Bassano del Grappa, sondaggio choc nella chat di classe. “Tramontano o Cecchettin, chi merita più di morire?”
Una chat tra studenti lanciata per decidere quale vittima di femminicidio ‘meritasse’ più di altre di essere uccisa. L’autore: “Chiedo scusa, mie parole gravi”. La sorella di Giulia Tramontano: “Pietoso, sono animali”

Venezia, 16 maggio 2025 - Una chat di scuola tra studenti per decidere quale vittima di femminicidio 'meritasse' più delle altre di essere uccisa. E' la scoperta fatta da una associazione, Women for freedom, associazione umanitaria impegnata nella lotta contro la violenza e la discriminazione di genere, che tre giorni fa ha messo sulle sue pagine social il singolare sondaggio che proponeva tra le scelte possibili Giulia Cecchettin, Mariella Anastasi e Giulia Tramontano. Chiamati a rispondere a questo singolare quesito, "chi si meritava di più di essere uccisa?", ragazzi di un istituto superiore di Bassano del Grappa, quasi coetanei di queste tre vittime.
"Abbiamo voluto dare risonanza a questa notizia resa pubblica da Rete Veneta, con l'obbiettivo di sensibilizzare sull'importanza che hanno le attività di educazione al rispetto e all'affettività nelle scuole e nella nostra società - scrivono oggi dall'associazione - il nostro intento non è quello di fermarci all'accaduto o di scoprire chi è stato, certi che la classe, il corpo docente e la famiglia sapranno gestire questo fatto molto grave. La nostra volontà è quella di mettere in risalto, ancora una volta, l'assoluta necessità di un reale cambiamento nella nostra società".
"Noi intensificheremo le nostre attività sulla cultura del rispetto nelle scuole, nelle aziende e nella società. Ci viene in mente un proverbio africano: 'Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio' per dire che tutti noi siamo responsabili e possiamo fare la differenza con il nostro modo di essere, di esprimerci, di agire. E allora rimbocchiamoci le maniche", si conclude il post. "E' difficile perfino scriverlo. E' difficile crederci. Perché questa non è solo una bravata di cattivo gusto - scriveva l'associazione nel post in cui ha pubblicato lo screenshot della chat - non è una battuta fuori luogo, ma una mancanza totale di empatia. E' uno specchio rotto in cui si riflette una parte della nostra società che ancora non capisce, o non vuole capire, quanto sia profonda la ferita del femminicidio... Non basta dire 'sono ragazzi', perché chi crea un sondaggio del genere sa benissimo che sta ferendo. Sta scegliendo di calpestare il dolore... Ogni volta che minimizziamo, normalizziamo. Ogni volta che perdoniamo in silenzio, legittimiamo. Ogni volta che archiviamo, contribuiamo a costruire una società in cui il femminicidio non è un allarme sociale, ma una voce in più nella cronaca nera".
L’autore della chat: “Chiedo scusa”
L’autore della chat si è scusato. "Mi scuso umilmente per ciò che ho scritto. Capisco il dolore, la rabbia e l'indignazione che ho provocato e, purtroppo, non ho giustificazioni né spiegazioni". Sono le parole del ragazzo che, spiega l'avvocato Aldo Benato, al momento si trova "al centro di un'ondata di denigrazione e odio online che potrebbe metterlo in serio pericolo". "Mi rendo conto della gravità delle mie parole, soprattutto nei confronti delle tre vittime, di tutte le vittime di femminicidio e di coloro che hanno perso una figlia, una madre, una familiare o un'amica in un modo così atroce - si legge nella missiva - Non posso neppure immaginare il loro dolore, lancinante come se un pezzo di cuore fosse stato loro strappato all'improvviso, lasciando un vuoto che neppure il tempo potrà mai colmare". "Mi ci sono voluti pochi secondi per capire la gravità delle mie parole, ma quando poi i miei genitori hanno appreso il fatto e ho visto l'espressione sconcertata sui loro visi, ho compreso la vera portata di ciò che avevo scritto: ho pensato a come avrebbero potuto sentirsi i genitori di quelle donne, i loro familiari e i loro amici, leggendo un simile messaggio scritto da qualcuno che nemmeno le conosceva e mi si è gelato il sangue nelle vene - prosegue il giovane nella lettera - Sono mortificato per ciò che ho scritto e ritengo di dover porgere le mie scuse ai genitori di quelle donne, ai loro parenti e ai loro amici, a tutte quelle persone che hanno subito o subiscono episodi di violenza, alle mie compagne e ai miei compagni e a tutti coloro che restano giustamente sconcertati anche solo nell'apprendere simili notizie". E conclude: "posso solo dire che tutto questo non era nelle mie intenzioni e che, in realtà, mancava una qualsiasi intenzione o un qualsiasi senso. Ho scritto senza pensare al significato delle mie parole, al loro peso e al loro valore. Il rispetto è dovuto a tutti e la violenza non è mai giustificata, nemmeno quella delle parole. Mi dispiace".
La sorella di Giulia Tramontano: “Animali”
"Il sondaggio circolato all'interno di un gruppo WhatsApp di una scuola superiore di Bassano del Grappa, nel quale si chiedeva di votare quale tra tre donne vittime di femminicidio, Giulia Tramontano, Mariella Anastasi e Giulia Cecchettin, fosse più 'meritevole' di morire "è pietoso". A definirlo così, raggiunta dall'Adnkronos, è Chiara Tramontano, sorella della 29enne uccisa al settimo mese di gravidanza a Senago, nel Milanese, dal compagno Alessandro Impagnatiello. "Si dica di quale scuola si parla e si vada a educare questa classe, perché è pietoso", dice Chiara, autrice del libro uscito in questi giorni 'Non smetterò mai di cercarti' (Cairo). I ragazzi che hanno partecipato al sondaggio li definisce "animali". A loro "non ho niente da dire. Non sprecherei il tempo con queste persone. Questa è gente che non va neanche educata. Queste sono persone che non hanno sensibilità. La sensibilizzazione la fai con chi ha sensibilità, non con chi non ce l'ha. Una persona che scherza in questo modo non ha bisogno di essere educata ma soltanto di essere smascherata. Forse - aggiunge poi - gli chiederei come si sentirebbero se fosse loro madre”.