L’economia secondo Papa Francesco, dal salario minimo all’odio per il neoliberismo
Salario minimo, limitazione della proprietà privata, difesa della natura e capitalismo etico: queste le posizioni economiche che costarono a Francesco l'accusa di marxismo

Papa Francesco non si occupava unicamente di anime: il Pontefice considerava l’economia lo strumento principale a garanzia della giustizia sociale e nei suoi appelli ne invocava una riforma in senso inclusivo.
Mutatis mutandis, alcune osservazione di Bergoglio suonano relativamente simili alle proposte di vari partiti politici, a partire dal salario minimo universale. Dagli ambienti conservatori, furono in molti a bollare il Papa come un novello marxista.
Papa Francesco contro il neoliberismo
Quello di Francesco era un messaggio che poneva l’accento sulla centralità dell’essere umano e dei più bisognosi, in particolare:
“Non possiamo più confidare nelle forze cieche e nella mano invisibile del mercato. La crescita in equità esige qualcosa di più della crescita economica…” nell’ottica di una “migliore distribuzione delle entrate” (Evangelii Gaudium).
Così scriveva Francesco criticando quella “mano invisibile” teorizzata per la prima volta dall’economista scozzese Adam Smith. Il concetto riguarda l’ordine socioeconomico raggiunto dalla collettività come risultato di altre azioni, e senza che vi fosse un’intenzione diretta nell’imprimere tale direzione agli eventi. Per Francesco, invece, tutte le energie dei governanti devono essere direzionate nella creazione di una maggiore giustizia sociale.
“Questa economia uccide”. E ancora, “Il mercato da solo non risolve tutto, anche se tante volte ci vogliono far credere questo dogma di fede neoliberista” (Evangelii Gaudium).
Il salario minimo universale
L’idea di un salario minimo universale, cara a Schlein del Pd e Conte del M5S venne avanzata prima da Francesco, che così scriveva nella Lettera ai movimenti popolari nell’aprile del 2020:
Forse è giunto il momento di pensare a una forma di retribuzione universale di base che riconosca e dia dignità ai nobili e insostituibili compiti che svolgete; un salario che sia in grado di garantire e realizzare quello slogan così umano e cristiano: nessun lavoratore senza diritti.
Ma su questo punto Francesco batteva già dal luglio 2015, come dimostra il discorso tenuto a Santa Cruz de la Sierra in Bolivia:
Vogliamo un cambiamento nella nostra vita, nei nostri quartieri, nel salario minimo, nella nostra realtà più vicina.
Francesco e il Green Deal
Per Francesco la bellezza della natura è il segno dell’amore di Dio nei confronti delle creature viventi e, dunque, va preservata. Al di là dell’aspetto estetico e teologico, Francesco osservava come crisi ambientali e crisi sociali andassero a braccetto, e invocava perciò un capitalismo etico che rispettasse l’ambiente:
“Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale” (Laudato si’).
Bergoglio contro il debito pubblico
Per Bergoglio, il debito pubblico rischia di trasformarsi in uno strumento di oppressione dei ricchi sui poveri. Il Papa chiedeva che i Paesi industrializzati, nel pretendere il pagamento del debito, non azzoppassero l’emancipazione dei Paesi in via di sviluppo:
“Il pagamento del debito in molti casi non solo non favorisce lo sviluppo bensì lo limita e lo condiziona fortemente. Benché si mantenga il principio che ogni debito legittimamente contratto dev’essere saldato, il modo di adempiere questo dovere, che molti Paesi poveri hanno nei confronti dei Paesi ricchi, non deve portare a compromettere la loro sussistenza e la loro crescita” (Fratelli tutti).
Per un capitalismo etico
L’attività degli imprenditori, come scrisse Bergoglio in Fratelli tutti, è
“una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti”.
Per il Papa, chi non mette a frutto il proprio potenziale, anche in ambito imprenditoriale, spreca un dono di Dio:
“Dio ci promuove, si aspetta da noi che sviluppiamo le capacità che ci ha dato e ha riempito l’universo di potenzialità. Nei suoi disegni ogni persona è chiamata a promuovere il proprio sviluppo, e questo comprende l’attuazione delle capacità economiche e tecnologiche per far crescere i beni e aumentare la ricchezza.
Il socialismo di Bergoglio
Ma per il Pontefice, le “capacità degli imprenditori, che sono un dono di Dio”, essenziali al fine della creazione della ricchezza devono essere finalizzate all’emancipazione dei poveri. In altre parole, la proprietà privata va limitata all’occorrenza:
“Sempre, insieme al diritto di proprietà privata, c’è il prioritario e precedente diritto della subordinazione di ogni proprietà privata alla destinazione universale dei beni della terra e, pertanto, il diritto di tutti al loro uso”.