Bot e Btp, che differenza c’è e su quale conviene investire
Quali sono le principali differenze tra Bot e Btp, dai rendimenti ai vantaggi fino alla durata, per chi desidera orientarsi meglio nella scelta dei titoli di Stato italiani

Capire qual è la differenza tra Bot e Btp è importante per proteggere il proprio denaro, soprattutto in un periodo in cui l’inflazione non accenna ad arretrare e proseguono le tensioni geopolitiche. Si tratta infatti di prodotti diversi per durata, rischio e rendimento.
Soprattutto ora che la Banca Centrale Europea sta abbassando i tassi di interesse, capire il loro funzionamento dà la possibilità di investire in modo più consapevole massimizzando le opportunità di guadagno.
Cosa si intende per titoli di Stato
I titoli di Stato come i Bot e i Btp sono degli strumenti finanziari emessi dallo Stato per raccogliere risorse economiche destinate al finanziamento della spesa pubblica.
Acquistare tali prodotti significa:
- prestare denaro allo Stato, che si impegna a restituirlo alla scadenza;
- ottenere un rendimento sotto forma di interesse.
La loro emissione è gestita dal Mef ovvero dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che si avvale della collaborazione della Banca d’Italia per l’organizzazione e le aste di collocamento.
Questi titoli sono rivolti sia ai privati cittadini (investitori retail) che a quelli istituzionali come fondi, assicurazioni e banche.
Esistono 7 tipi diversi di titoli di Stato ovvero:
- buoni ordinari del Tesoro (Bot);
- certificati di Credito del Tesoro (Ccteu);
- buoni del Tesoro Poliennali (Btp);
- buoni del Tesoro Poliennali Green (Btp Green);
- buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione europea (Btp€i);
- buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione italiana (Btp Italia);
- buoni del Tesoro Poliennali step-up riservati agli investitori retail (Btp Futura);
- buoni del Tesoro Poliennali riservati agli investitori retail (Btp Valore).
Che sono i Bot
I Bot sono dei titoli di Stato che hanno una breve durata. La scadenza, infatti, non supera l’anno. Chi li acquista presta del denaro allo Stato e guadagna grazie alla differenza tra il prezzo pagato all’inizio e il valore che si riceve alla scadenza.
Ecco un esempio.
Lo Stato vende un Bot a 6 mesi con valore nominale di 100 euro. Il risparmiatore lo acquista a un prezzo scontato di 95 euro. Al termine dei 6 mesi, lo Stato ripaga l’investitore con 100 euro e la differenza di 5 euro è il guadagno che percepisce.
Per quanto riguarda le tasse, non si dovrà fare nulla in quanto lo Stato le tratterrà fin dall’acquisto.
I buoni ordinari del Tesoro vengono venduti mediante le aste alle quali possono partecipare solo le società finanziarie, le banche e altri operatori autorizzati secondo la legge. Se un privato cittadino vuole investire in un Bot può farlo, ma deve acquistarlo mediante la propria banca o un intermediario finanziario.
Le principali caratteristiche del Bot sono le seguenti:
- la valuta è in euro;
- le scadenze possono essere di 3, 6, 12 mesi o di altra durata purché non superi l’anno;
- il guadagno è dato dallo scarto di emissione;
- l’asta è competitiva sul rendimento;
- la periodicità dell’asta è di una volta al mese per i Bot semestrali e annuali, variabile per quelli trimestrali e flessibili;
- la data di regolamento è di due giorni lavorativi sia nel mercato privato che in quello secondario;
- la modalità di rimborso è alla pari in un’unica soluzione alla scadenza.
Conviene investire in Bot?
Come spiegato, i Bot sono dei titoli di Stato che durano al massimo 1 anno e sono a zero coupon ovvero non pagano interessi a rate. Significa che il guadagno arriva tutto in una volta in quanto si acquista il titolo pagandolo meno rispetto al suo valore, mentre alla scadenza si riceve l’intero valore nominale. Ciò è utile perché:
- viene investito meno denaro rispetto a quello che verrà incassato;
- non ci si dovrà preoccupare per gli interessi, dato che non ci saranno pagamenti durante la breve vita del titolo.
Se un risparmiatore desidera acquistare dei Bot all’asta dovrà effettuare una prenotazione mediante una banca o un altro intermediario entro il giorno lavorativo prima dell’asta.
Un’altra importante caratteristica dei Bot è che sono dematerializzati ovvero non esistono fisicamente sulla carta. Il loro possesso, infatti, è registrato mediante conti elettronici.
Per quanto riguarda le commissioni richieste dalle banche, esse sono massimo dello:
- 0,03% se il Bot scade entro gli 80 giorni;
- 0,05% se la scadenza è tra gli 81 e i 140 giorni;
- 0,10% se il Bot scade tra i 141 e i 270 giorni;
- 0,15% se la scadenza è dopo i 271 giorni.
Tali commissioni si aggiungono al prezzo medio ponderato risultante dall’asta fissato dagli intermediari ai sottoscrittori. Qualora i tassi siano negativi o bassi, però, le commissioni dovranno essere ridotte o eliminate, come sottolinea il Mef.
Che sono i Btp?
I Btp sono delle obbligazioni emesse dallo Stato Italiano per finanziare la spesa pubblica che durano dai 18 mesi ai 50 anni. Una delle principali caratteristiche di tali titoli è che pagano gli interessi ogni 6 mesi. Questi ultimi vengono chiamati cedole e l’importo è fisso per cui chi li acquista sa già quanto incasserà a ogni pagamento.
Le principali caratteristiche dei Btp sono le seguenti:
- la valuta è in euro;
- le scadenze partono da 18 mesi a 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 e 50 anni;
- il guadagno è dato da cedole posticipate, semestrali e da un’eventuale scarto di emissione;
- l’asta è marginale con scelta libera di prezzo e quantità, il prezzo dei titoli viene deciso in base alle offerte fatte dagli investitori durante l’asta;
- la periodicità dell’asta è di due volte al mese a seconda delle scadenze;
- la data di regolamento è di due giorni lavorativi sia nel mercato privato che in quello secondario;
- la modalità di rimborso è alla pari in un’unica soluzione alla scadenza.
Conviene investire in Btp?
I buoni del Tesoro poliennali sono titoli a reddito fisso in quanto pagano gli interessi in modo regolare e sempre dello stesso importo. Chi ne possiede uno, infatti, riceve un pagamento ogni 6 mesi e ciò è utile per chi desidera programmare delle entrate sicure nell’arco dell’anno.
I piccoli risparmiatori possono acquistare e vendere tali prodotti:
- sul Mot, ovvero sul mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato anche per piccoli importi a partire da 1.000 euro;
- su piattaforme dove per legge devono ottenere il prezzo migliore possibile.
I grandi investitori come banche, invece, possono negoziare Btp:
- sul mercato regolamentato Mts per operazioni da almeno 2 milioni di euro;
- sul mercato non regolamentato che viene chiamato “Over-the-counter”;
- su piattaforme dove è necessario che ottengano il miglior prezzo secondo quanto stabilisce la legge.
Cosa scegliere tra Btp e Bot
Se si desiderano investimenti sicuri la prima domanda da porsi prima di accantonare il proprio denaro è: “Tra quanto tempo avrò bisogno dei miei soldi?”.
Nel caso essi servissero entro pochi mesi o entro un anno, si potrebbe optare per i Bot, che durano poco e danno la possibilità di ottenere la restituzione del capitale in poco tempo.
In caso contrario si può optare per i Btp, informandosi prima, con precisione su:
- la scadenza;
- il rendimento;
- l’andamento.
I Bot, quindi, sono preferibili per chi desidera investimenti a breve termine con un’esposizione minore al rischio. I Btp, invece, sono ideali per chi vuole investire a medio-lungo termine e accetta una maggiore variabilità dei prezzi in cambio di tassi più elevati.