Mumtalakat, il fondo proprietario della McLaren e i 17 miliardi del principe del Bahrain

Nel panorama dei fondi sovrani dei Paesi del Golfo, la Mumtalakat Holding Company rappresenta il braccio finanziario del governo del Bahrain. Istituita nel 2006 per diversificare l’economia del Paese oltre il petrolio, oggi gestisce un patrimonio di 17,6 miliardi di dollari, distribuito in oltre 60 aziende attive in 12 settori strategici, sia a livello locale

Apr 11, 2025 - 12:36
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Mumtalakat, il fondo proprietario della McLaren e i 17 miliardi del principe del Bahrain

Nel panorama dei fondi sovrani dei Paesi del Golfo, la Mumtalakat Holding Company rappresenta il braccio finanziario del governo del Bahrain. Istituita nel 2006 per diversificare l’economia del Paese oltre il petrolio, oggi gestisce un patrimonio di 17,6 miliardi di dollari, distribuito in oltre 60 aziende attive in 12 settori strategici, sia a livello locale che internazionale. Tra le partecipazioni più note spicca il controllo totale della McLaren Racing, acquisita nel 2024, e la proprietà del circuito dove si disputa il Gran Premio del Bahrain. Una realtà meno appariscente rispetto ai colossi di Arabia Saudita o Abu Dhabi, ma che si muove su terreni d’investimento ad alto potenziale, dallo sport al fintech.

Cos’è la Bahrain Mumtalakat Holding Company

La Bahrain Mumtalakat Holding Company B.S.C. (ممتلكات mumtalakat, in arabo significa proprietà, beni) è il fondo sovrano del Regno del Bahrain, istituito nel 2006 per decreto reale e interamente posseduto dal governo. La sua mission principale è gestire e sviluppare le partecipazioni non petrolifere del Bahrain, contribuendo alla diversificazione economica del paese.

Con sede a Manama, al vertice si trova il Consiglio di Amministrazione, nominato dal Presidente del Consiglio per lo Sviluppo Economico del Bahrain (Salman bin Hamad Al Khalifa, cioè figlio del re, principe ereditario e Primo Ministro), che supervisiona le attività aziendali attraverso tre comitati specializzati: Audit e rischi, Governance e compensazione e Investimenti. L’Alta Direzione è guidata dal CEO Shaikh Abdulla bin Khalifa Al Khalifa, cugino del re del Bahrain Hamad bin Isa Al Khalifa.

In cosa investe la Mumtalakat Holding Company

Diversificazione. È una regola aurea dell’economia per reggere ad eventuali cali di  settore nei mercati. Pertanto, Mumtalakat e altri fondi dei Paesi del Golfo adottano un approccio di investimento focalizzato su asset di importanza strategica e con significativo potenziale di crescita. Inizialmente concentrata su investimenti domestici, Mumtalakat ha ampliato la sua portata internazionale, con il 30% degli investimenti effettuati all’estero nel 2019, includendo Europa, Stati Uniti, Medio Oriente e Nord Africa.

 

 

Il suo portafoglio comprende investimenti in vari settori, tra cui:

  • Servizi finanziari.
  • Industria manifatturiera.
  • Aviazione.
  • Telecomunicazioni.
  • Automotive.

Purtroppo, non tutte le percentuali di partecipazioni del fondo nelle società sono state rese pubbliche o facilmente reperibili. Come però si legge tra le relazioni agli investitori e bilanci, Mumtalakat possiede partecipazioni in oltre 60 aziende, con asset gestiti per un valore di circa 17,6 miliardi di dollari. Certo, nulla a che vedere con i grandi numeri di Pif saudita o del fondo di AbuDhabi (grafico nell’ultimo paragrafo).

Tra le partecipazioni note ci sono:

  • Aluminium Bahrain B.S.C. (Alba): Mumtalakat detiene il 69,38% delle azioni di Alba.
  • National Bank of Bahrain (NBB): la quota di partecipazione di Mumtalakat in NBB è del 44,06%.
  • Bahrain Telecommunications Company BSC (Batelco): possiede una partecipazione del 36,67% in Batelco.
  • McLaren Group Limited: acquisito il 100% del McLaren Group.
  • Gulf Air Group Holding B.S.C.: possiede il 100% di Gulf Air Group.
  • Bahrain Real Estate Investment Company (Edamah): unico azionista di Edamah, possedendo il 100% delle azioni.
  • Gulf Aluminium Rolling Mill Company (GARMCO): detiene una partecipazione del 37% in GARMCO.

Il ruolo strategico di National Bank (NBB) e Arcapita

La NBB è la banca nazionale e più importante del Paese. Come tutte le banche e istituti di credito fornisce una gamma di servizi finanziari, tra cui prestiti e finanziamenti a imprese locali e regionali. Attraverso queste attività, la NBB supporta indirettamente vari settori dell’economia, finanziando aziende in ambiti come l’industria manifatturiera, il commercio e i servizi.

Arcapita, invece, è una società di gestione patrimoniale globale con sede in Bahrain, specializzata in investimenti in private equity, real estate e fintech. Dalla sua fondazione nel 1997, ha completato oltre 100 investimenti per un valore totale superiore a 30 miliardi di dollari.

La strategia di Arcapita prevede l’acquisizione di aziende e proprietà con potenziale di crescita, collaborando strettamente con i team di gestione per sviluppare piani aziendali e strategie di uscita ben definite. L’azienda adotta un approccio rigoroso nella selezione degli investimenti, conducendo approfondite due diligence per garantire che ogni opportunità sia in linea con gli obiettivi di rendimento e il rispetto dei principi della Shari’ah (la legge Coranica).

 

 

In cosa investe di preciso Arcapita?

Private Equity. Tra gli investimenti più rilevanti figurano l’acquisizione di Waste Harmonics, una società di servizi ambientali tech-driven, e Stratus, un fornitore nazionale di servizi di segnaletica e illuminazione negli Stati Uniti. Nel 2025, Arcapita ha anche co-investito con Parkway Venture Capital in un portafoglio di aziende emergenti nel campo dell’intelligenza artificiale, tra cui Figure AI e SandboxAQ.

Real Estate. Nel settore immobiliare, Arcapita ha completato circa 50 operazioni per un valore complessivo superiore a 13 miliardi di dollari. La strategia si concentra su proprietà industriali e logistiche, oltre che su residenze in affitto, come alloggi per studenti e senior living. Tra gli investimenti chiave si annoverano l’acquisizione nel 2018 di un portafoglio industriale composto da sette proprietà a Cleveland, Ohio, per un totale di 655.000 piedi quadrati, e il lancio nel 2023 di un portafoglio immobiliare da 100 milioni di dollari nel Regno Unito, con un focus sull’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di carbonio. Inoltre, Arcapita ha formato joint venture per l’acquisizione di immobili industriali multi-tenant negli Stati Uniti, tra cui il Cedardale Distribution Center in Texas, attualmente affittato a FedEx Ground.

Fintech. Nel 2022, Arcapita ha ampliato la propria attività nel settore fintech con il lancio dell’ARC Fintech Portfolio, un’iniziativa dedicata a investimenti in aziende fintech ad alta crescita. Il portafoglio ha un valore aggregato superiore a 4 miliardi di dollari e include partecipazioni in società distribuite in mercati strategici come Stati Uniti, Regno Unito, Unione Europea, Brasile e regione nordica, consolidando la presenza globale della società anche in questo ambito in rapida evoluzione.

Perché i Paesi del Golfo hanno scommesso sui fondi sovrani (spiegato facile)

Siete uno stato che nasce nel deserto ed è circondato dal deserto e da un buon mare, nel caso del Bahrain sei un’isola tra i due mari (che poi è la traduzione del nome in italiano). L’economia rurale era basata su un po’ di commercio con gli altri paesi della regione, pesca, agricoltura poca e quasi niente.

 

 

Scopri, però, che hai tanto petrolio, inizi ad estrarlo ed in poco tempo diventi un Rentier State, cioè uno stato che basa la propria economia interamente su un unico settore o business. Questa attitudine è tipica dei Paesi del Medioriente e del Golfo, i quali dagli anni ’60 fino alla prima metà degli ann’90 hanno basato la loro economia sul petrolio.

Dalla metà degli anni ’90 in poi, i Paesi del Golfo hanno iniziato a creare fondi sovrani, come Mumtalakat, chiave per la diversificazione economica e la riduzione della dipendenza dalle entrate petrolifere.

Secondo un rapporto di Deloitte Middle East, i fondi sovrani del Golfo hanno investito 82 miliardi di dollari nel 2023 e altri 55 miliardi nei primi nove mesi del 2024, rappresentando due terzi di tutta l’attività dei fondi sovrani a livello globale. Questi investimenti, come visto in precedenza, si sono estesi a settori emergenti come l’intelligenza artificiale, lo sport e le energie rinnovabili.