Eni, l’accordo per la cessione di Plenitude non entusiasma

Il gruppo italiano ha annunciato la firma di un accordo con il fondo di investimento Ares alternative Credit Management per la cessione del 20% dell’unità specializzata nella produzione e vendita delle energie rinnovabili.

Mag 15, 2025 - 10:40
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Eni, l’accordo per la cessione di Plenitude non entusiasma

Si tratta di un passo importante di Eni nella sua strategia satellitare ma la possibile cessione di una quota di Plenitude, comunicata prima dell’apertura di Piazza Affari, viene accolta freddamente da mercato e analisti: le azioni Eni scambiano ancora in rosso (-1%) dopo circa due ore di contrattazioni, scendendo così a 13,232 euro, mentre il FTSE MIB resta negativo (-0,40%).

A indebolire il titolo è anche l'andamento in calo del petrolio, che, dopo la frenata di ieri, anche oggi segna un ribasso di oltre il 3% portandosi a 60,68 dollari al barile (greggio WTI) e 63,68 dollari (Brent).

Nel dettaglio, la società italiana ha annunciato l’accordo temporaneo con il fondo di investimento Ares Alternative Credit Management per la negoziazione di un’intesa definitiva e la conseguente finalizzazione della cessione di una quota di partecipazione in Plenitude pari al 20%.

L’accordo è stato finalizzato sulla base di un equity value della società compreso tra 9,8 e 10,2 miliardi di euro, corrispondente a un enterprise value di oltre 12 miliardi di euro.

Inoltre, Eni ha precisato che è stato manifestato un significativo interesse per Plenitude anche da numerosi soggetti internazionali, confermando così “la grande attrattività del proprio modello di business e delle relative prospettive di crescita”.

Eni è stata assistita da Mediobanca come consulente finanziario, mentre UniCredit e Deutsche Bank assistono Ares Alternative Credit Management nell'operazione.

La valutazione di Plenitude “è in linea con le indiscrezioni circolate nei mesi scorsi”, sottolineano gli analisti di WebSim Intermonte, confermando la raccomandazione ‘neutral’ sulle azioni Eni, con target price a 13,50 euro.

Questa cessione si allinea con il piano di valorizzazione degli asset di Eni: se l’accordo verrà finalizzato, permetterà a Eni di superare ampiamente il suo obiettivo di 2/2,5 miliardi di proventi da valorizzazione o dismissione fissato per l’anno fiscale 2025.

Jefferies ritiene che questa transazione potrebbe aiutare Eni a ridurre il rapporto tra debito netto e patrimonio netto a circa il 16% entro la fine dell’anno, rappresentando così una diminuzione significativa, dal 22% alla fine del quarto trimestre 2024 e dal 18% alla fine del primo trimestre 2025.

L'operazione rientra nella cosiddetta strategia ‘satellitare’ di Eni che mira a sviluppare unità specializzate dedicate a business a basse emissioni di carbonio o a progetti upstream in grado di attrarre investimenti da parte di partner finanziari.
Il gruppo è impegnato nella vendita di quote di minoranza di queste unità a società di investimento e private equity, con lo scopo di finanziare gli investimenti nelle attività a basse emissioni di carbonio, preservando al contempo la sua capacità di investire nelle attività petrolifere e del gas, aveva spiegato recentemente il Chief Transition and Financial Officer del gruppo, Francesco Gattei.

Nel perseguire questa strategia, Eni aveva già aperto il capitale di Plenitude alla svizzera Energy Infrastructure Partners (EIP) in due operazioni che hanno portato l'asset manager a ottenere una partecipazione del 10% nell'unità. Nell'ultima operazione conclusa a marzo, gli svizzeri avevano valutato Plenitude oltre 10 miliardi di euro, debito incluso.

Tra le altre operazioni, all'inizio di quest'anno il fondo d'investimento statunitense KKR aveva acquisito il 30% dell'unità di biocarburanti del gruppo energetico Enilive.

Infine, fonti dell’agenzia Reuters rivelano che Eni sta è già impegnata in trattative preliminari con diverse società per la vendita della sua unità attiva nella cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), i cui progetti saranno riuniti in un unico soggetto entro la fine di quest’anno.