L’enorme bufala di Donald Trump sui tatuaggi di Abrego Garcia, l’uomo deportato per errore a El Salvador. Poi contesta il fact-check del giornalista con un argomentazione surreale

Trump non ha ancora capito che l'immagine da lui mostrata nello Studio Ovale era stata "alterata" con Photoshop L'articolo L’enorme bufala di Donald Trump sui tatuaggi di Abrego Garcia, l’uomo deportato per errore a El Salvador. Poi contesta il fact-check del giornalista con un argomentazione surreale proviene da Open.

Mag 1, 2025 - 08:30
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L’enorme bufala di Donald Trump sui tatuaggi di Abrego Garcia, l’uomo deportato per errore a El Salvador. Poi contesta il fact-check del giornalista con un argomentazione surreale

«Aveva la scritta MS-13 sul tatuaggio sulle nocche» dichiara Donald Trump durante un’intervista rilasciata ad ABC per sostenere che Abrego Garcia, l’uomo che senza alcuna prova e processo è stato incarcerato e deportato per errore a El Salvador, facesse parte della banda criminale nota come Mara Salvatrucha (MS-13). Smentito dall’intervistatore, Terry Moran, il Presidente americano non l’ha presa molto bene, pretendendo di avere ragione avendo lui stesso mostrato una foto dei tatuaggi presenti nella mano dell’uomo durante un suo passato intervento presso lo Studio Ovale. Nella fotografia, fornita dal suo staff, si vedono delle figure tatuate e le scritte MS-13, ma queste erano state palesemente aggiunte con un programma di fotoritocco solo per fornire l’interpretazione infondata dei veri tatuaggi di Abrego Garcia.

Terry Moran, affrontando ancora la vicenda, spiega al presidente americano che Abrego Garcia «non faceva parte di una gang» e che c’era una disputa riguardo l’interpretazione dei suoi tatuaggi. A quel punto, Trump inizia a infastidirsi, sostenendo che le scritte sulla mano fossero reali: «Aspetta un attimo, aspetta un attimo. Aveva la scritta MS-13 sul tatuaggio sulle nocche». Moran tenta di chiarire che quelle scritte erano state aggiunte “con Photoshop”, ma Trump lo interrompe con un’argomentazione surreale, lasciando intendere che l’intervistatore dovrebbe solo ringraziarlo per l’occasione ricevuta e senza contraddirlo: «Aspetta un attimo, Terry, Terry, Terry… Terry, non puoi farlo. Ehi, ti stanno dando la grande occasione della vita. Sai, stai facendo l’intervista. Ti ho scelto perché, sinceramente, non ti avevo mai sentito nominare, ma va bene. Ti ho scelto, Terry, ma non sei molto gentile. Aveva tatuata la sigla MS-13».


Nonostante i toni, l’assurda argomentazione e le accuse di “fake news”, Moran non demorde e spiega a Trump che le foto di Abrego Garcia scattate a El Salvador non mostravano affatto le scritte da lui indicate. Niente da fare, perché il presidente americano, evidentemente seccato, prosegue con la sua narrazione: «Guarda la fotografia. Ci sono ora, giusto? Ha l’MS-13 sulle nocche».

La foto “alterata” mostrata nello Studio Ovale

Donald Trump aveva diffuso su Truth la foto dei tatuaggi nelle nocche di Abrego Garcia, come prova della sua appartenenza alla banda criminale. Nell’immagine leggiamo MS13, ma le scritte risultano aggiunte con un programma di fotoritocco.

Le scritte sono troppo precise, a partire dal colore, e non seguono correttamente le forme delle nocche.

Confrontando le foto reali di Abrego Garcia, risultano presenti i tatuaggi sottostanti ma senza le scritte MS13.

Nelle foto scattate durante l’incontro a El Salvador tra Abrego Garcia e il senatore americano Van Hollen (DEM), le mani non presentano affatto le scritte.

Il tatuaggio con le scritte obbligatorio della banda criminale

Come riportato dal New York Post, l’agenzia federale Immigration and Customs Enforcement (ICE) ritiene che un tatuaggio con la scritta MS-13 sia obbligatorio per i membri della banda: «Una fonte dell’ICE ha detto al Post che un tatuaggio con il numero “13” sarebbe stato obbligatorio per Abrego Garcia se fosse entrato a far parte della famigerata gang mentre viveva negli Stati Uniti». Di fatto, nessuno ha mai riscontrato simili scritte tatuate sul corpo di Abrego Garcia. Di seguito, uno scatto del fotografo Adam Hinton che mostra come i membri della banda si tatuino le scritte sul corpo.

Un’altra foto, pubblicata dal repubblicano Riley M. Moore, dimostra come i membri della banda tatuino vistosamente le scritte sul proprio corpo.

Nonostante tutte le evidenze e l’intervento della Corte Suprema, riguardo all’errata deportazione di Abrego Garcia, Donald Trump prosegue a sostenere la sua narrazione e la sua intenzione di non far tornare negli Stati Uniti l’uomo. Di fatto, crede a un’immagine “photoshoppata” come prova della colpevolezza dell’uomo.

“BUG – Bufale USA e getta” è la rubrica di Open Fact-checking dedicata alle falsità e le notizie fuorvianti provenienti dagli Stati Uniti. Il nome richiama il “bug di sistema” informatico, metafora per le distorsioni e le stranezze dell’infosfera americana.

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