Il grande cuore di Mariangela: ‘Ho regalato i miei capelli per le parrucche dei malati’
La giovane, 22 anni, studentessa di Lettere li ha inviati ad un’associazione. “Nonna durante la cure li ha persi, era disperata. Non voleva più uscire di casa. Nessun rimpianto, piuttosto la bella sensazione di aver contribuito a fare del bene”

Siena, 11 maggio 2025 – Compagni di vita. Sono cresciuti con lei. Da quando ha imparato a camminare al primo giorno sui banchi di scuola. Dalle estati al mare al compleanno con 18 candeline. Inseparabili, Mariangela e la sua splendida chioma di capelli. Lisci e foltissimi. Castano caldo.
Una ’cascata’, che tante donne vorrebbero avere. Soprattutto chi li ha persi sottoponendosi alle cure per combattere un male terribile. Costretti a ricorrere alla parrucca per vedere nuovamente il viso incorniciato dai capelli. “Da tanto mi balenava in testa l’idea di tagliarli e donarli per tale scopo. E l’ho fatto”, racconta Mariangela F., 22 anni, studentessa universitaria di Avellino al terzo anno del corso di laurea in Lettere a Siena. Nel futuro il sogno di diventare insegnante, nel presente è stata protagonista di questo bel gesto. Compiuto di slancio. Pieno di amore verso chi affronta un momento difficile della vita.
“A me tanto i capelli poi ricrescono”, si schernisce la studentessa confermando di aver detto addio alla sua lunghissima treccia inviandola poi ad un’associazione di Chieti che si occupa, appunto, della realizzazione di parrucche per le persone che si sottopongono a chemioterapia. E poi si dice che i giovani sono capaci solo di eccessi e con pochi valori.
Mariangela, è la prima volta che hai tagliato i capelli.
“Nel corso del tempo sono stati spuntati, però mai più di dieci centimetri. Erano davvero molto lunghi. Li ho sempre portati così”.
All’improvviso la scelta di darci un taglio per aiutare persone che attraversano un periodo buio. L’iniziativa è magari collegata a qualche esperienza dolorosa in famiglia?
“Da tempo, come detto, pensavo di cambiare. Anche perché tenerli così lunghi (arrivavano sotto il bacino, ndr) comportava un bell’impegno a livello di ’manutenzione’. Servivano cure e attenzioni. Il pensiero della donazione si è affacciato più volte. La mia coinquilina qui a Siena, per esempio, li aveva donati prima di conoscerci. Ora era il momento giusto. Quanto alla famiglia, in effetti ci sono state esperienza difficili per mia zia, ad esempio. Ma anche nonna ha perso i capelli per la chemioterapia. Non voleva più uscire di casa durante il trattamento perché le mancavano i suoi capelli. Non oso immaginare questa conseguenza del trattamento su bambini piccoli e giovanissimi”.
Cos’ha detto la nonna?
“E’ un’ammiratrice dei miei capelli, delle mie trecce. Non ci siamo ancora viste da quando ho il nuovo look”.
Il taglio è stato corto?
“A Salvatore, il parrucchiere in via Duprè, ho detto che volevo un caschetto, lui è andato anche un pochino più lungo di quanto avevo indicato. Ma vanno benissimo così”.
La sensazione dopo essersi distaccata da lunghi compagni di vita?
“Mi sento molto più leggera, perché alcuni etti pesavano. E poi sono anche un’altra Mariangela. Soprattutto provo la bella sensazione di aver contribuito a fare del bene. Mi è venuto di getto. La speranza è che, anche se solo un pochino, i miei capelli possano alleviare i problemi degli altri”.
Mamma cosa ha detto? Le amiche?
“Mamma sulle prime è rimasta di stucco ma ci avevo meditato bene. Quanto alle amiche dicono che forse sto anche meglio di prima”.
Quindi un doppio risultato positivo.
“Esatto. Il parrucchiere ha realizzato una treccia morbida che è già partita alla volta di Chieti. No, nessun rimpianto”.