Ucraina: l’accordo con Trump sulle terre rare torna ad alimentare il conflitto

Dopo mesi di trattative, l’Ucraina e gli Stati Uniti hanno siglato il cosiddetto accordo sulle terre rare che, oltre a risarcire Washington per gli aiuti finanziari forniti finora a Kiev, cambia radicalmente il modo di gestire il conflitto da parte dell’amministrazione Trump. Se finora, infatti, il presidente statunitense aveva sospeso gli aiuti militari all’Ucraina per […] The post Ucraina: l’accordo con Trump sulle terre rare torna ad alimentare il conflitto appeared first on L'INDIPENDENTE.

Mag 2, 2025 - 16:36
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Ucraina: l’accordo con Trump sulle terre rare torna ad alimentare il conflitto

Dopo mesi di trattative, l’Ucraina e gli Stati Uniti hanno siglato il cosiddetto accordo sulle terre rare che, oltre a risarcire Washington per gli aiuti finanziari forniti finora a Kiev, cambia radicalmente il modo di gestire il conflitto da parte dell’amministrazione Trump. Se finora, infatti, il presidente statunitense aveva sospeso gli aiuti militari all’Ucraina per dare più spazio alle trattative diplomatiche tra Kiev e Mosca, lo stesso giorno della firma dell’intesa, il capo della Casa Bianca ha dichiarato al Congresso di voler autorizzare l’esportazione di prodotti per la difesa all’ex Paese sovietico attraverso vendite commerciali dirette di 50 milioni di dollari o più, come riferito dal Kiev Post. Dopo lo stallo delle trattative con la Russia e le difficoltà incontrate per conciliare le posizioni dei due Stati belligeranti, riprendono così le forniture d’armi a Kiev, non più sotto la forma degli aiuti, bensì in cambio dell’utilizzo di risorse minerarie. Ciò significa che Washington di fatto torna ad alimentare il conflitto che Trump aveva dichiarato di voler chiudere nel minor tempo possibile dal momento del suo ritorno al governo: l’autorizzazione all’esportazione di armi, infatti, è la prima da quando il tycoon è tornato in carica.

Il Consigliere per la Sicurezza nazionale USA, Marco Rubio, ha comunque precisato che gli Stati Uniti non hanno intenzione di rinunciare a risolvere il conflitto in Ucraina, sottolineando però che «questioni più importanti stanno accadendo in tutto il mondo» e gli Stati Uniti devono decidere quanto tempo dedicare alla questione russo-ucraina. Tradotto, Washington avrebbe problemi più importanti da affrontare, in primis quelli economico-commerciali con la Cina. Nel frattempo, però, l’amministrazione Trump pare intenzionata a sfruttare il più possibile a suo favore le ricchezze dell’Ucraina: oltre a ottenere un risarcimento per i 350 miliardi di dollari spesi dagli Stati Uniti dall’inizio della guerra, infatti, l’accordo stipulato con Kiev garantisce alla potenza a stelle e strisce una corsia preferenziale per accedere alle risorse minerarie e ai progetti d’investimento in questo settore del Paese europeo. L’intesa ha istituito il “Fondo di Investimento per la Ricostruzione Usa-Ucraina” in cui Kiev verserà il 50% di tutti i proventi generati dalle nuove licenze per l’estrazione di minerali in nuove aree. Entrambi i Paesi avranno, inoltre, pari diritti di voto nella gestione del fondo. Il documento è stato stipulato a seguito dell’incontro in Vaticano tra Trump e il presidente ucraino Zelensky in occasione dei funerali del papa sabato scorso.

Secondo il Washington Post, che ha visionato una versione dell’accordo, l’Ucraina non è riuscita a ottenere garanzie di sicurezza esplicite nel contratto, ma il testo chiarisce comunque che gli Stati Uniti si impegnano a mantenere un “allineamento strategico a lungo termine” con Kiev e a e a creare “un’Ucraina libera, sovrana e prospera”. Secondo Scott Bessent, segretario al Tesoro USA, l’intesa «segnala chiaramente alla Russia che l’amministrazione Trump è impegnata in un processo di pace incentrato su un’Ucraina libera, sovrana e prospera a lungo termine». Nel comunicato del Tesoro americano si chiarisce anche che “a nessuno Stato o persona che abbia finanziato o fornito la macchina da guerra russa sarà consentito di beneficiare della ricostruzione dell’Ucraina”. Da parte sua, il ministro dell’Economia, Yulia Svyrydenko ha detto che l’intesa «riflette l’impegno degli Stati Uniti per la sicurezza, la ripresa e la ricostruzione dell’Ucraina» e che «Il documento può garantire successo a entrambi i paesi».

In termini economici e di risorse minerarie, l’accordo per ora potrebbe non soddisfare le aspettative dell’amministrazione americana, nonostante l’ottimismo di Trump: secondo alcuni esperti, infatti, dopo la guerra saranno necessari investimenti privati per sviluppare un settore devastato dal conflitto. Allo stesso tempo, si sottolinea anche come, al momento, lo sviluppo di un’industria mineraria legata al litio – minerale di cui l’Ucraina è ricca – non esista fuori dalla Cina. Creare da zero tale settore richiederebbe ingenti investimenti. Nonostante il nome dell’accordo faccia riferimento solo alle terre rare, in realtà nel documento stipulato tra Washington e Kiev sono compresi anche minerali e giacimenti di idrocarburi. Kiev possiede il 6% delle risorse globali di grafite, l’1- 2% di quelle di litio, l’1% di quelle di titanio e il 2-4% delle risorse di Uranio. Per quanto riguarda le terre rare, nel sottosuolo ucraino sono presenti il lantanio e il cerio. Bisogna però considerare che in seguito alla conquista da parte di Mosca della parte orientale dell’Ucraina, circa il 40% delle risorse metalliche del Paese è ora sotto il controllo russo: la Nazione eurasiatica ha occupato almeno due giacimenti di litio, uno a Donetsk e un altro nella regione di Zaporizhia, nel sud-est. Kiev controlla ancora i giacimenti di litio nella regione centrale di Kyrovohrad.

Se da un lato, dunque, non è garantito un ritorno in termini economici in tempi rapidi, dall’altro Washington sembra avere fatto retromarcia circa la volontà di portare a termine i negoziati, tornando, al contrario, ad alimentare la guerra attraverso la vendita di prodotti bellici all’ex Stato sovietico. Se continuare a fornire armi all’Ucraina non cambierà i risultati sul campo, può in ogni caso contribuire a logorare la capacità difensiva, l’economia e il morale della Russia. Inoltre, causerà altre vittime militari e civili da una parte e dall’altra, mentre gli Stati Uniti sono impegnati a ottenere il massimo profitto possibile.

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