Pensione di vecchiaia in aumento, quella anticipata non conviene
Nel 2025 aumenta l'importo medio delle pensioni, ma crescono anche le disuguaglianze territoriali e di genere, con più richieste di assegni sociali e meno richieste di invalidità

Nel 2025 i pensionati italiani possono tirare un piccolo sospiro di sollievo: gli assegni liquidati sono infatti, in media, più alti rispetto al 2024. A rivelarlo è il Monitoraggio dei flussi di pensionamento Inps di aprile, che fotografa un sistema previdenziale in leggera crescita sia per gli importi che per il numero delle prestazioni erogate. I dati dicono poco ovviamente sulle cifre percepite dai singoli, ma aiutano a definire un quadro preciso di dove sta andando la previdenza italiana.
Dietro l’apparente buona notizia degli aumenti, comunque, si nascondono segnali di squilibrio, dalla disparità di genere, alle crescenti difficoltà economiche di una parte della popolazione.
Quali importi sono aumentati nel 2025
Il primo dato che salta all’occhio dal Monitoraggio riguarda l’importo medio delle pensioni liquidate. Nel primo trimestre 2025, l’assegno medio si è attestato a 1.486 euro al mese, contro i 1.457 euro registrati mediamente nel corso del 2024. Si tratta di una crescita contenuta, di soli 29 euro al mese, ma che può alleviare leggermente il peso dell’inflazione sui bilanci familiari. Non tutte le pensioni, però, aumentano.
Tipo di pensione | Importo medio nel 2025 | Importo medio nel 2024 |
Pensione di vecchiaia | 1.350 euro | 1.326 euro |
Pensione anticipata | 2.182 euro | 2.220 euro |
Pensione di invalidità | 869 euro | 901 euro |
Pensione ai superstiti | 550 euro | 595 euro |
Il balzo più significativo riguarda le pensioni di vecchiaia. Nonostante una leggera flessione degli importi, le pensioni anticipate continuano a garantire assegni più alti, a conferma che chi lascia il lavoro prima lo fa in genere con carriere contributive più solide. In controtendenza rispetto al dato totale anche le pensioni di invalidità e per i superstiti, che segnano lievi cali.
Sempre meno pensioni femminili
Se da un lato gli importi salgono, dall’altro emerge una tendenza preoccupante: la riduzione del numero di pensioni femminili. Nel 2025, il rapporto tra pensioni femminili e maschili è diminuito di 9 punti percentuali rispetto all’anno precedente, assestandosi a 104 pensioni femminili ogni 100 maschili.
Questo calo si spiega in buona parte con l’irrigidimento dei requisiti per Opzione donna, che negli ultimi due anni è stata fortemente limitata a poche categorie di lavoratrici (caregiver, invalide e licenziate). Le donne, che storicamente hanno carriere più frammentate e retribuzioni più basse, vedono così ridursi uno dei principali strumenti di uscita anticipata.
Più pensioni al Nord che al Sud
Anche nel 2025 si conferma il tradizionale squilibrio territoriale nella distribuzione delle pensioni. Oltre il 52% delle nuove pensioni viene liquidato a residenti nel Nord Italia, mentre il Sud, pur avendo una popolazione anziana molto consistente, resta sotto il 30%.
Le ragioni sono molteplici. Al Nord la maggiore stabilità lavorativa e livelli retributivi più alti favoriscono carriere continue e versamenti contributivi completi. Al Sud, invece, l’alto tasso di disoccupazione e di lavoro irregolare o in nero si traduce in carriere discontinue e accessi più difficoltosi alla pensione piena.
Cresce il ricorso all’assegno sociale
Un altro segnale che merita attenzione riguarda gli assegni sociali. Per tutto il 2024 sono stati liquidati 40.424 assegni sociali, mentre nel solo primo trimestre del 2025 si contano già 10.649 nuove liquidazioni. Questo tipo di prestazione non si basa sui contributi versati, ma è concesso a chi, raggiunta una certa età, vive in condizioni di povertà assoluta.
Un aumento degli assegni sociali potrebbe dunque essere indice di un ampliamento della fascia di anziani in difficoltà economica, ovvero gli over 67 con un reddito personale annuo inferiore ai 6.947 euro (sono questi i requisiti per il 2025).
Diminuiscono le pensioni di invalidità
Infine, si segnala un calo del numero di nuove pensioni di invalidità. Il rapporto tra pensioni di invalidità e pensioni di vecchiaia è sceso dal 22% del 2024 al 17% nel 2025. Difficile oggi definire le cause di questo trend, considerando le nuove regole per gli accertamenti, meno stringenti.