
Le mappe meteo degli ultimi giorni segnalano un’intensificazione anomala delle temperature sul
deserto del Sahara, dove il caldo sta raggiungendo valori eccezionali, anche per gli standard di una delle aree più torride del pianeta. Questo
riscaldamento precoce, già in atto nel
Medio Oriente ad aprile, si sta estendendo verso
Nordafrica, con effetti che rischiano di farsi sentire, seppur attenuati, anche sul
Mediterraneo e quindi sull’
Italia. Secondo le attuali proiezioni,
la massa d’aria sahariana surriscaldata è destinata a risalire verso nord, alimentata da una configurazione barica favorevole al movimento delle correnti calde. Si tratta di un processo fisiologico che accompagna la transizione stagionale dalla primavera all’estate, ma che quest’anno sembra
correre più veloce del previsto, prefigurando
un inizio estate aggressivo e potenzialmente estremo.
L’aria sahariana avanza, e l’alta pressione l’accompagna Nel contesto atmosferico attuale, il
ruolo degli anticicloni subtropicali diventa centrale. Questi sistemi di alta pressione tendono a stabilizzarsi tra
Nordafrica e Mediterraneo, impedendo la formazione di nuvolosità significativa e favorendo la
persistenza di aria calda compressa nei bassi strati. La dinamica è ben nota: l’aria viene schiacciata verso il suolo, si riscalda per compressione e dà origine a condizioni di
caldo secco e persistente, come già visto durante l’estate del
2003, o più recentemente nel
2021 e 2022, con impatti simili ma maggiore umidità in gioco. Questa
compressione atmosferica, unita all’origine sahariana della massa d’aria, costituisce una combinazione potenzialmente esplosiva per il clima italiano, soprattutto nelle
valli interne e nei grandi centri urbani del
Centro-Sud. Le regioni più esposte a questa dinamica, come la
Sicilia, la
Puglia, il
Lazio interno e la
Basilicata, potrebbero registrare temperature ben oltre i
40 °C in estate, anche se i primi segnali potrebbero comparire già
entro la fine di maggio.
Picchi europei sempre più simili a quelli africani Con l’avanzata dell’aria sahariana verso il continente, si intensifica un fenomeno che negli ultimi anni sta diventando sempre più evidente: i
picchi termici europei tendono ad
avvicinarsi a quelli africani, con valori massimi che in alcune zone dell’
Italia centro-meridionale, della
Spagna interna e del
Sud della Francia superano frequentemente i
44 °C, avvicinandosi alla
soglia critica dei 46 °C. Una barriera termica che, fino a pochi anni fa, sembrava invalicabile resta quella dei
50 °C, ma anche su questo punto la meteorologia moderna inizia a lanciare segnali d’allarme. Il
ruolo dell’umidità residua nell’aria ha finora contenuto l’ascesa delle temperature più estreme, grazie all’
evaporazione latente che sottrae energia termica. Tuttavia, con la
crescita dell’effetto serra e la
maggiore stabilità atmosferica, la soglia dei 50 potrebbe risultare meno protetta, aprendo scenari nuovi anche per l’Europa.
Il Mediterraneo al centro di una nuova dinamica climatica Il
Mar Mediterraneo, sempre più caldo, agisce come amplificatore dei fenomeni estremi. Il trasferimento di calore tra Sahara e Europa non è più solo un episodio stagionale, ma una
componente sistemica del nuovo equilibrio atmosferico. Questo significa che
l’estate 2025, già inquadrata dai modelli come
potenzialmente critica, potrebbe iniziare con un
caldo esplosivo e improvviso, in contrasto netto con il meteo fresco e piovoso delle ultime settimane. Tutto lascia supporre che ci troviamo di fronte a una
stagione condizionata da lontano, che ha il suo cuore pulsante nel Sahara ma le sue conseguenze nel nostro quotidiano: aumento del fabbisogno energetico, notti tropicali, pressione sulle colture agricole, peggioramento della qualità dell’aria urbana e aumento del rischio di incendi.
Meteo: Africa bollente, una minaccia esplosiva per l’Estate italiana