Protezione minori online, la Ue vuole più restrizioni alle piattaforme
Il Digital Services Act europeo prevede il divieto di targeting pubblicitario e il ritiro dei contenuti pericolosi. Dalla Francia al Regno Unito, passando per la Grecia le iniziative per proteggere i più giovani si moltiplicano. La Commissione Ue ha lanciato i suoi lavori su nuove linee guida da mettere in atto. Protezione dei minori da […] The post Protezione minori online, la Ue vuole più restrizioni alle piattaforme appeared first on Key4biz.

Il Digital Services Act europeo prevede il divieto di targeting pubblicitario e il ritiro dei contenuti pericolosi. Dalla Francia al Regno Unito, passando per la Grecia le iniziative per proteggere i più giovani si moltiplicano.
La Commissione Ue ha lanciato i suoi lavori su nuove linee guida da mettere in atto.
Protezione dei minori da immagini violente, divieto di fruire di immagini pornografiche, difesa dal targeting pubblicitario. Esiste tutto un armamentario legale a livello nazionale ed europeo per cercare di proteggere i minori in Rete.
Paesi Ue si muovo no in ordine sparso
Mentre la Commissione Ue lavora ad un quadro unitario da mettere in piedi entro l’estate, i diversi paesi si muovono da soli e in parallelo. Uno dei temi più scottanti è l’accesso ai siti vietati ai minori, ai quali i ragazzi riescono ad accedere aggirando i blocchi.
In Italia, l’Agcom ha lanciato un sistema di age verification. L’Autorità ha introdotto un sistema basato sul “doppio anonimato” per garantire una maggiore riservatezza. Questo include il coinvolgimento di soggetti terzi indipendenti certificati per verificare l’età degli utenti attraverso un processo di identificazione e autenticazione.
Le modalità di verifica dell’età, ritenute utili dal 44% dei ragazzi, possono variare, con la possibilità di emettere e comunicare una prova dell’età, garantendo che i fornitori di contenuti online non siano a conoscenza del servizio a cui è destinata la verifica.
In Italia, l’accesso dei minorenni a contenuti pornografici online è un fenomeno diffuso e in crescita, come evidenziato da diverse ricerche e studi condotti negli ultimi anni.
Percentuali di esposizione alla pornografia tra i minorenni in Italia
- 31% dei ragazzi tra i 9 e i 17 anni ha dichiarato di essersi imbattuto in contenuti sessuali nell’ultimo anno.
- La percentuale sale al 51% tra gli adolescenti di 15-17 anni.
- I maschi risultano più esposti (36%) rispetto alle femmine.
Questi dati provengono dal rapporto EU Kids Online 2017, che evidenzia anche un aumento dell’esposizione rispetto agli anni precedenti: dal 12% nel 2010 al 23% nel 2013, fino al 31% nel 2017.
Altri studi e stime
Un articolo pubblicato su Il Messaggero nel 2021 riporta che il 44% dei ragazzi italiani tra i 14 e i 17 anni naviga su siti pornografici, con un’età media di primo accesso compresa tra gli 8 e gli 11 anni.
Un’indagine dell’Università di Padova del 2015 ha rilevato che il 78% dei giovani è un fruitore abituale di siti pornografici, con una permanenza media di 20-30 minuti per sessione.
Cosa succede in Francia, Regno Unito e Grecia
In Francia, uno dei paesi più esposti al fenomeno, sono 2,3 milioni i ragazzi che frequentano siti pornografici. Ma anche nel Regno Unito il fenomeno è alquanto diffuso. Per questo l’Ofcom ha imposto alle grandi piattaforme di mettere in funzione entro l’estate un sistema di age verification con la configurazione dei loro algoritmi in modo tale da filtrare i contenuti dannosi.
In Gracia, il sistema è basato sul consenso dei genitori con una sorta di parental control per fissare l’accesso a determinati servizi e il tempo di navigazione.
A livello di Digital Services Act, ci sono diverse misure fra cui il divieto di targeting pubblicitario, con una serie di misure per il divieto di raccomandazioni tramite algoritmi.
Ciò che ancora manca a livello europeo è l’armonizzazione dei diversi sistemi di verifica dell’età, nonché regole a monte per prevenire il fenomeno del porno.
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