Asset allocation: la view sui bond high yield nel contesto attuale di Ubs Gwm

Nonostante i recenti segnali distensivi tra Stati Uniti e Cina, la guerra commerciale resta una fonte di instabilità per i mercati globali. Secondo Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management, la situazione rimane fluida e carica di incertezze. In un aggiornamento pubblicato nel report Daily Europe, Haefele afferma che “sebbene le notizie... Leggi tutto

Mag 16, 2025 - 22:40
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Asset allocation: la view sui bond high yield nel contesto attuale di Ubs Gwm

Nonostante i recenti segnali distensivi tra Stati Uniti e Cina, la guerra commerciale resta una fonte di instabilità per i mercati globali. Secondo Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management, la situazione rimane fluida e carica di incertezze. In un aggiornamento pubblicato nel report Daily Europe, Haefele afferma che “sebbene le notizie positive siano incoraggianti e in linea con il nostro scenario di base, le prospettive restano incerte”.

L’indice S&P 500 ha recentemente recuperato terreno, tornando in territorio positivo per il 2025 grazie a un rimbalzo di oltre il 18% dai minimi dell’8 aprile. Questo slancio è stato alimentato dalla speranza che la fase più acuta del conflitto commerciale si stia attenuando, con l’annuncio di una sospensione temporanea dei dazi per 90 giorni tra Stati Uniti e Cina e l’avvio di negoziati anche con il Regno Unito.

Tuttavia, secondo Haefele, non bisogna lasciarsi distrarre da questa tregua apparente. “È facile perdere di vista il fatto che l’attuale livello effettivo dei dazi statunitensi – attorno al 15% – è sei volte più alto rispetto al 2,5% che prevaleva a gennaio, prima del ritorno alla Casa Bianca del presidente Donald Trump”, sottolinea l’analista. Anche se la sospensione dei dazi dovesse essere prorogata, la nuova soglia di riferimento, pari al 10%, potrebbe comunque avere effetti frenanti sull’economia statunitense e contribuire a un aumento dell’inflazione.

Il tema dei prezzi è particolarmente rilevante. “Gli effetti inflazionistici dei dazi potrebbero diventare più evidenti nei prossimi mesi”, osserva Haefele. Molte aziende hanno finora assorbito i costi maggiori attingendo alle scorte, ma man mano che queste si esauriranno, la pressione sui prezzi al consumo potrebbe aumentare. Pur prevedendo che gli aumenti una tantum non innescheranno un’inflazione sostenuta, UBS avverte che “la Federal Reserve ha messo in guardia dal rischio di stagflazione”.

Sul fronte politico, le prospettive per una riduzione generalizzata dei dazi restano deboli. Se da un lato crescono le pressioni interne – anche da parte dei repubblicani – per contenere l’impatto economico negativo delle tariffe, dall’altro l’amministrazione Trump sta preparando un aumento mirato dei dazi nei settori strategici. “Riteniamo che questi dazi saranno più duraturi e meno soggetti a eccezioni”, afferma Haefele, citando industrie come farmaceutica, minerali critici, rame, legname e semiconduttori. Una tariffa del 25% su questi comparti potrebbe far salire di altri 4 punti percentuali il tasso effettivo dei dazi.

In questo contesto, UBS consiglia agli investitori di adottare strategie prudenti. “Un ingresso graduale nei mercati può essere un modo efficace per posizionarsi a medio e lungo termine sull’azionario statunitense, mentre le strategie orientate alla conservazione del capitale possono aiutare a gestire i rischi a breve termine”, conclude Haefele.