Nella mistica Bergamo si sale. I tesori dell’Accademia Carrara:. Lotto, conte Giacomo e tarocchi: "La Dea Atalanta nel destino..."
La scommessa (già vinta) di riunire per la prima volta le splendide carte superstiti del mazzo Colleoni. E la Pala di San Bernardino da ammirare nei magnifici dettagli. "Riconnetto istituzione e Bergamo Alta".

Proprio la città della speranza manzoniana, Bergamo. Fuori dall’infernale metropoli milanese, eppure solo a un passo (un’oretta d’autostrada). Operosa e serena. Bassa e Alta. Una delle città mistiche a cui “si sale”. Per entrare, per esempio, all’Accademia Carrara. Che ha una nuova direttrice.
Dottoressa Maria Luisa Pacelli, arrivare in una città così alacre e dinamica, con una squadra di calcio da “regina delle provinciali” assurta a “regina d’Europa” (qualificata in Champions League, “Atalanta. Una vita da Dea“ il docu-film celebrativo), non la intimidisce?
"L’ultima mostra che ho curato alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, prima di assumere il nuovo incarico, è stata proprio “La favola di Atalanta. Guido Reni e i poeti“. Dedicata all’eroina mitologica famosa per bellezza e abilità atletica. È lei ad aver dato il nome al club bergamasco. Un segno del destino?"
Certi quesiti meglio porli alle carte.
"In proposito, posso annunciare, dal 27 febbraio al 2 giugno 2026, “Tarocchi. Le origini, le carte, la fortuna“. Per la prima volta, dopo oltre un secolo, tutte le splendide carte superstiti del mazzo Colleoni (realizzate dalla bottega del Bembo, smembrate tra Bergamo e altre due sedi) saranno riunite, a cura del bravissimo conservatore Paolo Plebani, in una mostra che già solleva interesse".
Da gioco e svago aristocratico, i tarocchi sono diventati strumento divinatorio.
"A una lettura interpretativa abbiamo infatti invitato Alejandro Jodorowsky, studioso molto popolare. Molto atteso".
In una presentazione del suo programma del biennio, cenno d’obbligo al progetto sul conte Giacomo Carrara.
"Certo, dall’autunno 2026 alla primavera 2027, riflettori accesi sul grande conoscitore d’arte ed erudito, collezionista e mecenate, che ha dotato nel ’700 la sua città di un’istituzione considerata il museo del collezionismo. Vanta opere tanto famose - di Pisanello, Mantegna, Bellini, Raffaello, Botticelli... - che nell’arrivare a dirigerlo, sì, ho provato soggezione".
Mite l’orgoglio dei bergamaschi, anche dei più illustri. Mai arroganti. Merito di 370 anni di dominio veneziano?
"La Serenissima, è vero, ha lasciato il segno di un’aristocrazia di mercanti che amministrava la cosa pubblica anziché depredarla, e riuscì a mantenere un solido legame con il suo popolo. Segno rimasto nella pace e nell’eleganza degli edifici di Bergamo Alta, alla quale voglio ricongiungere il Museo".
E lo fa con la mostra “Dentro Lorenzo Lotto. La Pala di san Bernardino, la fotografia di Axel Hütte“, fino al 31 agosto.
"Sì, la Pala, proveniente dall’omonima chiesa chiusa al pubblico per restauri, è visibile in Carrara da un punto di vista ravvicinato, che permette di entrare nel dipinto. E cogliere i magnifici dettagli, l’espressione dell’angioletto scrivano, o i piedi sporchi di san Giuseppe".
Più libero, il pittore veneziano nel soggiorno a Bergamo per 12 anni, fino al 1525?
"La nuova committenza alto borghese, più aperta e meno sensibile al canone, non ne limitava la creatività. Lo vediamo anche nel ritratto di Lucina Brembati, con l’imponente cappellone e il curioso gioiello stuzzicadenti al collo. Non è avvenente la signora, e non gliene importa. Un capolavoro, tra i sette del Longhi nel corpus della Carrara".
Da qui, la partenza per riscoprire altre celebri opere del maestro nell’acropoli cristiana della Città Alta.
"Un tour da percorrere soli, o prendendo parte a speciali appuntamenti, si snoda tra varie chiese - Santo Spirito o dei Santi Bartolomeo e Stefano piuttosto che Santa Maria Maggiore per cui Lotto disegnò le tarsie del coro, un incanto eseguito dall’intagliatore Capoferri- ma invito a spingersi fino agli affreschi dell’Oratorio Suardi a Trescore Balneario".
Tutto documentato nei suggestivi scatti di Axel Hütte, esposti al primo piano, a completare la mostra in Carrara. Dove si ha il piacere di trattenersi nei nuovi Giardini Pwc, esclusiva molto romantica…
"È sbocciata la prima stagione primavera-estate, negli oltre 3.000 metri quadri del camminamento verde, inedito, aperto a tutti, vicino alla storica sede museale, e dove Bù Bistrot, con accesso anche indipendente da via della Noca, valorizza - interpretata con libertà - la tradizione gastronomica (in onore
di Lotto, la torta “Ciambellotto“, ndr).