La “eRRe” del 27 aprile 2025

«E adesso giù la maschera!» di Erika Errico Avvocato Un giallo scritto al rovescio o solo un modo di narrare una vicenda che potrebbe ritrovarsi in numerose cronache locali e nazionali. Il protagonista proviene da una famiglia umile, ma riesce con impegno e sacrificio a diventare un illustre ginecologo, docente universitario, stimato professionista. Ha una […]

Apr 27, 2025 - 10:11
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La “eRRe” del 27 aprile 2025
«E adesso giù la maschera!»

Un giallo scritto al rovescio o solo un modo di narrare una vicenda che potrebbe ritrovarsi in numerose cronache locali e nazionali.
Il protagonista proviene da una famiglia umile, ma riesce con impegno e sacrificio a diventare un illustre ginecologo, docente universitario, stimato professionista.

Ha una bella casa in un quartiere prestigioso, in cui vive con la propria famiglia. Lavora alacremente, si accompagna ad una avvenente segretaria tuttofare, conserva un buon rapporto con la madre.
È tutto in una bolla di sapone, che può scoppiare in un momento.
Lo stress, il nervosismo, l’arrivismo, l’irregolarità di una vita intensa d’un colpo annebbiano la mente; le certezze vacillano e tutto sembra in balìa del vento.

Il professore cerca il punto di rottura, l’origine del dubbio, chi o cosa ha messo in discussione ogni certezza.
Jean Chabot vive nella menzogna, in una lussuosa casa che solo apparentemente condivide con una moglie ormai lontana e con i figli che non hanno più confidenza con lui. Sono tutti estranei. Anche sua madre ne disprezza il successo e la vita distorta; lei non cede alle lusinghe del denaro, ma resta ferma sugli ideali (poco remunerativi) condivisi con il marito, morto ormai da tempo immemore.

Jean elargisce denaro ai familiari, consente loro una vita godereccia, incalza i suoi sottoposti a lavoro, rassicura le pazienti, ha sempre il controllo della situazione.

Nella frenesia delle responsabilità dell’uomo-capo branco chi si occupa delle sue necessità?

Chi mette a tacere le sue incertezze?

Chi lenisce i dolori della sua anima?

Viviane.


La prudente segretaria-amante è sempre in grado di evitare al professore ogni seccatura, proprio come quando decide di licenziare la giovane alsaziana, tenera e morbida come un orsacchiotto, rea di essersi concessa a Jean Chabot non meno di altre donne; spaurita e perduta, annegata suicida, che uno straniero cerca di vendicare lanciando messaggi sinistri al protagonista della torva vicenda.

“Ti ucciderò”.

Ecco l’origine di ogni turbamento.

Il pensiero logorante e avvilente della fine imminente, la fine che poi arriverà… in un tumultuoso susseguirsi di proiettili mortali.

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