L’Assegno unico vale 165 euro a figlio, nel 2025 già erogati 4,9 miliardi

L'Assegno unico universale per le famiglie con figli ha elargito quasi 5 miliardi di euro nei primi tre mesi del 2025, ma sta rallentando rispetto a quanto distribuito nel 2024

Mag 15, 2025 - 19:46
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L’Assegno unico vale 165 euro a figlio, nel 2025 già erogati 4,9 miliardi

L’Osservatorio statistico sull’Assegno unico universale dell’Inps ha pubblicato i dati relativi al primo trimestre del 2025, che vanno ad aggiungersi a quelli già disponibili che risalgono fino all’esordio della misura, nel 2022. I dati sono in leggero calo rispetto alla media dello stesso periodo del 2024 e indicano per la prima volta la fine dell’espansione del sussidio.

L’Assegno unico universale sembra infatti aver raggiunto la maturità come norma, dopo aver subito diversi cambiamenti nei primi anni di attuazione, per ampliare il più possibile la platea che lo riceve e fornire sempre più sostegno alle famiglie, in particolare a quelle più numerose e con figli disabili a carico.

Assegno unico, i dati del primo trimestre 2025

Secondo i dati dell’Osservatorio statistico sull’Assegno unico dell’Inps, nel primo trimestre del 2025, quindi fino alla fine del mese di marzo, sono stati erogati 4,9 miliardi di euro alle famiglie con figli. I nuclei che hanno avuto diritto a questa misura sono poco più di 6 milioni, per un totale di 9.560.995 figli entrati nel calcolo del bonus.

In media, l’importo per ciascuno di loro è stato di 165 euro ma, a seconda delle condizioni della famiglia, questa cifra può variare anche in maniera molto sensibile. Il massimo possibile, infatti, è rappresentato dalle famiglie numerose con un Isee inferiore a 17.227,33 euro, che ricevono per ogni figlio 225 euro al mese.

All’altro estremo dello spettro ci sono i nuclei familiari che non presentano informazioni sul proprio reddito, ma che ricevono comunque il sussidio. Il concetto alla base della misura infatti è che si tratta di un bonus universale per chiunque abbia figli. L’importo minimo è di 59 euro al mese.

Come era andato l’assegno unico negli scorsi anni

L’Osservatorio statistico sull’Assegno unico monitora l’andamento del sussidio universale per le famiglie con figli fin dal 2022, quando la norma è stata approvata dal governo Draghi, che ha abolito una serie di bonus legati ai figli a carico, sintetizzandoli in un’unica misura più efficace ed efficiente sia per le famiglie stesse, sia per lo Stato.

Nel 2022, primo anno di attuazione della norma, furono erogati 13,2 miliardi di euro. L’assegno unico venne poi espanso dal Governo attualmente in carica, quello di Giorgia Meloni, con l’obiettivo di contrastare il calo delle nascite. Nel 2023 l’importo totale arrivò a 18,2 miliardi, mentre nel 2024 si fermò poco sotto la soglia dei 20 miliardi di euro, a 19,8.

Se i dati del primo trimestre del 2025 fossero confermati per il resto dell’anno, in totale lo Stato spenderebbe per l’Assegno unico 19,6 miliardi di euro. Si tratterebbe della prima riduzione, da un anno all’altro, dei fondi distribuiti dal sussidio.

Come è cambiato l’assegno unico nel 2025

Il motivo di questa riduzione sta in due diverse circostanze. La prima riguarda la legge di bilancio 2025, che pur avendo cambiato alcuni dettagli del funzionamento dell’assegno unico, non ha particolarmente ampliato la platea di chi ha diritto ai sussidi più alti. La modifica più importante infatti è stata la rimozione dal calcolo dell’Isee per l’accesso al bonus nido degli importi dell’assegno unico.

La seconda circostanza dipende dall’inflazione. Ogni misura che prevede l’elargizione di denaro dallo Stato al cittadino viene aggiornata annualmente, aggiungendo all’importo previsto una percentuale che contrasti l’aumento dei prezzi. Nel 2024 l’inflazione è stata più bassa rispetto al 2023 e, di conseguenza, anche gli importi dell’assegno unico sono aumentati di meno.