Francesca Ercolini, disposta la riesumazione per fare una nuova autopsia sul corpo della magistrata trovata morta in casa
Era il 26 dicembre 2022 quando Francesca Ercolini, magistrata originaria di Campobasso, venne trovata senza vita nella sua abitazione di Pesaro. Si parlò di suicidio e erano stati indagati per maltrattamenti il marito e il figlio. Ieri, 15 maggio, a distanza di oltre due anni e mezzo dalla morte, il giudice per le indagini preliminari […] L'articolo Francesca Ercolini, disposta la riesumazione per fare una nuova autopsia sul corpo della magistrata trovata morta in casa proviene da Il Fatto Quotidiano.

Era il 26 dicembre 2022 quando Francesca Ercolini, magistrata originaria di Campobasso, venne trovata senza vita nella sua abitazione di Pesaro. Si parlò di suicidio e erano stati indagati per maltrattamenti il marito e il figlio. Ieri, 15 maggio, a distanza di oltre due anni e mezzo dalla morte, il giudice per le indagini preliminari dell’Aquila, nell’ambito di un incidente probatorio richiesto dalla Procura, ha disposto nei prossimi giorni la riesumazione del corpo della Ercolini per consentire lo svolgimento di una nuova autopsia. Un’operazione cruciale per poter riaprire l’indagine su un caso che inizialmente venne considerato morte volontaria. Le indagini sono coordinate dalla procura abruzzese perché competente per territorio su fatti-reati che riguardano magistrati in servizio nelle Marche, ma l’autopsia si svolgerà in Molise.
La morte di Ercolini – Francesca Ercolini, all’epoca dei fatti 51enne presidente della II sezione civile del Tribunale di Ancona, fu trovata senza vita, un foulard stretto intorno al collo, dal marito Lorenzo Ruggeri e dal figlio allora 15enne all’interno dell’abitazione in cui i tre vivevano a Pesaro. Una prima ricostruzione portò a parlare di suicidio, una versione che non convinse mai del tutto, specialmente la madre della vittima, Carmela Fusco.
Un anno dopo il presunto suicidio infatti la Procura di Pesaro prima, e quella dell’Aquila poi, decisero di condurre ulteriori indagini, su denuncia dei familiari: della madre appunto, con cui la vittima si sentiva tutti i giorni, e del fratello avvocato. Indagini che fecero emergere, tramite testimonianze di familiari della giudice e materiale Whatsapp, un “quadro domestico difficile”, segnato da “continue violenze e dai maltrattamenti che la donna subiva regolarmente dal marito”, un noto avvocato civilista pesarese. I materiali raccolti e sequestrati consistevano in chat, foto e video che mostravano proprio lividi ed escoriazioni su varie parti del corpo: violenze fisiche a cui – come dichiarò il cugino della magistrata al Corriere – andava ad aggiungersi una “profonda depressione per ciò che lei era costretta a subire da tempo”. Anche il figlio di Ercolini – aggiunse il cugino – aveva “dei problemi ma lei non ne voleva parlare”.
Il materiale acquisito portò all’iscrizione nel registro degli indagati il marito della donna e inviare una segnalazione alla procura dei minori per il figlio. A entrambi venne contestato il reato di maltrattamenti perché costretta “ad una vita non conforme alla normale esistenza”.
Il (difficile) iter giudiziario – Il corso delle indagini però si bloccò per una serie – riportò La Stampa in un articolo del 2023 -“di differenti vedute all’interno della procura dell’Aquila”. Per quella “divergenza” di vedute in Procura non si riuscì a trovare un accordo collegiale su come condurre le indagini, al punto che del caso se ne occupò anche il Consiglio Superiore della Magistratura (Csm). Il primo pm titolare dell’inchiesta Marco Maria Cellini chiese la custodia cautelare in carcere per Ruggeri, ma l’istanza fu respinta col passaggio di consegna delle indagini ad un altro pm, Simonetta Ciccarelli. Nel novembre scorso il pm dell’Aquila chiese di archiviare la posizione del marito, ma il giudice rigettò la richiesta accogliendo l’opposizione della madre di Ercolini.
Le nuove indagini – Nelle ultime ore la Procura di Pesaro ha dunque deciso di avviare un nuovo filone investigativo. Alla base delle nuove indagini la tenacia della madre della vittima che sarà rappresentata dal legale Giuseppe Lattanzio. Diverse sono le persone iscritte nel registro degli indagati: in particolare, Lorenzo Ruggeri marito della vittima, tre funzionari delle forze dell’ordine (uno dei quali oggi in pensione) e il medico legale che effettuò la prima autopsia. Le ipotesi loro contestate sono gravi: depistaggio, falsità ideologica, violazione del segreto istruttorio e omissione d’atti d’ufficio. Accuse respinte dagli indagati.
Intanto l’appartamento dove viveva Ercolini con la famiglia è stato messo sotto sequestro e qui sarà eseguito un esperimento giudiziale volto a ricostruire fedelmente la scena del ritrovamento del corpo. La richiesta dell’esperimento giudiziale è stata accolta dal gip Marco Billi. Inoltre è stato disposto un nuovo sequestro del cellulare della vittima e di altri supporti informatici. Resta aperto il fascicolo d’indagine per presunti maltrattamenti e istigazione al suicidio, di cui messaggi, foto e video potrebbero costituire la prova più robusta. Resta da chiarire se queste condotte possano aver contribuito al decesso. L’udienza per l’incidente probatorio, con la nomina del collegio di periti incaricato dal Tribunale per procedere all’autopsia, si terrà il prossimo 23 maggio.
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