Debiti ereditati, con il beneficio d’inventario si possono rifiutare

L'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario è una soluzione ottimale per non pagare i debiti del defunto e avere modo di scegliere quali beni e proprietà ricevere

Apr 11, 2025 - 12:36
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Debiti ereditati, con il beneficio d’inventario si possono rifiutare

Una delle opzioni che possono esercitare gli eredi per tutelare il proprio patrimonio è l’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario. Questa soluzione permette di valutare concretamente i beni e le eventuali passività e decidere se entrare in possesso dell’eredità o meno.

L’opzione, però, presenta una serie di limitazioni che è bene tenere conto, per non cadere in qualche trappola legale o fiscale.

Cosa succede all’apertura della successione

Nel momento in cui un qualsiasi soggetto decide di accettare l’eredità si apre un negozio giuridico, che ha effetto dal giorno di apertura della successione. Quest’ultima è un fenomeno che avviene nel giorno in cui una persona muore e si apre presso l’ultimo domicilio dello stesso.

Quando si apre la successione si realizza la cosiddetta fase di delazione, grazie alla quale i legittimari e i successori testamentari assumono una particolare qualifica: chiamati all’eredità. Grazie a questo importante passaggio i soggetti in questione hanno la possibilità di accettarla. La dichiarazione – che deve essere manifestata rispettando dei criteri ben precisi – ha effetto retroattivo: ha valore, in altre parole, dal momento in cui è stata aperta la successione.

I chiamati all’eredità, nel periodo che intercorre dall’apertura della successione alla successiva accettazione devono provvedere a conservare il patrimonio. La normativa, quindi, attribuisce a questi soggetti una serie di poteri che permette loro di tutelare i beni che fanno parte dell’asse ereditario. E che, soprattutto, necessitino di essere amministrati. Questo obbligo scatta anche quando un singolo soggetto dovesse decidere di non accettare l’eredità.

In cosa consiste l’atto di accettazione dell’eredità

A seguito dell’atto di accettazione dell’eredità, un determinato soggetto avvia un atto giuridico attraverso il quale diviene a tutti gli effetti un erede del de cuius. Potrà dunque subentrare nella titolarità di tutti i suoi attivi e passivi. È importante sottolineare che l’eredità non può essere accettata parzialmente, cioè solo per una parte dei rapporti: deve essere obbligatoriamente una successione universale. Non è possibile, in altre parole, subordinare l’accettazione a dei termini o a delle condizioni.

Tra l’altro l’atto di accettazione è irrevocabile e non può essere ripetuto. Deve essere effettuato entro 10 anni dall’apertura della successione. Alle regole che abbiamo visto fino a questo momento c’è un’unica eccezione, che è costituita dall’accettazione con beneficio d’inventario. L’articolo 485 del Codice Civile, infatti, stabilisce un limite di tempo di 6 mesi (3 mesi + un massimo di 3 mesi di proroga):

Il chiamato all’eredità (…) deve fare l’inventario entro 3 mesi dal giorno dell’apertura della successione o della notizia della devoluta eredità. Se entro questo termine lo ha cominciato ma non è stato in grado di completarlo, può ottenere dal tribunale del luogo in cui si è aperta la successione una proroga che, salvo gravi circostanze, non deve eccedere i 3 mesi. Trascorso tale termine senza che l’inventario sia stato compiuto, il chiamato all’eredità è considerato erede puro e semplice.

Le due opzioni per accettare l’eredità

Sono dunque due le opzioni che mette a disposizione la normativa per i chiamati all’eredità:

  • l’accettazione semplice
  •  beneficio d’inventario.

A disciplinare quest’ultima è l’articolo 490 del Codice Civile: come già detto, è una possibilità riservata a quanti abbiano intenzione di accettare l’eredità, ma prima di tutto vogliono conoscere gli asset presenti e le eventuali passività.

L’inventario è sostanzialmente costituito da un elenco preciso e dettagliato contenente tutti gli asset attivi e passivi che fanno parte del patrimonio ereditario. Al suo interno rientrano:

  • beni mobili;
  • immobili;
  • crediti;
  • debiti.

Esercitare questa opzione richiede una stesura di un particolare atto attraverso il quale una determinata persona dichiara di accettare un’eredità, ma non vuole che il patrimonio personale si vada a confondere con quello del defunto.

Molto pragmaticamente si viene a realizzare una vera e propria separazione patrimoniale, grazie alla quale gli eventuali creditori del de cuius non potranno rivalersi sul patrimonio dell’erede. Se non si esercitasse questa opzione, il patrimonio ereditato si andrebbe a sommare con il proprio, con i debiti del defunto che andrebbero a intaccare le ricchezze personali.

I vantaggi di questa scelta

Accettare l’eredità con beneficio d’inventario presenta alcuni vantaggi, che possiamo riassumere come segue:

  • si viene a conoscenza della reale entità dell’eredità e gestire meglio le eventuali passività prima di procedere con l’accettazione;
  • si attiva una protezione dagli eventuali debiti ereditati per evitare di rispondere personalmente a eventuali passività ereditarie, da coprire unicamente con il patrimonio ereditario;
  • si possono accettare solo alcuni beni, evitando di accettare le passività legate ai beni che non sono stati accettati.

Quali sono i limiti della procedura

L’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario presenta alcuni limiti, che possono essere riepilogati come segue:

  • l’opzione ha un costo, legato alle tasse e ad altre spese legate a questa procedura;
  • i tempi lunghi. Il processo di successione può diventare lungo e questo ne aumenta notevolmente i costi;
  • responsabilità delle passività ereditate. Nel limite degli asset che sono stati ereditati, gli eredi sono responsabili delle relative passività.

Come accettare l’eredità con beneficio d’inventario

È possibile accettare l’eredità con beneficio d’inventario presentando una specifica dichiarazione presso il Tribunale. All’interno di questo documento gli eredi esercitano l’opzione e nominano un intentariante per redigere l’inventario. Agli eredi spetterà il compito di pagare le relative tasse e i costi dell’intera operazione.

L’articolo 490 del Codice Civile prevede anche che venga rilasciata una dichiarazione alla presenza di un notaio o di un cancelliere del Tribunale competente per la zona nella quale si è aperta la successione.

I passi successivi sono:

  • l’iscrizione della dichiarazione nel Registro delle Successioni, che si trova nello stesso Tribunale, che farà direttamente il notaio;
  • la dichiarazione presso l’Ufficio dei Beni Immobili competente il mese successivo da parte del cancelliere, per permettere agli eredi di pagare i creditori e soddisfare i legati.

La redazione dell’inventario dei beni che fanno parte dell’eredità è un passo obbligatorio: deve essere fatta prima o dopo l’accettazione.