Siracusa, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, culla del teatro classico e dell’alta cucina
Si alza il sipario sull’edizione 2025 del Festival delle Tragedie Greche, e Siracusa ospita un’esperienza gastronomica irripetibile con chef Yannick Alléno, il più decorato al mondo.

In occasione dell’apertura del Festival delle Tragedie Greche, sbarca a Siracusa un’esperienza culinaria unica nel suo genere, ricercata e prestigiosa, proposta dallo chef di alta cucina Yannick Alléno, capace di unire l’eleganza della gastronomia francese ai sapori autentici e decisi della tradizione italiana.
Situata nella Sicilia sud-orientale, affacciata sul Mar Ionio, Siracusa richiama a un viaggio nel tempo tra le meraviglie dell’Antica Grecia e del mondo romano. Riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, questa città costiera rappresenta un crocevia di civiltà e culture. Le sue strade, i monumenti e le tradizioni raccontano una storia millenaria che continua a vivere, anche grazie a eventi di grande rilievo, culturali e non solo.
Cultura classica e alta cucina: l’offerta pluristellata di chef Yannick Alléno
Il 10 e 11 maggio è un viaggio nel viaggio quello riservato a soli 50 ospiti selezionati, e un’opportunità unica per celebrare il 20° anniversario dell’inserimento di Siracusa nella lista dei siti UNESCO. Il pacchetto VIP include tre momenti esclusivi, servizi di lusso e una cena gourmet eccezionale firmata dallo chef di alta cucina Yannick Alléno, detentore di 17 stelle Michelin, lo chef più decorato al mondo. Per prenotazioni cliccare qui.
Il pacchetto completo: tesori antichi e sapori contemporanei
Un soggiorno pensato per chi desidera vivere Siracusa in modo privilegiato ma autentico. All’arrivo, gli ospiti hanno l’opportunità di partecipare alle celebrazioni ufficiali per il ventesimo anniversario dell’inserimento della città tra i Patrimoni Mondiali dell’UNESCO. Un’occasione unica per scoprire alcuni dei luoghi simbolo della storia e dell’identità siracusana.
Il percorso prosegue sull’Isola di Ortigia, con una visita privata a Palazzo Borgia del Casale, storica dimora della famiglia Borgia. Qui, tra saloni affrescati e atmosfere d’epoca, prende vita un’esperienza gastronomica irripetibile firmata da uno dei nomi più autorevoli della cucina mondiale.
Lo chef Yannick Alléno guida una cena esclusiva in cui l’eleganza della gastronomia francese incontra i sapori decisi della tradizione italiana. Ogni piatto è concepito come un dialogo tra tecniche d’avanguardia e ingredienti mediterranei, in un equilibrio raffinato e sorprendente. A completare il percorso, una selezione di vini pregiati scelti per esaltare ogni portata. Una leggenda vivente della cucina internazionale in una cornice storica d’eccezione.
Il soggiorno include anche un pernottamento in hotel 5 stelle con prima colazione e tutti i trasferimenti organizzati. Un’esperienza curata nei minimi dettagli, tra archeologia, arte e alta cucina.
Parole dello chef: tradizione e identità a tavola
Nato nel 1968, con 19 ristoranti in tutto il mondod – da Londra a Dubai, da Montecarlo a Osaka- e un totale di 17 Stelle Michelin, chef Yannick Alléno è noto per valorizzare l’identità di un territorio attraverso ingredienti locali e stagionali, portando uno stile culinario estremamente personale e creativo.

Questa esperienza coincide con un grande evento culturale e una celebrazione UNESCO. Vede un parallelo tra alta cucina e patrimonio culturale? E come interpreta il concetto di “eredità” nel suo lavoro?
Sì, assolutamente. L’alta cucina e il patrimonio culturale riguardano entrambi la trasmissione di conoscenze, emozioni, memoria. Quando creo un menu, penso a ciò che comunica non solo nel presente, ma anche all’artigianalità, alla visione, al pensiero che ci stanno dietro. L’eredità, per me, non è statica, è attiva. Si tratta di prendere qualcosa che si è ereditato e portarlo avanti con intenzione.
Con tante esperienze globali alle spalle, luoghi specifici influenzano mai il suo istinto creativo – anche in modo sottile – oppure il suo processo è più isolato dalla geografia?
Direi che il mio processo creativo è radicato nella precisione e nell’identità è il mio linguaggio personale. Detto ciò, quando si entra in un nuovo ambiente, soprattutto uno con così tanta storia come Siracusa, avviene una sorta di dialogo. Non è letterale, non si tratta di usare un’erba locale o un olio d’oliva, ma c’è una sensazione, una vibrazione, che può influenzare il ritmo o l’atmosfera di ciò che creo.
Gran parte del suo lavoro sfida l’idea di cucina “locale” o “autentica”. Nel 2025, cosa significa per lei autenticità?
Autenticità è una parola molto carica. Spesso viene confusa con la nostalgia. Per me, l’autenticità significa essere intellettualmente onesti. Se vengo in Sicilia e provo a “imitare” la cucina siciliana, non sarebbe autentico. Ciò che è autentico è portare il mio punto di vista, le mie tecniche, i miei sapori, la mia logica, in qualsiasi contesto.
La cucina siciliana riflette secoli di influenze stratificate, incluso un periodo di dominazione normanna (e francese). Nota mai queste eco nei suoi viaggi, e la incuriosiscono? E quale impressione o quale sapore spera di lasciare personalmente in questa terra?
Sì, la Sicilia è affascinante per questo motivo. Si sente la complessità nell’architettura, nelle strade e sì, nel cibo. Ci sono momenti in cui qualcosa sembra quasi familiare, come se fosse passato per la Francia prima di diventare siciliano. Quel tipo di stratificazione culturale è bellissimo. Ciò che spero di lasciare qui è un senso di sorpresa, un sapore che non appartiene a nessun luogo preciso, ma che le persone ricordano perché ha fatto provare loro qualcosa di nuovo.
Il Festival delle Tragedie Greche a Siracusa: il fascino del teatro antico sotto le stelle
Ogni primavera, il Teatro Greco di Siracusa si anima di parole antiche e gesti senza tempo. È qui, tra le gradinate scolpite nella pietra e lo sfondo del cielo che sfuma verso il mare, che prende vita il Festival delle Tragedie Greche, uno degli appuntamenti culturali più suggestivi del Mediterraneo. Nato nel 1914 e giunto alla sua sessantesima edizione, il festival rappresenta non solo un omaggio alla grande drammaturgia classica, ma anche un’occasione per restituire senso e presenza al patrimonio archeologico di Siracusa.
Le opere di Eschilo, Sofocle ed Euripide vengono rappresentate nel luogo per cui furono pensate, riportando in scena emozioni universali e interrogativi ancora attuali. Lo spettacolo non è solo nella parola, ma anche nello spazio: la luce del tramonto apre le rappresentazioni, e poi lentamente la notte e le stelle calano sul pubblico e sulla scena.
Lancio della 60ª edizione del festival: cosa sapere
Dal 9 maggio al 6 luglio 2025, il Teatro Greco di Siracusa ospita la 60ª stagione delle rappresentazioni classiche promossa dalla Fondazione INDA. Un’edizione che conferma la linea di alta qualità artistica seguita negli ultimi anni, con il ritorno di Robert Carsen, l’esordio nella regia di classici di Roberto Andò e Serena Sinigaglia, la nuova creazione originale firmata da Giuliano Peparini, e un cast che comprende, tra gli altri, Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Lella Costa e Giuseppe Sartori.
Il programma si articola in quattro spettacoli: Elettra di Sofocle (9 maggio – 6 giugno), Edipo a Colono di Sofocle (10 maggio – 28 giugno), Lisistrata di Aristofane (13 – 27 giugno) e L’Iliade, spettacolo di chiusura con musica, danza e poesia (4 – 6 luglio). Le rappresentazioni sono accompagnate da traduzione simultanea in inglese, francese e spagnolo, per un pubblico sempre più internazionale.
I biglietti sono disponibili online sul sito ufficiale della Fondazione INDA e presso il botteghino del Teatro Greco. I prezzi variano da 35 a 70 euro a seconda del settore e della data, con riduzioni previste per under 25, over 65 e residenti a Siracusa. Disponibili anche formule di abbonamento per tre o quattro spettacoli, con sconti dedicati.
Il Teatro Greco si raggiunge facilmente dal centro storico di Siracusa, con possibilità di parcheggio nei pressi dell’ingresso. Chi arriva da fuori può contare su collegamenti ferroviari diretti con Catania e Messina, e sull’aeroporto di Catania-Fontanarossa, distante circa un’ora in auto.
Con il contributo di Yannick Alléno