e a una riduzione degli oneri finanziari.
"L'upgrade a Ba2 riflette la continua ripresa dei risultati della società e il miglioramento dei parametri creditizi. Prevediamo che il gruppo genererà un free cash flow positivo nel 2025-26 che, insieme al rimborso del debito, favorirà un'ulteriore riduzione della leva finanziaria", commenta Ernesto Bisagno, rating vice president e senior credit officer di Moody's.
L’outlook stabile riflette la solidità della performance operativa e l’aspettativa che gli indicatori di credito continueranno a migliorare nei prossimi due anni, grazie alla ripresa degli utili e ai rimborsi del debito.
Per il futuro, l’agenzia non esclude ulteriori miglioramenti del rating nei prossimi trimestri se si consolideranno i trend su leva e cash flow.
A Piazza Affari, intanto, le azioni Telecom Italia aprono la seduta in crescita dell’1%, a 0,3771 euro, ancora ai massimi dal febbraio 2022.
Allo stesso tempo, Moody’s ha migliorato da Ba3-PD a Ba2-PD anche il probability of default rating (PDR), riflettendo così l’ipotesi di un recovery rate del 50%, dato che la struttura del capitale comprende sia debito bancario che obbligazionario.
Alzati da Ba3 a Ba2 i rating sul debito senior unsecured emesso da Tim, così come i rating sugli strumenti di debito senior unsecured garantiti emessi dalle controllate Telecom Italia Capital S.A. e Telecom Italia Finance S.A., e da Ba3 a Ba2 il rating del programma senior unsecured Euro MTN del gruppo e quello del programma MTN garantito di Telecom Italia Finance S.A. L’outlook per tutte e tre le entità è stato rivisto da positivo a stabile.
Per Moody’s, il rafforzamento del profilo finanziario di Tim, alla base dell’upgrade, vede l’Ebitda rettificato del gruppo cresciuto del 7,4% a 4,3 miliardi di euro nel 2024, una generazione di free cash flow superiore alle attese, grazie a minori spese per interessi, ridotti costi di separazione e minore fabbisogno di capitale circolante.
Nel periodo 2025-2026, l’agenzia prevede una crescita costante dell’Ebitda di Tim a percentuali mid-single-digit ogni anno, trainata dalla crescita nel segmento Enterprise grazie a servizi integrati di connettività, cloud, sicurezza e IoT per grandi aziende e pubblica amministrazione. Previsioni positive anche per i KPI nel segmento consumer, con ARPU più elevati nel fisso e riduzione del churn, a cui potrebbe aggiungersi una crescita costante dei ricavi in Brasile.
Il free cash flow rettificato, al netto delle distribuzioni agli azionisti, secondo l’agenzia dovrebbe attestarsi in media a circa 375 milioni di euro l’anno nel 2025-26, esclusi i proventi dalla cessione di Sparkle e eventuali dividendi straordinari collegati. Questa previsione è sostenuta dalla crescita degli utili e dalla riduzione degli investimenti.
Sono inoltre attesi afflussi di cassa significativi dalla monetizzazione della controversia sulle licenze 1998 e dalla cessione dell’unità cavi sottomarini Sparkle per 700 milioni di euro, metà dei quali destinati agli azionisti e il resto a supporto della riduzione del debito.
Pertanto, Moody’s prevede che la leva finanziaria rettificata scenderà verso 2,6 volte entro il 2026, grazie al rimborso del debito in scadenza nel 2025-26, posizionando la società solidamente nella categoria Ba2.
Tale rating riflette principalmente le dimensioni e il ruolo di operatore storico in Italia, con solide quote di mercato sia nel segmento fisso che mobile, oltre alla diversificazione internazionale in Brasile. A questi si aggiungono l’impegno a mantenere una leva finanziaria netta sotto 1,7 volte (pari a una leva rettificata Moody’s massima di 2,8 volte), il contesto competitivo sfidante in Italia, il flusso di cassa libero moderato e gli indicatori di copertura degli interessi contenuti.
La liquidità del gruppo è giudicata “buona” da Moody’s, con disponibilità liquide di 4,6 miliardi di euro a dicembre 2024 e l’agenzia prevede che la maggior parte di questa sarà usata per rimborsare debito, mantenendo un saldo cassa di circa 2 miliardi.
La società ha accesso a una linea revolving da 3 miliardi in scadenza nel 2030, senza covenant finanziari, e prevede circa 1,7 miliardi nei prossimi 12 mesi dalla monetizzazione della controversia sulle licenze 1998 e dalla cessione di Sparkle, mentre le scadenze di debito cumulative per il 2025-26 ammontano a 4,5 miliardi, più che coperte dalle fonti di liquidità attuali.
Moody’s prevede che nei prossimi 12-18 pressioni al rialzo potrebbero emergere se la performance operativa continuerà a rafforzarsi, portando il rapporto debito/Ebitda rettificato costantemente sotto 2,5 volte, con continuo miglioramento di FCF e copertura degli interessi.
Pressioni al ribasso sono “improbabili”, conclude l’agenzia, ma possibili in caso di peggioramento della performance operativa, con leva sopra 3 volte in modo sostenuto, FCF negativo persistente e deterioramento degli indicatori di copertura degli interessi.