Capire i consumatori di un domani che è già oggi: conoscere la Gen Z – #Linkotro25
La Gen Z, persone tra i 14 e i 30 anni, sono i primi consumatori in Africa e Medio Oriente. Capirli è un driver chiave per le aziende La Gen z, quella anta tra il 1995 e il 2012 non si caratterizza per una narrativa particolarmente ottimista. Fra loro, quelli meno giovani si sono confrontanti con l’11 settembre, la crisi del 2008 e poi la pandemia. Un panorama che ha frustrato le loro ambizioni: “Credono che non potranno guadagnare quanto i loro genitori -nota Ramon Melgarejo, president bases & advanced analytics di NIQ-: questo si riflette sui loro acquisti”. Una nuova famiglia Diversi pure i comportamenti: non si sposano, aspettano ad avere dei figli. “In Usa -continua Melgarejo- molti di loro preferiscono prendere un animale domestico. Vivono nell’epoca della gig economy, tirando avanti con lavoretti secondari”. Consumatori di riferimento a livello mondiale Eppure, detto ciò, il paradosso è che: “I Gen Z sono più ricchi di boomer e millenial quando avevano la loro età -sottolinea l’esperto di NIQ-e consumano più di quanto facevano loro. In Medio Oriente e Africa sono i primi consumatori. In Asia lo saranno tra qualche anno”. Semplificare: la Gen Z in 4 punti Per le aziende è importante capire i loro valori e immaginare prodotti rispondenti alle loro esigenze. Quattro sono le caratteristiche salienti che li connotano: Individualismo: tutti cercano marche che esprimano la loro personalità. Moralità: comprano dei prodotti che rispecchiano i loro valori morali. Flessibilità: con pragmatismo evitano di porsi degli obiettivi come facevano i genitori (anche se l’80% vorrebbe poterseli dare). Wellness: curano il loro benessere (e ci investono molto). Si tratta di una generazione molto preparati a livello di studi. Forte di questa consapevolezza, il 77% di loro dice di non consumare prodotti da aziende o Paesi che non rispettano ambiente o diritti umani (anche se poi la quasi totalità compra fast fashion e tecnologia. Social media terreno di caccia Come intercettare questo pubblico? Usano i social media. Questo diventa un punto di contatto anche per i retailer brick & mortar. Attraverso questi canali, la Gen Z cerca nuovi prodotti e tendenze. Per farlo al meglio, desidererebbe opzioni di scelta semplici e intuitive. I social resta un punto di contatto per molti, i quali preferiscono poi ancora recarsi nel negozio fisico per finalizzare l’acquisto: “È una dinamica fondamentale -evidenzia Melgarejo-, infatti i social media stanno usurpando il posto delle forme di ricerca tradizionali e in questo campo l’Ai in un paio d’anni cannibalizzerà le modalità di ricerca tradizionali”. Sui social, la Gen Z cerca intrattenimento, magari attraverso piattaforme di gaming (soprattutto per i maschi) e il contatto con gli influencer, che mantengono un ruolo ancora centrale. L'articolo Capire i consumatori di un domani che è già oggi: conoscere la Gen Z – #Linkotro25 è un contenuto originale di Mark Up.


La Gen z, quella anta tra il 1995 e il 2012 non si caratterizza per una narrativa particolarmente ottimista. Fra loro, quelli meno giovani si sono confrontanti con l’11 settembre, la crisi del 2008 e poi la pandemia. Un panorama che ha frustrato le loro ambizioni: “Credono che non potranno guadagnare quanto i loro genitori -nota Ramon Melgarejo, president bases & advanced analytics di NIQ-: questo si riflette sui loro acquisti”.
Una nuova famiglia
Diversi pure i comportamenti: non si sposano, aspettano ad avere dei figli. “In Usa -continua Melgarejo- molti di loro preferiscono prendere un animale domestico. Vivono nell’epoca della gig economy, tirando avanti con lavoretti secondari”.
Consumatori di riferimento a livello mondiale
Eppure, detto ciò, il paradosso è che: “I Gen Z sono più ricchi di boomer e millenial quando avevano la loro età -sottolinea l’esperto di NIQ-e consumano più di quanto facevano loro. In Medio Oriente e Africa sono i primi consumatori. In Asia lo saranno tra qualche anno”.
Semplificare: la Gen Z in 4 punti
Per le aziende è importante capire i loro valori e immaginare prodotti rispondenti alle loro esigenze. Quattro sono le caratteristiche salienti che li connotano:
- Individualismo: tutti cercano marche che esprimano la loro personalità.
- Moralità: comprano dei prodotti che rispecchiano i loro valori morali.
- Flessibilità: con pragmatismo evitano di porsi degli obiettivi come facevano i genitori (anche se l’80% vorrebbe poterseli dare).
- Wellness: curano il loro benessere (e ci investono molto).
Si tratta di una generazione molto preparati a livello di studi. Forte di questa consapevolezza, il 77% di loro dice di non consumare prodotti da aziende o Paesi che non rispettano ambiente o diritti umani (anche se poi la quasi totalità compra fast fashion e tecnologia.
Social media terreno di caccia
Come intercettare questo pubblico? Usano i social media. Questo diventa un punto di contatto anche per i retailer brick & mortar. Attraverso questi canali, la Gen Z cerca nuovi prodotti e tendenze. Per farlo al meglio, desidererebbe opzioni di scelta semplici e intuitive. I social resta un punto di contatto per molti, i quali preferiscono poi ancora recarsi nel negozio fisico per finalizzare l’acquisto: “È una dinamica fondamentale -evidenzia Melgarejo-, infatti i social media stanno usurpando il posto delle forme di ricerca tradizionali e in questo campo l’Ai in un paio d’anni cannibalizzerà le modalità di ricerca tradizionali”. Sui social, la Gen Z cerca intrattenimento, magari attraverso piattaforme di gaming (soprattutto per i maschi) e il contatto con gli influencer, che mantengono un ruolo ancora centrale.
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