Effetto Papa Leone sul turismo dagli Usa? C’è chi dice no
Chiamatelo pure effetto Leone XIV. Sarà pure troppo presto per fare calcoli, ma l’elezione di Robert Francis Prevost, primo Papa americano della storia, negli auspici degli operatori turistici potrebbe far lievitare ulteriormente gli arrivi dagli Stati Uniti a Roma, pur nel contesto di un anno giubilare fin qui avaro di numeri positivi sotto il profilo del travel. Inoltre, segnala l’Enit i ponti tra Pasqua e primo maggio hanno registrato un incremento degli americani in Italia, +5%. Continue reading Effetto Papa Leone sul turismo dagli Usa? C’è chi dice no at L'Agenzia di Viaggi Magazine.


Chiamatelo pure effetto Leone XIV. Sarà pure troppo presto per fare calcoli, ma l’elezione di Robert Francis Prevost, primo Papa americano della storia, negli auspici degli operatori turistici potrebbe far lievitare ulteriormente gli arrivi dagli Stati Uniti a Roma, pur nel contesto di un anno giubilare fin qui avaro di numeri positivi sotto il profilo del travel. Inoltre, segnala l’Enit i ponti tra Pasqua e primo maggio hanno registrato un incremento degli americani in Italia, +5%.
C’è però chi la pensa diversamente, come Cirium. In base ai dati elaborati sui mesi da giugno a settembre, la società di analisi prevede che la bolla Usa in Italia si stia per sgonfiare: le prenotazioni estive dal Nord America, infatti, risultano in calo del 10%, addirittura -17% su Roma.
E allora analizziamo i due fronti: quello ottimista, che si basa su pronostici e precedenti, e quello pessimista, che si aggrappa a numeri. L’eterno scontro fra “Ragione e Sentimento“, con buona pace di Jane Austen.
C’È CHI DICE SÌ
I primi indizi di un’impennata dei viaggiatori a stelle e strisce nei prossimi mesi arrivano dal web, già a partire dai tre giorni successivi all’elezione del nuovo pontefice: come segnala il Messaggero, “le piattaforme specializzate in turismo, dall’inizio del Conclave, hanno registrato un aumento del 36% delle ricerche di voli e alloggi a Roma da parte di turisti statunitensi“. Tanto che il presidente di Fiavet Lazio, Stefano Corbari, osserva: «Le diocesi americane sono molto organizzate e quindi ci saranno pellegrinaggi più frequenti a Roma. Forse non subito, ma già nei prossimi mesi la tendenza diventerà evidente».
Già il Conclave ha prodotto i primi benefici, nota Assoturismo: +7% di presenze nelle strutture ricettive, tra il 7 e il 14 maggio, rispetto allo stesso periodo del 2024. Il giro d’affari potrebbe toccare i 450 milioni di euro l’anno.
Ma non di solo Papa Prevost vive il turismo americano. Con il super-dollaro ai massimi da due anni, l’Europa continua ad attirare eccome e l’Italia resta una delle mete preferite. Ecco perché, a fronte della frenata verso gli States, complice – in questo caso – l’effetto Trump, anche l’estate italiana 2025 sarà a stelle e strisce. Le stime degli operatori confermano il trend positivo di arrivi Usa, al primo posto per numero di camere prenotate online (21%), secondo uno studio di Blastness, piattaforma per i servizi turistici.
Seguono italiani (12%), inglesi (11%) e tedeschi (7%). Ci sono tutte le premesse, insomma, per eguagliare, se non superare, i 30 milioni di pernottamenti registrati nel 2024, ovvero un +31,2% rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemia. In prepotente ascesa l’interesse verso il mare e i tesori paesaggistici: +16% di prenotazioni rispetto al 2024, con un boom di richieste per le vacanze luxury. Altro che guerra dei dazi.
C’È CHI DICE NO
Va bene il Papa americano, va bene il super-dollaro, ma non è tutto oro quello che luccica. Cirium gela gli entusiasmi di primavera e fa parlare le cifre. Se piattaforme e tour operator – secondo la società di analisi – registrano un crescente interesse per Roma di viaggiatori dal Nord America, da Oltreoceano arrivano segnali diversi: quest’estate, cioè, i viaggi transatlantici sono destinati a raffreddarsi notevolmente. La previsione è un calo dal Nord America all’Europa del 9,8% a giugno, luglio e agosto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E nella direzione inversa, dall’Europa al Nord America, le prenotazioni scenderanno del12%.
Sarebbe la conferma di quanto molte compagnie aeree hanno spiegato illustrando le proprio previsioni sui conti: i voli transatlantici stanno rallentando per l’instabilità del mercato, la guerra commerciale scatenata dall’amministrazione Trump e dai controlli più severi alle frontiere degli Stati Uniti.
E se i cali più significativi nelle prenotazioni riguardano i voli verso Monaco (-24%), Amsterdam (-22%), Atene (-19%), anche Roma fa segnare un non trascurabile -17%. Cali più moderati per Milano, -10% e Napoli, appena -1%. Solo Lisbona ha registrato un trend positivo nelle prenotazioni, con un aumento del 7% rispetto allo scorso anno. Stabili le prenotazioni per Parigi.
Que sera sera, ma non dovremo aspettare molto.