Omicidio nella moschea. Dalla Francia a Pistoia. L’assassino si consegna: "Sono stato io a uccidere"

Olivier Hadzovic, 21 anni, francese, si è costituito domenica sera. Le coltellate e poi il lungo viaggio per raggiungere la zia in città. Ora l’udienza in Corte d’Appello e poi il via libera per l’estradizione .

Apr 29, 2025 - 04:48
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Omicidio nella moschea. Dalla Francia a Pistoia. L’assassino si consegna: "Sono stato io a uccidere"

Ha viaggiato per più di ventiquattro ore, spostandosi sempre in treno, e sfuggendo alle autorità che lo stavano cercando per la brutale esecuzione avvenuta venerdì mattina nella moschea della cittadina di Grand Combe nel Gard, nel sud della Francia. La fuga di Olivier Hadzovic, 21 anni, nato a Lione da una famiglia rom bosniaca, si è conclusa a Pistoia. Una città non scelta a caso, perché è qui che il giovane ha una parte della sua famiglia e precisamente la zia paterna. Ed è da lei che sabato sera lui si è recato, in una casa popolare del centro cittadino. O meglio sarebbe stata la donna a riconoscerlo, mentre lui vagava per le strade del centro. Senza telefono, senza soldi né documenti, e senza un bagaglio. Se ne sarebbe disfatto durante il lungo viaggio. La donna lo ha accolto e lui ha dormito nella casa dei suoi parenti, una famiglia rom che prima risiedeva nel campo di Brusigliano, e da qualche tempo si è trasferita in un alloggio popolare in centro storico. Poi, domenica mattina, Hadzovic ha deciso di confessare. Ha spiegato alla zia quello che era accaduto e, convinto da lei, si è consegnato, la sera, in Questura. Cosa sia accaduto nella sua mente, la mattina di venerdì, è ancora da capire. Quello che Hadzovic ha ripetuto in questura è stato che si era svegliato con una missione in testa: quella di uccidere. Ma la meta scelta non è stata un luogo qualunque. Il giovane si è recato nella moschea della cittadina di La Grand-Combe, e si è scagliato contro Aboubakar Cissé, un ventiquattrenne maliano, che stava pregando. Lo ha pugnalato con cinquanta coltellate. Una esecuzione. Le videocamere di sorveglianza hanno ripreso tutto: anche quando lui stesso ha usato il suo telefonino per filmare la vittima agonizzante, rivolgendogli insulti pieni di odio contro la sua religione, e ripetendo per due volte "l’ho fatto… il tuo Allah". Poi si sarebbe accorto di essere ripreso e avrebbe detto "mi arresteranno, questo è certo".

L’aggressione è avvenuta intorno alle 8,30 di venerdì mattina. Aboubakar, originario del Mali, arrivato da bambino in Francia, era andato a sistemare la moschea per la preghiera del venerdì, cosa che faceva abitualmente. Era da solo quando è entrato Hadzovic. Dopo il massacro, Olivier si sarebbe messo subito in fuga, viaggiando in treno, di città in città, per raggiungere l’Italia e Pistoia, dove vive una parte della sua famiglia. Nessun controllo su di lui. Sarebbe riuscito a passare inosservato, senza nemmeno i soldi per pagare i biglietti. Intanto, la polizia d’Oltralpe era al lavoro e la macchina delle ricerche era partita. Una caccia all’uomo che si è conclusa con l’arresto avvenuto domenica sera nella questura di Pistoia.

A convincere il giovane a costituirsi è stata proprio la zia, che nel frattempo aveva cercato notizie del terribile omicidio sui siti delle testate francesi. Difficili anche i contatti con i genitori di Olivier e con i dieci fratelli che vivono in Francia: la polizia infatti li aveva fermati per poter avere tutte le informazioni utili alla sua individuazione. Ad accompagnare il giovane in questura è stato l’avvocato di fiducia della famiglia, Giovanni Salvietti, che lo ha assistito mentre veniva interrogato. Sul caso indaga la procura di Pistoia, pubblico ministero Leonardo De Gaudio, insieme a quella di Firenze. Ora l’uomo dovrà affrontare l’udienza davanti alla Corte d’Appello e poi potrà essere avviata la procedura per l’estradizione.

Martina Vacca