Bombardata con droni la nave di aiuti umanitari Freedom Flotilla, diretta verso Gaza
La Conscience, una delle navi facente parte della flotta navale Freedom Flotilla, è stata attaccata alle 00.23 del 2 maggio nelle acque internazionali al largo delle coste di Malta. L’equipaggio, composto da una trentina di attivisti e attiviste provenienti da ventuno Paesi del mondo, denuncia che a quattordici miglia nautiche dalle coste maltesi vari droni […] The post Bombardata con droni la nave di aiuti umanitari Freedom Flotilla, diretta verso Gaza appeared first on L'INDIPENDENTE.

La Conscience, una delle navi facente parte della flotta navale Freedom Flotilla, è stata attaccata alle 00.23 del 2 maggio nelle acque internazionali al largo delle coste di Malta. L’equipaggio, composto da una trentina di attivisti e attiviste provenienti da ventuno Paesi del mondo, denuncia che a quattordici miglia nautiche dalle coste maltesi vari droni armati hanno colpito «la prua di un’imbarcazione civile disarmata, causando un incendio e una falla nello scafo», interrompendo, di fatto, la missione umanitaria diretta verso Gaza e lasciando la flotta in una situazione critica, nella quale l’imbarcazione rischia l’affondamento.
In seguito al messaggio di SOS inviato dall’equipaggio, un’imbarcazione proveniente da Cipro del Sud si è recata sul posto, senza però ripristinare la corrente elettrica sulla nave colpita. Dalle prime ricostruzioni sembra che i droni fossero diretti sul generatore, per isolare deliberatamente l’imbarcazione e impedire ogni tipo di comunicazione e contatto con l’esterno. Mentre dal centro di coordinamento del soccorso marino di Roma annunciano l’invio sul posto di un rimorchiatore, l’equipaggio denuncia che la guardia costiera maltese, obbligata a servire assistenza, non ha risposto ai segnali di SOS, infrangendo le norme del diritto internazionale. «Chiediamo che Malta risponda immediatamente al suo obbligo e garantisca la sicurezza di tutti coloro che sono a bordo della nave. La comunità internazionale condanni questa aggressione contro una nave umanitaria disarmata e chieda alle autorità maltesi di agire immediatamente» afferma l’equipaggio nel suo comunicato. «Tutti gli Stati pongano fine al sostegno politico, finanziario e militare all’assedio illegale, al blocco, all’occupazione e all’apartheid di Israele» denunciano dalla Flotilla.
Non è la prima volta che questa flotta subisce un attacco. Quindici anni fa, il 31 maggio del 2010, dieci attivisti furono uccisi e altre centinaia furono detenuti dalle forze speciali israeliane, che giustificarono il massacro affermando che le navi stessero trasportando armi per Hamas.
La flotta, che fu obbligata a rimandare la partenza prevista per il 24 aprile a causa della richiesta di Israele di imporre un blocco amministrativo, ha l’urgenza di consegnare 5.500 tonnellate di cibo a Gaza. L’organizzazione della missione, che denuncia l’impassibilità della comunità internazionale dinanzi alle azioni genocide dello stato di Israele e accusa le soluzioni messe in atto, come «il corridoio marittimo di Cipro, il porto galleggiante improvvisato degli Stati Uniti e il simbolico lancio di cibo», sceglie di intervenire direttamente mettendo in evidenza la forza della società civile e il subdolo oblio delle istituzioni politiche internazionali.
A due mesi dalla rinnovata chiusura delle frontiere della Striscia e l’impedimento da parte dello stato di Israele di far entrare i camion con aiuti umanitari destinati alla popolazione, Gaza sta rimanendo inesorabilmente senza cibo. Mentre la comunità internazionale offre aiuto per spegnere i vasti incendi che hanno colpito la città di Gerusalemme, simultaneamente le forze israeliane continuano a bombardare i territori palestinesi e attaccano impunemente mezzi civili disarmati che hanno la missione di rompere l’embargo umanitario imposto da Israele aggirando le frontiere e intervenendo via mare.
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