La protesta dei cittadini di San Sebastián contro i Mondiali di calcio e l’overtourism

La Fifa ha scelto San Sebastián tra le sedi dei mondiali di calcio 2030. I cittadini della città basca, già colpita da overtourism e gentrificazione, non ci stanno.

Mag 9, 2025 - 12:48
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La protesta dei cittadini di San Sebastián contro i Mondiali di calcio e l’overtourism
  • Tra il 2015 e il 2024 il numero di turisti a San Sebastián è aumentato del 78 per cento.
  • Oggi la città basca è al terzo posto in Spagna per il costo degli affitti, aumentati del 21 per cento in quattro anni.
  • Le associazioni di cittadini temono che i Mondiali di calcio in città possano peggiorare ulteriormente le cose.

A San Sebastián, nei Paesi Baschi spagnoli, un movimento di cittadini ha intrapreso una strenua battaglia contro l’assegnazione della città come sede dei Mondiali di calcio del 2030. La protesta è emersa in risposta all’aumento del turismo in città e alle sue conseguenze socio-economiche, con l’obiettivo di preservare la qualità della vita dei residenti. Il contesto è insomma quello della gentrificazione e dell’overtourism, con la città basca che negli ultimi anni ha vissuto un’impennata di visitatori e un aumento vertiginoso del prezzo delle case, con molti immobili dirottati sul mercato degli affitti brevi. Nei mesi scorsi, un po’ come successo a Barcellona, anche la popolazione di San Sebastián è scesa in piazza contro il turismo selvaggio. Il sindaco dell città, Eneko Goia, ha però criticato duramente la presa di posizione contro i Mondiali di calcio.

L’overtourism a San Sebastián

A fine 2024 la Fifa, la federazione internazionale che si occupa dell’organizzazione delle manifestazioni calcistiche, ha annunciato gli stadi in cui si terranno i mondiali di calcio del 2030, divisi tra Spagna, Portogallo e Marocco. Tra le città scelte c’è San Sebastián, nei Paesi Baschi, che già da qualche anno si è affermata come una delle principali mete turistiche spagnole.

Tra il 2015 e il 2024 il numero di turisti a San Sebastián è aumentato del 78 per cento, portando a un incremento vertiginoso dei prezzi degli immobili e alla difficoltà per i residenti di vedere riconosciuto il proprio diritto alla casa. Oggi la città basca è al terzo posto in Spagna per il costo degli affitti, che sono aumentati del 21 per cento negli ultimi quattro anni. Questo fenomeno ha portato all’espulsione di molti abitanti, trasformando la città in una destinazione turistica di lusso a scapito delle esigenze della comunità locale.

 

Quello dell’overtourism, un fenomeno che si verifica quando una località turistica subisce un afflusso di visitatori che supera la sua capacità di accoglienza, è un problema molto sentito in città. Lo scorso ottobre tra le sue vie si è tenuta una manifestazione molto partecipata contro il turismo selvaggio, dove sono stati rivendicati diritti come quello alla casa e sono stati fatti appelli alle istituzioni per mettere un freno alla turistificazione selvaggia. La decisione della Fifa di assegnare a San Sebastián alcune delle partite dei mondiali di calcio del 2030 ha suscitato molte polemiche. Se le istituzioni politiche cittadine, come il sindaco Eneko Goia, l’hanno considerata un’opportunità per nuovi investimenti urbani e per accrescere ulteriormente l’attrattività la città basca, diverse associazioni di cittadini l’hanno vista come un colpo di grazia a una situazione già di per sé critica. E hanno alzato la protesta.

Contro i Mondiali di calcio del 2030

Il movimento di protesta contro la decisione della Fifa è guidato da diverse associazioni di quartiere e gruppi civici locali, tra cui Bizilagunekin, che rappresenta una rete di oltre 50 organizzazioni impegnate nella lotta contro il turismo di massa. Queste realtà includono associazioni come Stop Evictions e la Ulia Neighbourhood Association, unite dalla preoccupazione per l’impatto del turismo sulla vita quotidiana dei residenti.

Le associazioni hanno firmato una lettera, spedita alla Fifa, in cui sottolineano che l’assegnazione dei Mondiali aggraverebbe ulteriormente questi problemi, favorendo interessi commerciali a discapito dei diritti dei cittadini. In particolare, temono che l’evento porti a un aumento della speculazione immobiliare e alla creazione di infrastrutture destinate esclusivamente ai turisti e a misure di sicurezza che limiterebbero la libertà di movimento dei residenti.

La Fifa non ha risposto all’appello delle associazioni di cittadini baschi. Il sindaco di San Sebastián, Eneko Goia, ha respinto le preoccupazioni delle associazioni, sottolineando il successo della città nell’organizzare eventi internazionali e il suo orgoglio per il profilo globale che essa ha acquisito. Ha anche suggerito che le critiche provenissero da una minoranza e che la città dovrebbe essere orgogliosa del suo riconoscimento internazionale. 

La protesta a San Sebastián riflette un movimento più ampio in Spagna contro l’overtourism e la gentrificazione, di cui si è parlato soprattutto per Barcellona, che sta vivendo le medesime problematiche ancora più su larga scala. Le associazioni locali chiedono un cambiamento nel modello turistico, ponendo al centro le esigenze dei residenti e cercando di preservare l’identità culturale e sociale della città.