
Quando ho deciso di
trasferirmi a BUSAN, nel sud della
COREA DEL SUD, avevo un misto di emozione e timore. Mi aspettavo una metropoli caotica, ma quello che ho trovato è una città che respira insieme all’oceano, capace di avvolgerti con la sua gentilezza e sorprenderti con la sua energia. Una vita nuova mi attendeva affacciata sul
MARE DEL GIAPPONE, con il sapore salmastro nell’aria e la promessa di giornate dense di scoperta.
La geografia che racconta la città BUSAN è un mosaico urbano incastonato tra montagne sinuose e il blu sconfinato del mare. Si trova nell’estremo sud-est della penisola coreana, in una posizione che la rende naturalmente aperta agli scambi marittimi. Le sue
colline verdissime si alternano a vallate urbanizzate, spiagge dorate e porti affollati, mentre piccoli villaggi si arrampicano sui crinali come se cercassero rifugio dal trambusto della città. L’impressione è quella di una città in continua conversazione con il paesaggio: mai estranea, mai dominante. La geografia ha plasmato profondamente anche la cultura locale. Il
porto di Busan è uno dei più grandi dell’Asia e ha contribuito a rendere la città un crocevia di popoli, merci e idee. Per me, questo ha significato entrare in una comunità sorprendentemente internazionale, dove anche da italiano ho trovato uno spazio da abitare, condividere e vivere con autenticità.
Il clima: una carezza marina Uno degli aspetti più dolci del vivere a BUSAN è il
clima marittimo. L’estate è calda ma mai insopportabile: le brezze che arrivano dall’oceano portano refrigerio, rendendo anche i mesi più caldi sopportabili. Il sole splende spesso e invita a passare ore sulla sabbia della
spiaggia di Haeundae, tra le più famose e frequentate, oppure a godersi una bibita fresca nei piccoli locali sul lungomare di
Gwangalli. L’inverno, invece, è mite. Le temperature raramente scendono sotto lo zero e il freddo è secco, senza l’umidità opprimente che conoscevo in Italia. Questo permette di vivere la città tutto l’anno, senza rinunciare mai a passeggiate, esplorazioni o una ciotola fumante di
jjamppong nei mercati rionali.
L’economia locale: un cuore che pulsa di industria e commercio BUSAN è un gigante economico che si muove con ritmo costante. Non è solo una città costiera: è
il secondo centro urbano della Corea del Sud, un motore commerciale, industriale e logistico. Il
porto di Busan è il fulcro di un sistema economico dinamico, collegato non solo al resto del Paese ma anche a Cina, Giappone e Sud-Est Asiatico. Qui si producono
navi, automobili, acciaio e componenti elettronici. Ma c’è anche un’anima più piccola e artigianale: quella dei
mercati del pesce, dei
ristoranti a conduzione familiare, delle
botteghe tradizionali che sopravvivono accanto ai grattacieli. Come italiano, ho trovato possibilità professionali interessanti nel campo dell’insegnamento, del turismo, della ristorazione e del design. La curiosità verso l’Europa è viva, e chi ha competenze linguistiche o creative può trovare spazio per farsi strada. Ma bisogna sapersi adattare, osservare, imparare. E farlo con umiltà.
La vita quotidiana: incroci di culture e sapori Camminando per le strade di BUSAN, è impossibile non notare quanto sia
viva e caleidoscopica. Ogni quartiere ha una propria anima:
Seomyeon, con i suoi caffè e negozi alla moda;
Nampo-dong, più tradizionale e vivace;
Centum City, ultramoderno e verticale. In ogni angolo si respira qualcosa di diverso. Una delle mie abitudini preferite è perdermi nei
mercati tradizionali, come il
mercato di Jagalchi, dove ogni mattina pescatori e venditori espongono creature marine che sembrano venute da un altro mondo. Mi fermo spesso ad assaggiare
hoe, il sashimi coreano, servito con salse piccanti e contorni di alghe e germogli. Il sapore del mare qui è diretto, autentico, e parla una lingua antica. Eppure, BUSAN è anche molto internazionale. Non è difficile trovare ingredienti italiani nei supermercati specializzati o ristoranti che provano a interpretare la nostra cucina. Ma confesso che ho imparato ad amare anche la
zuppa di kimchi, il
bibimbap, i
tteokbokki mangiati per strada.
Il rapporto con la lingua e le persone Vivere in BUSAN senza conoscere il coreano è possibile, ma limitante. L’inglese è parlato solo in parte, soprattutto tra i giovani. Ho iniziato fin da subito a frequentare un
corso di lingua: ogni parola appresa ha aperto una porta in più. La gente qui è
cordiale, riservata ma curiosa. Quando ci si apre con rispetto e pazienza, si viene accolti con calore. Molti coreani sono fieri della loro cultura, e amano condividerla. Ho partecipato a
cerimonie del tè, a corsi di
calligrafia hangul, a
feste locali dove l’energia collettiva ti travolge. In cambio, ho portato anche un po’ d’Italia nei loro cuori: una cena con la pasta fatta in casa, un racconto su Roma, una lezione d’italiano improvvisata.
Aspetti pratici per un italiano in Corea Trasferirsi qui richiede una certa preparazione. Il
visto dipende molto dal motivo del trasferimento: lavorativo, studio o permanenza temporanea. Trovare casa è possibile anche senza agenzie, ma bisogna conoscere il sistema del
jeonse (contratti con cauzioni elevate) o il più comune affitto mensile (
wolse). La
sanità è moderna ed efficiente, anche se non del tutto gratuita. Con l’assicurazione nazionale coreana si accede a cure di alta qualità a prezzi contenuti. Il
trasporto pubblico è eccellente: metropolitana, autobus, treni, tutto è puntuale e pulito. Ho imparato a muovermi agilmente e ora considero la metropolitana di Busan una delle più comode che abbia mai usato.
Un’esperienza che mi cambia ogni giorno BUSAN non è solo una città: è una continua sorpresa. È quella brezza che ti sveglia la mattina con l’odore del mare. È il sorriso della signora al mercato che ti insegna a cucinare un piatto nuovo. È l’insegna luminosa che ti invita a esplorare un quartiere che ancora non conosci. È l’equilibrio sorprendente tra modernità e tradizione. Non avrei mai pensato di trovare un
angolo di casa così lontano, eppure qui, tra onde che accarezzano la riva e montagne che vegliano sulla città, ho imparato a sentirmi parte di un mondo più grande.
Mi trasferisco a Busan, Corea del Sud: Vita di mare, cultura e sorprese orientali