“Valditara strizza l’occhio alla crociata anti-lgbt”: dubbi e critiche sulla richiesta del consenso dei genitori per l’educazione sessuale a scuola

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, ancora una volta, divide l’Italia con l’annuncio dei due schemi di disegno di legge che vanno a colpire il mondo della scuola attraverso la richiesta del consenso preventivo dei genitori per l’educazione sessuale e l’arresto in flagranza nelle ipotesi di lesioni personali a carico di docenti e […] L'articolo “Valditara strizza l’occhio alla crociata anti-lgbt”: dubbi e critiche sulla richiesta del consenso dei genitori per l’educazione sessuale a scuola proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 30, 2025 - 20:59
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“Valditara strizza l’occhio alla crociata anti-lgbt”: dubbi e critiche sulla richiesta del consenso dei genitori per l’educazione sessuale a scuola

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, ancora una volta, divide l’Italia con l’annuncio dei due schemi di disegno di legge che vanno a colpire il mondo della scuola attraverso la richiesta del consenso preventivo dei genitori per l’educazione sessuale e l’arresto in flagranza nelle ipotesi di lesioni personali a carico di docenti e dirigenti scolastici. Se tutti concordano sul fatto che la questione prioritaria non è quella di avere l’ok di mamme e papà ma quella di introdurre nel curriculum scolastico l’educazione all’affettività e alla sessualità (come nella maggior parte dei Paesi europei) in merito all’iniziativa del governo si sollevano tanti dubbi. Per Angela Nava dei Genitori Democratici si crea un “precedente pericoloso” perché ora i genitori potranno voler dire la loro su ogni progetto extra curricolare, mentre la dottoressa Chiara Gregori autrice de “La sessualità spiegata ai bambini e alle bambine di ieri, oggi e domani” (Edizioni Becco Giallo) sottolinea come “lo Stato in questi modo abdichi al suo dovere di insegnare la gestione delle emozioni” e lo stesso psichiatra Paolo Crepet si chiede: “Ma di che educazione sessuale stiamo parlando? Dietro queste due parole c’è il mondo”. La questione, insomma, è un po’ più complessa e l’Associazione nazionale presidi si augura che il Parlamento la affronti con la dovuta serietà sentendo anche i dirigenti scolastici.

“Oggi l’educazione sessuale se fatta attraverso attività extra curricolari richiede l’autorizzazione dei genitori ma se rientra nell’offerta formativa nessuno può metter becco nel potere della Scuola”, sottolinea il leader dell’Anp, Antonello Giannelli. Detto in altre parole: quando un maestro o un professore in scienze affronta la riproduzione non vi è alcuna necessità di consultare i parenti. Tuttavia, spesso, negli istituti vengono chiamati esperti (cattolici, laici) ad affrontare il tema: “Il ministro cita – continua Giannelli – l’articolo trenta della Costituzione ma va ricordato anche il 116 sull’autonomia. Bisogna contemplare i diversi diritti costituzionali”. Il numero uno dell’Anp approva, invece, il secondo schema di decreto sull’arresto in flagranza per chi mette le mani sui docenti e i presidi: “E’ stata una nostra richiesta che Valditara ha ascoltato”. Il mondo degli esperti, invece, amplia il ragionamento e nel fare diverse riflessioni aprendo il tema alla sua complessità si divide.

Lo psicoterapeuta Alberto Pellai è quasi soddisfatto della proposta di Valditara: “Sa che le dico? E’ il male minore. Almeno ora si eviteranno il caos e la confusione che si generano ogni volta che si affronta questa tematica. Quando, finalmente, l’educazione sessuale sarà una disciplina come la matematica o la storia non servirà il consenso ma finché è affidata a progetti extra curricolari, il via libera dei genitori può persino essere utile ad evitare inutili conflitti che rischiano ogni volta di mandare in fumo le lezioni”. A porre una serie di interrogativi è Paolo Crepet che a ilfattoquotidiano.it dice: “Ma cosa si intende per educazione sessuale? Spiegare la riproduzione dal punto di vista anatomico lo si fa da sempre ma allora perché chiedere ora un consenso? Dietro queste due parole ci sono interpretazioni varie che necessitano di chiarezza utile a tutti”.

A queste riflessioni, si aggiunge il ragionamento di Chiara Gregori, ginecologa e sessuologa: “L’iniziativa del Governo è in continuità a quanto fatto finora. Se l’educazione sessuale non rientra tra le discipline obbligatorie è chiaro che serve il consenso. Viene richiamato il diritto dovere della famiglia di educare ma oggi i genitori spesso lo fanno stando in silenzio, evitando di affrontare la questione perché le stesse mamme e papà non hanno avuto un’educazione sessuale”. Gregori che ha scritto questo eloquente libro, dove spiega tra le altre cose cos’è un orgasmo, come avviene un’erezione affrontando anche il tema della masturbazione punta il dito contro Valditara: “In questo modo la scuola manda un messaggio alle famiglie poco rassicurante. E’ come se dicesse loro che non è in grado di affrontare l’argomento, che non lo sa fare. Si rinuncia alla prevenzione primaria dell’insegnamento delle relazioni per poi arrestare chi non sa stare con gli altri. E’ un contro senso”. I più critici sono, invece, gli studenti: “Il ministro strizza l’occhio alla crociata anti-lgbt di Pro-Vita e Famiglia (che esulta) deludendo il mondo studentesco e femminista che chiede da decenni l’istituzione dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole e nelle università. Da anni – dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi – rivendichiamo un’educazione sessuaffettiva obbligatoria che parta fin dall’asilo. Siamo stanchi delle timide aperture poi sconfessate dai fatti e dai decreti. Continueremo a scendere in piazza per rivendicare che la violenza di genere e il patriarcato si combattono culturalmente a partire dalle scuole”. E sul secondo intervento Notarnicola aggiunge: “Non possiamo accettare una narrazione di una scuola esclusivamente punitiva. Se sussistono reati la magistratura farà il suo corso, ma creare narrazioni volte a criminalizzare un’intera generazione è profondamente sbagliato”.

Infine, la voce dei genitori: “La richiesta che viene ormai da ogni parte è che – sottolinea Nava dei Genitori Democratici – si faccia educazione all’affettività e alla sessualità come disciplina. Non lasciamo che i nostri giovani si informino e formino sui siti pornografici!”. Di parere opposto il direttore del Moige, Antonio Affinita: “L’educazione, ed ancora di più quella affettiva e sessuale, rappresenta un percorso condiviso dove famiglia e scuola sono chiamate a collaborare in sinergia, come confermato dal recente ampliamento della rappresentanza genitoriale nel Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Riconosciamo con favore questa valorizzazione del ruolo prioritario della famiglia nell’educazione, in piena coerenza con i principi costituzionali”.

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