Blackout in Spagna, non fatevi fregare da chi vuole avvelenarvi con petrolio e gas

Non si era ancora asciugato l’inchiostro virtuale sulle prime pagine dei giornali, che Sergio Giraldo scriveva su La Verità del 28 aprile che il blackout in Spagna era colpa delle rinnovabili (bontà sua, con un punto interrogativo!). Al solito, si parte da un evento particolare per generalizzare, come è successo con le auto elettriche presentate […] L'articolo Blackout in Spagna, non fatevi fregare da chi vuole avvelenarvi con petrolio e gas proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 30, 2025 - 13:46
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Blackout in Spagna, non fatevi fregare da chi vuole avvelenarvi con petrolio e gas

Non si era ancora asciugato l’inchiostro virtuale sulle prime pagine dei giornali, che Sergio Giraldo scriveva su La Verità del 28 aprile che il blackout in Spagna era colpa delle rinnovabili (bontà sua, con un punto interrogativo!). Al solito, si parte da un evento particolare per generalizzare, come è successo con le auto elettriche presentate come dei fiammiferi su ruote, mentre invece sono molto meno a rischio di incendio di quelle a benzina o a gasolio.

Ma cosa è successo esattamente in Spagna? Se vi intendete un po’ di sistemi complessi, sapete che tendono ad andare in oscillazione. Ovvero può succedere che a causa di una perturbazione esterna il sistema entra in risonanza e comincia ad andare su e giù in modo incontrollato. Compensare queste oscillazioni non è cosa semplice. La rete ha almeno quattro o cinque componenti principali: solare, vento, turbine a gas, idroelettrico e nucleare (se c’è). Di questi, sole e vento non sono “programmabili”; ovvero non si possono regolare a piacere. Lo stesso vale per le centrali nucleari, che si possono anche spegnere e riaccendere, ma in tempi lunghi. In pratica, sono le turbine a gas e gli impianti idroelettrici a bacino che si possono regolare per seguire la domanda. Negli ultimi tempi, si usano sempre di più le batterie di stoccaggio per lo stesso scopo.

In pratica, può sempre succedere che il sistema vada fuori controllo e, a quel punto, bisogna spegnere gli impianti per evitare danni peggiori: è il blackout. È quello che è successo in Spagna, dove la Ree (l’equivalente del nostro Gse) ha identificato una forte perturbazione nella produzione della rete alle 12:33 del 28 aprile. Colpa delle rinnovabili? Non lo si può completamente escludere, ma non è affatto detto. Vi ricordate del blackout in Italia del 2003? Le rinnovabili non c’entravano per niente perché a quell’epoca non c’erano. La perturbazione era stata causata da un albero che era caduto interrompendo una linea ad alta tensione fra l’Italia e la Svizzera. Ci sono stati decine di blackout a livello di intere nazioni ben prima della diffusione delle rinnovabili. Il più grande della storia è stato in India nel 2012, che ha lasciato al buio circa 600 milioni di persone.

Nel caso della Spagna, possiamo identificare almeno uno dei fattori che ha peggiorato le cose: la mancanza di batterie di stoccaggio. Sono una novità tecnologica che permette non solo di produrre quando non c’è sole o vento, ma anche di compensare le oscillazioni che possono destabilizzare la rete. Il problema è che in Spagna ci sono soltanto 60 MW di batterie, ben poco rispetto ai 125 GW di potenza di rete installata. Gli spagnoli si sono fidati dei loro impianti idroelettrici a bacino e le turbogas per compensare ma, evidentemente, non sono bastati. In Italia, invece, abbiamo circa 1 GW di batterie ovvero 16 volte di più della Spagna, il che rende la nostra rete ben più solida e resiliente. Per non parlare della California che straccia tutti in questo campo con oltre 13 GW di batterie. (Nb: questi valori sono in unità di potenza, il che non è la stessa cosa dell’energia. Ma questo è un altro discorso).

Anche con una buona potenza di batterie installata, nessuno può garantire che non ci saranno mai blackout, ma il caso della Spagna ci dice che dobbiamo insistere con batterie e rinnovabili. È una combinazione che ci sia energia a buon mercato come una rete stabile. Andiamo avanti così, e non vi fate imbrogliare da quelli che vogliono continuare ad avvelenarvi con petrolio e gas.

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