“Costretta a gettare via 30mila euro di medicinali”. Lo sfogo di una mamma-infermiera
Prescritti alla figlia disabile. “Da cittadina e lavoratrice della sanità mi rifiuto di buttare via i medicinali”

Carmignano (Prato), 11 maggio 2025 – Valentina Spano, infermiera a Careggi, vive con la famiglia a Comeana ed è mamma di Aurora, una ragazza “speciale” con grave disabilità complessiva che è però riuscita ad andare a scuola e ad amare la musica.
Seguita dal Meyer e da Careggi, ad Aurora di recente è stata prescritta una terapia di Clobazam in sospensione orale che però si è rivelata inefficace. Valentina dispone di 6 confezioni integre e vorrebbe restituirle alla farmacia dell’ospedale, ma non si può. Quale è allora il problema? Sei scatole di questo farmaco costano ben 4.900 euro e Valentina non intende appoggiare questo spreco di denaro della sanità. Dal 24 aprile scorso ha intrapreso un percorso per trovare una soluzione rivolgendosi prima alla farmacia interna di Careggi poi all’Urp.
Inizialmente, sembrava che potesse riportarle, poi il discorso è cambiato. “La mia emotività e la volontà di non spiegare davanti a tutti perché riportavo i farmaci – spiega Valentina – mi ha fatto andar via, dopo aver lasciato la busta sul banco. Un farmacista mi ha rincorso, gridando tre volte signora, e mi ha messo la busta in mano senza spiegazioni e se n’è andato”.
Così Valentina è tornata a casa con i farmaci e il 27 aprile ha scritto all’Urp dell’Asl Toscana Centro. In pratica questi farmaci anche se lasciati nei contenitori per il banco farmaceutico non potrebbero essere “donati” perché li prescrive solo l’ospedale e verrebbero gettati via.
Valentina non ci sta: “Resto in attesa di indicazioni per la restituzione. Da cittadina e lavoratrice della sanità mi rifiuto di gettare i farmaci. Da quel che ho capito non è possibile restituirli per cavilli burocratici e arcaici. Il mio atto sociale e politico deriva dal fatto che 5mila euro andrebbero nella spazzatura e non sorvolo, come ho fatto altre volte. In un periodo come questo dove la sanità è andata in pezzi, dove ancora più di prima sono stati fatti tagli sulla disabilità e sulla malattia, non ci passo sopra quando viene permesso questo.
Questi farmaci – aggiunge – le cui scatole sono integre, sigillate fanno parte di un piano terapeutico, vengono somministrati in reparto, quello della specialistica di neurologia, quindi 5000 euro a mio avviso possono essere reinseriti nel sistema di cura”.
Valentina Spano è in attesa della risposta dell’Urp: “Se necessario mi rivolgerò alla procura della Repubblica, per modificare un sistema errato”.
M. Serena Quercioli