Le orche provano a imitarci per comunicare con noi
Con un cervello 3,5 volte più grande del nostro e una corteccia cerebrale più complessa, le orche stanno imparando a imitare il linguaggio umano per parlarci. L'articolo Le orche provano a imitarci per comunicare con noi è tratto da Futuro Prossimo.

Il confine tra umano e non umano si fa sempre più sottile, ed è proprio nell’oceano che questo confine sta per essere superato. Sapevate che, nel 2018, un’orca di nome Wikie ha dimostrato di saper imitare parole umane come “hello” e “one two three”? Io ho scoperto questo studio per puro caso, e mi sono accertato che la notizia fosse vera: le orche sono esseri dalla straordinaria complessità cognitiva.
Questi predatori marini, spesso temuti e fraintesi, possiedono un cervello che pesa circa 5 chilogrammi (tre volte e mezzo più grande del nostro) e con una neocorteccia più corrugata di qualsiasi altro animale sul pianeta, noi compresi. Ma questa capacità di imitazione vocale non è solo una curiosità: secondo gli esperti, potrebbe rappresentare un vero e proprio tentativo di stabilire un contatto con noi.
L’intelligenza, all’improvviso
Non dovrebbe sorprenderci che le orche abbiano una spiccata capacità di imitare il linguaggio. Sono animali profondamente uditivi, come spiega Deborah Giles, scienziata esperta di orche della SeaDoc Society, un’organizzazione che conduce ricerche scientifiche marine.
“Le orche vivono grazie alla loro capacità di comunicare su lunghe distanze per capire com’è l’ambiente circostante, dove trovarsi a vicenda e dove trovare cibo,” spiega la Giles.
La comunicazione è semplicemente parte integrante della loro natura. Un esempio? La Giles racconta la storia di Luna, una giovane orca separata dal suo branco e rimasta intrappolata al largo della costa occidentale dell’isola di Vancouver. Isolata dai suoi simili, con cui avrebbe normalmente comunicato, Luna iniziò a imitare il suono delle barche e di altre forme di vita marina della zona, apparentemente nel tentativo di comunicare.
Cultura, non solo istinto
La comunicazione tra orche è importante: questi non sono solo animali sociali, sono animali culturali, come dice Lori Marino, neuroscienziata che studia l’intelligenza e il comportamento animale, particolarmente nota per il suo lavoro con le balene sull’evoluzione del cervello e dell’intelligenza.
Marino descrive la cultura come un insieme di abitudini e comportamenti che vengono appresi e trasmessi da un animale all’altro, e dagli animali più anziani a quelli più giovani. La cultura varia da un gruppo o comunità di orche all’altro.
Le orche al largo della costa della Nuova Zelanda, per esempio, hanno una cultura diversa da quelle del Pacifico nord-occidentale. Queste differenze culturali sono apprese e definiscono realmente chi sono come comunità.
La maggior parte dei comportamenti culturali è piuttosto seria e riguarda la caccia, l’alimentazione e l’allevamento dei piccoli. Altri comportamenti sono solo divertenti, o bizzarri. Nell’estate del 1987, giovani orche di diversi gruppi iniziarono a nuotare con salmoni morti sulla testa. Alcune orche iniziarono a farlo e, ben presto, il “cappello di salmone” divenne il berretto da baseball rovesciato del branco. L’estate successiva, i cappelli di salmone erano già passati di moda. Poi la tendenza è riapparsa nel 2024.
Orche, una “beautiful mind”
Tutta questa comunicazione culturale richiede cervelli grandi e complessi. Quando sentiamo che un’orca può imitare il linguaggio umano, viene subito da pensare: “Wow, le balene sono così intelligenti. Sono quasi come noi”. Ma quando si tratta di struttura cerebrale e potenziale cerebrale, secondo Marino potrebbe avere più senso chiedersi se ci sono cose che potremmo fare che renderebbero gli umani intelligenti quanto un’orca.
Il cervello dell’orca, lo abbiamo detto, è grande rispetto al nostro. È grande, per la verità, anche rispetto alle dimensioni dello stesso corpo dell’orca, circa due volte e mezzo più grande di quanto ci si aspetterebbe per un animale di quelle dimensioni. Ma non è solo una questione di dimensioni.
Il cervello dell’orca è molto complesso. La neocorteccia dell’orca, che contiene regioni coinvolte, tra le altre cose, nella cognizione, nell’emozione, nella memoria e, sì, nella comunicazione, è la neocorteccia più corrugata di qualsiasi cervello animale sul pianeta, persino più corrugata dei cervelli umani, afferma Marino.
Orche, il ponte oltre le parole
Mi chiedo spesso cosa accadrebbe se riuscissimo davvero a decifrare il linguaggio degli animali, e ovviamente delle orche. Forse scopriremmo che, mentre noi cercavamo di capire se potessero imitarci, loro stavano già cercando di dirci qualcosa di importante.
Con progetti come quello di Monika Wieland Shields, co-fondatrice e direttrice dell’Orca Behavior Institute, che utilizza array di idrofoni per localizzare le vocalizzazioni e abbinarle al comportamento osservato tramite droni, potremmo essere a un passo dal creare un vero dizionario orca-umano. Nel frattempo, quegli “hello” pronunciati da Wikie non sono solo un’eco della nostra voce, ma forse l’inizio di una conversazione che aspetta solo di essere continuata.
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