Risonanza magnetica, un miraggio. Piero Vernile (ex Ilva): “All’Asl mi hanno detto, ripassi tra due anni”
Taranto, la guerra dell’operaio 46enne, tre figli e due focolai tumorali (benigni). “La prima cosa che ho pensato: ci sarò ancora? La mia battaglia per i diritti. Voglio dare voce a chi non ce l’ha”

Taranto, 27 aprile 2025 – Piero Vernile, 46 anni, operaio dell’ex Ilva di Taranto, manutentore delle acciaierie, padre di tre figli. Dal 2017 convive con due focolai tumorali, dal 2010 è invalido al 60% per un’altra patologia. Il 28 marzo ha prenotato una risonanza magnetica all’ospedale di Castellaneta. “Il primo appuntamento? Tra due anni. La prima cosa che ho pensato, chissà se ci arrivo. Io non lo so. Un mio collega doveva essere operato. Hanno chiamato la moglie perché si era liberato un posto per l’intervento. Ma lui era morto l’anno prima”.
Piero, lei oggi è diventato un simbolo in tutta Italia.
“Mi hanno contattato in tantissimi, c’è chi ha appuntamento per la cataratta nel 2028... Questo non è il problema di Piero ma di tutti i cittadini. A Palagiano, dove vivo, faccio anche parte dell’associazione Echo, si occupa di malati oncologici.
Quando lasciano l’ospedale, devono sottoporsi ai controlli. Ma le visite sono prenotate nel 2025, invece per le Tac si va al 2028.
Perché ha richiesto una risonanza magnetica?
“Perché da un anno e mezzo ho dei problemi, mi blocco con le braccia, le dita della mano destra si paralizzano. Ho fatto delle terapie ma i dolori sono aumentati. Un giorno ho avuto una mezza paralisi alla bocca. Avendo già due tumori benigni, dormienti, al polmone destro, focolai sotto l’ascella, avendo una patologia al fegato con un’invalidità, mi sono preoccupato. Il medico ha detto, dobbiamo indagare”.
Quindi le prescrive la risonanza e lei prenota.
Primo appuntamento a marzo 2027. Come ha reagito?
“Con la signora del Cup di Palagiano ci siamo guardati. Poi mi ha detto: se vuoi puoi tornare lunedì, vediamo se aprono le agende”.
Le agende chiuse sono fuorilegge.
“Infatti. Ho chiesto l’appuntamento e già pensavo di denunciare questa vergogna”. Tutta la storia si svolge in un luogo simbolo, l’ex Ilva.
“Noi lavoratori delle acciaierie pretendiamo una commissione sanitaria, screening per tutti e una legge speciale. Abbiamo già dato tanto. A Taranto si parla sempre di salute, tutti i governi hanno detto che vanno tutelati cittadini e lavoratori ma sono rimaste solo parole”.
Come si risolve il dramma delle liste d’attesa?
“Togliendo il potere alla politica e a tanti dottori che usano la sanità pubblica per interessi personali. Non riesco a capire come mai un privato convenzionato riesca a chiudere in positivo e il pubblico no. E come mai se prenotiamo intramoenia quelle visite e quegli esami si riescano a fare molto velocemente”.