Area euro: crescita oltre le attese, ma i rischi restano

L’economia dell’area euro ha inaugurato il 2025 con una crescita più solida del previsto (+0,4% trimestre su trimestre), aiutata dalla tenuta di Germania e Francia, che evitano la recessione tecnica. Nonostante l'incertezza legata ai dazi e alla volatilità politica negli Stati Uniti, i segnali di rallentamento restano contenuti.

Mag 2, 2025 - 12:08
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Area euro: crescita oltre le attese, ma i rischi restano

La stima iniziale della crescita del Pil dell’area euro nel primo trimestre si è attestata allo 0,4% trimestre su trimestre (+1,2% su base annua), al di sopra del consenso (+0,2%). A livello nazionale, tutte le principali economie hanno registrato un’espansione su base trimestrale, più o meno in linea con le aspettative. Sia la Francia che la Germania hanno evitato di entrare in recessione tecnica dopo le contrazioni registrate alla fine del 2024.

L’economia tedesca è cresciuta dello 0,2%, con i consumi delle famiglie e gli investimenti che hanno contribuito positivamente. In Francia, il rimbalzo è stato più contenuto (+0,1% trimestre su trimestre). La crescita dell’Italia ha sorpreso positivamente (+0,3% trimestre su trimestre). In Spagna, la crescita ha continuato a rallentare leggermente (dal +0,7% al +0,6% trimestre su trimestre), ma l’economia spagnola continua a sovraperformare rispetto alla media dell’area euro.

Come sottolinea Henry Cook, Senior Europe Economist di MUFG BankVale, "escludendo l’Irlanda (+3,2% trimestre su trimestre), la crescita dell’area euro nel secondo trimestre è stata intorno allo 0,2% trimestre su trimestre (cioè, in linea con le attese)".

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La crescita del Pil nel primo trimestre sembra ormai storia passata dopo l’annuncio delle tariffe del 2 aprile, noto come "Giorno della Liberazione", e la conseguente volatilità. Secondo Cook, "È probabile un rallentamento non appena gli effetti delle tariffe inizieranno a manifestarsi. Tuttavia, è incoraggiante che l’economia dell’area euro sia entrata in questo periodo di volatilità della politica statunitense con un ragionevole slancio di crescita".

Per quanto riguarda i soft data di aprile, il quadro offerto dai sondaggi è stato leggermente migliore del previsto. Sì, l’indice PMI composito dell’area euro si è indebolito, ma resta (appena) sopra la soglia di neutralità nonostante la svolta protezionistica degli Stati Uniti. La componente manifatturiera, in realtà, è migliorata ad aprile. Secondo Cook, "Questo potrebbe indicare finalmente una ripresa ciclica del settore industriale, che potrebbe in parte compensare l’impatto negativo delle tariffe e dell’incertezza politica correlata".

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Se c’è un’area che desta particolare preoccupazione nei sondaggi recenti è il sentiment delle famiglie. La fiducia dei consumatori dell’area euro si è indebolita a marzo e poi è calata bruscamente ad aprile, con le famiglie sempre più preoccupate per le condizioni occupazionali e l’inflazione.

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Secondo Cook, "i problemi legati ai dazi sembrano avere meno probabilità di compromettere il processo di disinflazione, dato il chiaro intento dell’UE di evitare un’escalation di ritorsioni. Un euro più forte e prezzi energetici più bassi sembrano anche destinati a rafforzare il freno alla crescita dei prezzi causato dallo shock della domanda legato ai dazi".

Di conseguenza, spiega Cook, "la crescita dei salari reali sembra destinata a rimanere in territorio positivo e quindi il sentiment dei consumatori potrebbe recuperare nei prossimi mesi. Se dovesse verificarsi un deterioramento del mercato del lavoro legato ai dazi, partirebbe comunque da una situazione relativamente favorevole, con un tasso di disoccupazione ai minimi storici".

Il quadro complessivo fornito dai dati dei recenti sondaggi resta coerente con una crescita piatta nel secondo trimestre, piuttosto che con una brusca contrazione, ma il sentiment delle imprese è destinato a rimanere modesto nei prossimi mesi, mentre l’incertezza sulla politica commerciale degli Stati Uniti continua a incombere sull’economia.

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Secondo Cook, "è improbabile che la tregua di 90 giorni sui dazi reciproci passi senza ulteriori sviluppi, dato il frequente susseguirsi di annunci statunitensi in materia commerciale sin dal giorno dell’insediamento, il 20 gennaio. La mancanza di chiarezza continuerà a pesare sulle decisioni di investimento e sulla crescita complessiva. D’altra parte, maggiori dettagli sul profilo del nuovo sostegno fiscale tedesco potrebbero migliorare il sentiment verso la fine del primo semestre".

Le previsioni di MUFG Bank, che comprendono anche i dati del primo trimestre, indicano una media annua del 2025 dallo 0,7% allo 0,9%, eguagliando così l’espansione dello scorso anno. Per chiarezza, scrive Cook, "ci sono ancora molti fattori in movimento (es. dazi, risposta fiscale) e qualsiasi previsione in questa fase va presa con cautela".