Dall’assistente personale all’agente, la GenAi e le aziende di frontiera #Linkontro
Grazie all'Ai, le parole stanno diventando il più potente tool di produttività nelle aziende, dice Luba Manolova di Microsoft L’intelligenza artificiale generativa sta ridefinendo il modo in cui le aziende operano, trasformando radicalmente il mondo del lavoro e aprendo nuove opportunità di crescita e innovazione. È quanto emerge dall’intervento di Luba Manolova, director solution group Ai di Microsoft, che ha presentato i risultati di una recente survey condotta tra i manager aziendali, che ha preso in considerazione anche sull’impatto dell’Ai nel settore retail e dei beni di largo consumo. La survey di Microsoft sull'utilizzo della GenAi in azienda Secondo Microsoft, stiamo assistendo alla nascita di un nuovo modello di impresa, definita “azienda di frontiera”, che integra l’Ai in tre fasi evolutive. La prima vede ogni dipendente dotato di un assistente personale digitale, capace di aumentare l’efficienza individuale. La seconda introduce i “colleghi digitali”, strumenti intelligenti che collaborano nei team per affrontare compiti complessi. Infine, nella terza fase, emergono veri e propri “agenti digitali” che automatizzano processi funzionali e interfunzionali, sempre sotto la supervisione umana. Questa trasformazione è spinta da un’esigenza concreta: il 42% dei leader italiani afferma di aver bisogno di maggiore produttività per rispondere alle nuove sfide di business, ma il 70% dichiara di non avere più le energie per farlo. In questo contesto, l’83% dei manager si dice fiducioso nel potenziale dell’AI come forza lavoro digitale aggiuntiva, capace di sostenere la competitività e la sostenibilità aziendale. Nel settore retail e dei beni di largo consumo, l’impatto dell’AI è particolarmente significativo. McKinsey stima un valore aggiunto di 660 miliardi di dollari all’anno grazie all’adozione dell’intelligenza artificiale. Le aziende che investono in questa tecnologia ottengono ritorni fino a 3,45 dollari per ogni dollaro investito, con una redditività due volte e mezzo superiore rispetto a chi non adotta soluzioni Ai. L'impatto dell'Ai sulle aziende retail e largo consumo Le applicazioni sono molteplici: dall’ottimizzazione dei ricavi per punto di vendita, grazie all’analisi integrata di dati su vendite, inventario e performance, al miglioramento delle campagne pubblicitarie attraverso l’uso di dati strutturati e non strutturati per una targetizzazione più efficace. L’Ai consente anche una personalizzazione più profonda dell’esperienza cliente e un miglioramento dell’engagement dei consumatori. Esempi concreti non mancano: Campari ha ridotto del 25% i tempi di lancio delle campagne regionali e di prodotto, mentre Unilever utilizza l’Ai per integrare insight di mercato e dati interni, ottimizzando le proprie strategie di marketing. L'articolo Dall’assistente personale all’agente, la GenAi e le aziende di frontiera #Linkontro è un contenuto originale di Mark Up.


L’intelligenza artificiale generativa sta ridefinendo il modo in cui le aziende operano, trasformando radicalmente il mondo del lavoro e aprendo nuove opportunità di crescita e innovazione. È quanto emerge dall’intervento di Luba Manolova, director solution group Ai di Microsoft, che ha presentato i risultati di una recente survey condotta tra i manager aziendali, che ha preso in considerazione anche sull’impatto dell’Ai nel settore retail e dei beni di largo consumo.
La survey di Microsoft sull'utilizzo della GenAi in azienda
Secondo Microsoft, stiamo assistendo alla nascita di un nuovo modello di impresa, definita “azienda di frontiera”, che integra l’Ai in tre fasi evolutive. La prima vede ogni dipendente dotato di un assistente personale digitale, capace di aumentare l’efficienza individuale. La seconda introduce i “colleghi digitali”, strumenti intelligenti che collaborano nei team per affrontare compiti complessi. Infine, nella terza fase, emergono veri e propri “agenti digitali” che automatizzano processi funzionali e interfunzionali, sempre sotto la supervisione umana.
Questa trasformazione è spinta da un’esigenza concreta: il 42% dei leader italiani afferma di aver bisogno di maggiore produttività per rispondere alle nuove sfide di business, ma il 70% dichiara di non avere più le energie per farlo. In questo contesto, l’83% dei manager si dice fiducioso nel potenziale dell’AI come forza lavoro digitale aggiuntiva, capace di sostenere la competitività e la sostenibilità aziendale. Nel settore retail e dei beni di largo consumo, l’impatto dell’AI è particolarmente significativo. McKinsey stima un valore aggiunto di 660 miliardi di dollari all’anno grazie all’adozione dell’intelligenza artificiale. Le aziende che investono in questa tecnologia ottengono ritorni fino a 3,45 dollari per ogni dollaro investito, con una redditività due volte e mezzo superiore rispetto a chi non adotta soluzioni Ai.
L'impatto dell'Ai sulle aziende retail e largo consumo
Le applicazioni sono molteplici: dall’ottimizzazione dei ricavi per punto di vendita, grazie all’analisi integrata di dati su vendite, inventario e performance, al miglioramento delle campagne pubblicitarie attraverso l’uso di dati strutturati e non strutturati per una targetizzazione più efficace. L’Ai consente anche una personalizzazione più profonda dell’esperienza cliente e un miglioramento dell’engagement dei consumatori. Esempi concreti non mancano: Campari ha ridotto del 25% i tempi di lancio delle campagne regionali e di prodotto, mentre Unilever utilizza l’Ai per integrare insight di mercato e dati interni, ottimizzando le proprie strategie di marketing.
L'articolo Dall’assistente personale all’agente, la GenAi e le aziende di frontiera #Linkontro è un contenuto originale di Mark Up.