Bitcoin: tra inflazione Usa e incertezza geopolitica, si rafforza il ruolo di bene rifugio

Mentre i mercati finanziari globali affrontano un’ondata di incertezza, alimentata dai dati economici statunitensi e dalle tensioni politiche, il Bitcoin si distingue come una delle poche asset class capaci di mantenere lo slancio. A sottolinearlo è Adrian Fritz, Head of Research di 21Shares, che in un’analisi pubblicata oggi evidenzia come “l’andamento dell’inflazione PCE statunitense, insieme... Leggi tutto

Mag 3, 2025 - 01:58
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Bitcoin: tra inflazione Usa e incertezza geopolitica, si rafforza il ruolo di bene rifugio

Mentre i mercati finanziari globali affrontano un’ondata di incertezza, alimentata dai dati economici statunitensi e dalle tensioni politiche, il Bitcoin si distingue come una delle poche asset class capaci di mantenere lo slancio. A sottolinearlo è Adrian Fritz, Head of Research di 21Shares, che in un’analisi pubblicata oggi evidenzia come “l’andamento dell’inflazione PCE statunitense, insieme ai deludenti dati sul Pil di questa mattina, crea una pressione significativa sulla Federal Reserve in vista della riunione cruciale del prossimo mercoledì”.

Sebbene i mercati prevedano un mantenimento dei tassi d’interesse, i segnali macroeconomici contrastanti complicano il compito della Fed e alimentano la volatilità. “Quello che si può affermare con certezza è che il delicato equilibrio tra inflazione e crescita sarà centrale per le dinamiche di mercato nelle prossime settimane”, aggiunge Fritz.

In questo contesto turbolento, la risposta degli investitori è stata eterogenea. Dall’annuncio del presidente Trump del cosiddetto “Giorno della Liberazione” lo scorso 2 aprile – una mossa politica che ha riacceso i timori legati ai dazi – i mercati azionari, e in particolare gli indici tecnologici come il NASDAQ, hanno registrato performance altalenanti. Le preoccupazioni per una possibile recrudescenza delle guerre commerciali hanno frenato l’ottimismo degli operatori.

Controcorrente rispetto ai mercati tradizionali, Bitcoin ha invece segnato un nuovo massimo storico, superando i 90.000 dollari. “Ha tracciato la propria rotta, dimostrando una notevole resilienza contro le turbolenze che hanno colpito i mercati tradizionali”, osserva Fritz. Particolarmente significativa è la crescente divergenza tra BTC e il NASDAQ, due asset storicamente correlati, ora invece su traiettorie opposte.

Questa indipendenza del Bitcoin potrebbe indicare un cambiamento strutturale nel modo in cui viene percepito dagli investitori, soprattutto quelli istituzionali. Secondo Fritz, “gli investitori stanno riconoscendo la sua proposta di valore unica nell’attuale panorama macroeconomico. Essendo un asset decentralizzato e sovrano, offre vantaggi in termini di differenziazione dagli asset tradizionali e di tutela dai dazi, in quanto non può essere direttamente soggetto o manipolato da politiche governative”.

La natura deflazionistica e non governabile del Bitcoin lo rende particolarmente attrattivo in una fase storica dominata da tensioni geopolitiche e instabilità monetaria. Con le politiche economiche protezionistiche statunitensi che iniziano a produrre effetti tangibili, cresce la probabilità che il Bitcoin prosegua il proprio distacco dai mercati azionari. “Questa evoluzione rappresenta una maturazione della classe di asset e segnala potenzialmente una nuova fase nel suo ciclo di adozione”, conclude Fritz, sottolineando il crescente ruolo di Bitcoin come macro-hedge nei portafogli globali.

In un panorama sempre più complesso, il Bitcoin sembra dunque avviarsi verso una nuova fase, non più soltanto come asset speculativo, ma come possibile ancora di stabilità in tempi incerti.