Conclave, Chiesa al bivio. Pressione Usa per un conservatore. Ma Francesco ha aperto una strada

Si prefigura uno scontro tra la destra americana e la sinistra tedesca. Potrebbe spuntarla un moderato per proseguire con cautela sulla via tracciata

Apr 24, 2025 - 04:34
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Conclave, Chiesa al bivio. Pressione Usa per un conservatore. Ma Francesco ha aperto una strada

Roma, 24 aprile 2025 – Con la scomparsa di papa Francesco, dopo i primi momenti segnati del cordoglio per una figura così popolare, emerge inevitabilmente la domanda sul futuro conclave. Non c’è dubbio che all’interno della comunità ecclesiale convivono tendenze diverse, che in maniera molto schematica e semplificatoria, si possono qualificare come “progressista” e “conservatrice”. Per esemplificare, la maggioranza della gerarchia tedesca si può collocare nella prima tipologia, larga parte di quella statunitense nella seconda. Tuttavia, per comprendere la posta in gioco, occorre chiarire che alcuni elementi sono condivisi. Nessuno ormai accantona la questione centrale posta dal Concilio Vaticano II: per ritrovare la capacità di comunicare il Vangelo agli uomini d’oggi, la Chiesa deve aggiornarsi. Si tratta non solo di ammodernare strutture nate in un’epoca ormai tramontata, ma soprattutto di riformulare il suo messaggio. Senza alterarne la sostanza, occorre renderlo comprensibile e attraente per i contemporanei. Il problema nasce al momento di stabilire le modalità dell’aggiornamento.

Il cardinale americano Raymond Burke, 76 anni, è solito indossare una cappa magna con lungo strascico

I due immediati predecessori di Francesco avevano puntato sull’idea che era necessario recepire alcuni valori del mondo moderno (ad esempio il diritto alla libertà religiosa), ma al contempo bisognava porre un freno alle rivendicazioni di autonomia del soggetto. La legge naturale – di cui l’autorità ecclesiastica si ergeva a custode e interprete – rappresentava il punto di riferimento, valido per tutti, sempre e ovunque. Ogni ordinamento pubblico doveva ad essa conformarsi. I “valori non negoziabili” costituivano la traduzione di questa linea sul piano politico. La Chiesa italiana, nella cosiddetta età ruiniana, ne è stata un’arcigna esecutrice.

Papa Francesco ha invece proposto un diverso approccio. Senza accantonare la legge naturale, ha ricordato che essa si iscrive, nella dottrina cattolica, all’interno di una gerarchia. Al suo vertice sta il Vangelo. Individuandone il nucleo centrale nella misericordia – di cui la figura del buon samaritano è la rappresentazione ideale - ha indicato nel soccorso alle ferite dell’uomo, ovunque ne venga violata la dignità, la via con cui la Chiesa mostra la sua capacità di trasmettere il suo annuncio al mondo moderno.

Si può dunque presumere che l’elezione di un Papa orientato a continuare l’indirizzo di Bergoglio proseguirà e probabilmente approfondirà il processo da lui avviato. Si profila in questo caso una Chiesa sempre più “ospedale da campo”, i cui membri si immergono nella dolorosa storia del tempo presente, affidando alla forza di una testimonianza di fraternità, speranza e pace la possibilità di recuperare il dialogo tra il cristianesimo e il mondo.

Invece, qualora il conclave convergesse su una figura decisa a ritornare alla precedente modalità di attuazione del Concilio Vaticano II, la Chiesa assumerebbe un volto diverso. Essa indicherebbe nel ritorno ad un ammodernato regime di cristianità – cioè un assetto della convivenza civile in cui l’autorità ecclesiastica vuole dettare alcune fondamentalissime norme della convivenza civile (in materia sessuale, matrimoniale e bio-etica) le vie di un efficace apostolato tra gli uomini d’oggi.

Naturalmente si può ipotizzare anche una terza via: un Papa che, con cautela, continua ad attuare i processi avviati da Francesco, lasciando al successore il compito di verificare fin dove spingersi.

di Daniele Menozzi, storico delle religioni