Andy Fois, è morto lo storico chitarrista dei Sabotage e dei Death SS
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La scena heavy metal italiana piange uno dei suoi pionieri: Andrea “Andy” Fois è scomparso all’età di 60 anni. La notizia della sua morte, confermata dai membri della sua band storica, i Sabotage, ha cominciato a diffondersi nella giornata del 15 maggio attraverso numerosi post di cordoglio, scritti da colleghi musicisti e fan. Al momento non sono note le cause del decesso.
Andy Fois è stato un protagonista assoluto del metal italiano delle origini, emerso in una fase ancora “caotica e prematura” del genere nel nostro Paese. Nato nel 1965, Fois si è fatto conoscere giovanissimo: nel 1982, a soli 17 anni, entra nella formazione originale dei Sabotage, gruppo fiorentino che ancora oggi rappresenta un vanto per ogni appassionato di metal tricolore. La sua chitarra, fortemente influenzata dalla NWOBHM (New Wave of British Heavy Metal), ha contribuito a definire l’identità sonora della band, accanto alla voce inconfondibile di Morby.
Con i Sabotage ha inciso tre album fondamentali: Behind the Lines (1986), Hoka Hey (1989) e Rumore nel Vento (2008), quest’ultimo nato in occasione della reunion del gruppo e composto da brani storici reinterpretati in italiano.
Dal 1987 al 1991 Fois ha fatto parte anche dei Death SS, la leggendaria band horror-metal guidata da Steve Sylvester, con il nome d’arte di King Templar (in alcune fonti Kurt Templar). Con loro ha inciso …In Death of Steve Sylvester (1988) e Black Mass (1989), due album ritenuti fondamentali nel percorso della band. La sua entrata nei Death SS segnò una nuova fase del gruppo, in piena rinascita creativa dopo i primi anni di culto.
Negli anni successivi, la carriera di Andy Fois si è fatta più silenziosa, ma mai discontinua in termini di passione. Ha preso parte a progetti minori e misteriosi, come i Jungle Dayz – band rock attiva nei primi anni Novanta con Morby alla voce – e ha collaborato con Claudio Simonetti, tastierista dei Goblin e maestro della musica per il cinema, in un progetto rimasto inedito.
Dopo il 2015, anno in cui lascia i Sabotage per motivi personali, Andy si è progressivamente allontanato dal mondo della musica pubblica. Ha partecipato saltuariamente a qualche evento dal vivo, mantenendo un legame affettivo con la scena, ma scegliendo il silenzio come cifra del suo percorso umano e artistico.
Oggi che Andy Fois non c’è più, resta il segno profondo del suo talento, inciso nei solchi di dischi che hanno fatto la storia del metal italiano. La sua chitarra continua a vibrare in brani come Stalingrad, Behind the Lines, Ride of Vikings, simboli di una generazione che ha costruito, mattone dopo mattone, la credibilità del nostro Paese nel panorama heavy metal internazionale.
“È morto un gigante del metal italiano”, ha scritto qualcuno. Ed è vero: Andy Fois è stato uno dei primi a credere e a suonare metal quando farlo in Italia era una sfida contro tutto e tutti. Oggi il suo nome viene pronunciato con rispetto da una scena che non dimentica.
Foto dai profili social della Band Sabotage
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