In Europa si respira aria migliore

![CDATA[Dal report annuale sulla qualità dell’aria, pubblicato il 9 aprile 2025 dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), emerge un quadro in miglioramento, soprattutto per alcuni inquinanti, ma non ancora in linea con gli obiettivi per il 2030. Le emissioni nel 2023 Fra tutti gli aspetti ambientali, le emissioni che causano inquinamento atmosferico hanno l’impatto maggiore sullo stato di salute dell’ambiente e della popolazione, anche per il loro ruolo nel progresso del riscaldamento globale. Per questo, le direttive europee e le iniziative nazionali richiedono un impegno crescente nella riduzione dei livelli di emissioni. I risultati sono apprezzabili e gli attuali limiti imposti sono stati raggiunti nel 2023 nella maggior parte delle stazioni che rilevano la presenza di questi inquinanti: il 99% non supera i limiti per il particolato fine (PM₂.₅); il 98% per il diossido di azoto (NO₂);  l’82% per l’ozono (O₃). Un rischio per la salute Se guardiamo al particolato fine, causato in parte dal traffico su strada e dal riscaldamento domestico, le emissioni a partire dal 2011 hanno avuto una flessione continua in tutti i paesi dell’Unione Europea. Tuttavia, il 94% della popolazione europea che vive in centri urbani è ancora esposta a questo inquinante in concentrazioni superiori a quanto raccomandato dall’OMS. Allo stesso modo, la maggior parte della popolazione è esposta all’ozono oltre i livelli preferibili per la salute. Dai rilievi del 2023, è emerso che solo l’8% delle località registrate non supera i limiti consigliati dall’OMS per il PM₂.₅ e solo il 2% è al di sotto per l’ O₃, inquinanti che possono comportare patologie cardiovascolari e respiratorie. Leggermente migliore la situazione per quanto riguarda le emissioni di NO₂, dovute soprattutto ai combustibili dei mezzi di trasporto su strada e per questo particolarmente critico nelle aree urbane, che nel 30% delle stazioni di rilevamento risulta sotto il livello raccomandato dall’OMS. Obiettivi 2030: a che punto siamo Il Parlamento Europeo ha recentemente deciso di rivedere gli obiettivi per il 2030er la riduzione delle emissioni di gas serra, l’obiettivo passa dal 30% al 40%. Contemporaneamente, vengono quindi rivisti gli obiettivi nazionalier l’Italia si passa dal -33% di emissioni al -43,7%. Dai dati al 2023, infatti, vediamo come la riduzione nelle emissioni sia effettiva e tuttavia non sufficiente a salvaguardare la salute della popolazione, per cui un impegno crescente è necessario. Inoltre, alcuni paesi europei hanno già raggiunto o sono vicini a raggiungere gli standard del 2030: nel 2023 il 70% delle località ha già raggiunto gli obiettivi per O₃ e NO₂, in numero leggermente inferiore per il particolato. Per approfondire: “Inquinamento atmosferico: l’impatto del riscaldamento globale sulla salute”]]

Mag 2, 2025 - 00:46
 0
In Europa si respira aria migliore
![CDATA[

Dal report annuale sulla qualità dell’aria, pubblicato il 9 aprile 2025 dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), emerge un quadro in miglioramento, soprattutto per alcuni inquinanti, ma non ancora in linea con gli obiettivi per il 2030.

Le emissioni nel 2023

Fra tutti gli aspetti ambientali, le emissioni che causano inquinamento atmosferico hanno l’impatto maggiore sullo stato di salute dell’ambiente e della popolazione, anche per il loro ruolo nel progresso del riscaldamento globale.

Per questo, le direttive europee e le iniziative nazionali richiedono un impegno crescente nella riduzione dei livelli di emissioni. I risultati sono apprezzabili e gli attuali limiti imposti sono stati raggiunti nel 2023 nella maggior parte delle stazioni che rilevano la presenza di questi inquinanti:

  • il 99% non supera i limiti per il particolato fine (PM₂.₅);
  • il 98% per il diossido di azoto (NO₂);
  •  l’82% per l’ozono (O₃).

Un rischio per la salute

Se guardiamo al particolato fine, causato in parte dal traffico su strada e dal riscaldamento domestico, le emissioni a partire dal 2011 hanno avuto una flessione continua in tutti i paesi dell’Unione Europea. Tuttavia, il 94% della popolazione europea che vive in centri urbani è ancora esposta a questo inquinante in concentrazioni superiori a quanto raccomandato dall’OMS. Allo stesso modo, la maggior parte della popolazione è esposta all’ozono oltre i livelli preferibili per la salute.

Dai rilievi del 2023, è emerso che solo l’8% delle località registrate non supera i limiti consigliati dall’OMS per il PM₂.₅ e solo il 2% è al di sotto per l’ O₃, inquinanti che possono comportare patologie cardiovascolari e respiratorie.

Leggermente migliore la situazione per quanto riguarda le emissioni di NO₂, dovute soprattutto ai combustibili dei mezzi di trasporto su strada e per questo particolarmente critico nelle aree urbane, che nel 30% delle stazioni di rilevamento risulta sotto il livello raccomandato dall’OMS.

Obiettivi 2030: a che punto siamo

Il Parlamento Europeo ha recentemente deciso di rivedere gli obiettivi per il 2030er la riduzione delle emissioni di gas serra, l’obiettivo passa dal 30% al 40%. Contemporaneamente, vengono quindi rivisti gli obiettivi nazionalier l’Italia si passa dal -33% di emissioni al -43,7%. Dai dati al 2023, infatti, vediamo come la riduzione nelle emissioni sia effettiva e tuttavia non sufficiente a salvaguardare la salute della popolazione, per cui un impegno crescente è necessario.

Inoltre, alcuni paesi europei hanno già raggiunto o sono vicini a raggiungere gli standard del 2030: nel 2023 il 70% delle località ha già raggiunto gli obiettivi per O₃ e NO₂, in numero leggermente inferiore per il particolato.

Per approfondire: “Inquinamento atmosferico: l’impatto del riscaldamento globale sulla salute”]]