Nadal si schiera con Sinner: «Doping? Caso chiuso, è stato dichiarato innocente. Ma non è stato positivo per il tennis»
Il fenomeno di Maiorca ha ricordato la prima sentenza dell'International tennis integrity agency. E ha contrattaccato: «Se non piacciono i protocolli, c'è gente che deve impegnarsi a migliorarli» L'articolo Nadal si schiera con Sinner: «Doping? Caso chiuso, è stato dichiarato innocente. Ma non è stato positivo per il tennis» proviene da Open.

«Jannik Sinner, se non sbaglio, è stato dichiarato innocente dalla sentenza. Il caso è chiuso». Dopo mesi di frecciatine e attacchi – diretti e sui social media – da parte di colleghi ed ex colleghi, a prendere le difese del numero uno al mondo è Rafa Nadal. In un’intervista rilasciata al quotidiano inglese Telegraph, la leggenda spagnola è tornato sulla squalifica di tre mesi per il caso Clostebol solo per chiuderle la porta in faccia: «Da quello che so di Jannik, sono convinto che non abbia mai cercato di imbrogliare o di ottenere un vantaggio sugli altri: sono sicuro che sia una persona innocente e moralmente virtuosa».
La certezza di Nadal: «È un incidente, credo in Jannik»
Per quanto possa essere paradossale, dato che Sinner si è lasciato alle spalle una sentenza di assoluzione e un patteggiamento che ha lasciato contenti tutti, quella di Nadal è una delle poche voci che si sono schierate per il 23enne di San Candido. Solo pochi giorni fa la campionessa Serena Williams aveva detto: «Se lo avessi fatto io, mi avrebbero dato 20 anni e tolto i titoli dello Slam». Più cauto e ragionato invece il 38enne di Maiorca: «In questo caso non è stato positivo per il nostro sport, il tennis. Ma queste cose a volte succedono, gli incidenti accadono, ed è così che la vedo perché credo in Jannik. Ci sono protocolli che tutti abbiamo seguito per la nostra carriera. In questo caso, le autorità hanno tutte le informazioni – tutte, non quelle che abbiamo noi, che possono essere limitate e spesso soggettive. Per questo credo nella sentenza».
I protocolli antidoping da cambiare: «Li abbiamo sottoscritti noi»
In ogni caso, di fronte al ricorso portato avanti dalla Wada, Sinner ha patteggiato per tre mesi di sospensione: «Quindi, caso chiuso», ha sentenziato Nadal. Che poi ha aggiunto: «Se non ci piace come funzionano i protocolli per il doping, evidentemente le persone coinvolte devono impegnarsi per migliorarli. Ma non mi piace parlare male del nostro sport». Una strizzata d’occhio che sicuro non può far male al numero uno al mondo proprio quando si appresta a tornare sulla terra rossa nella sua Italia, con l’inizio degli Internazionali di Roma previsto per mercoledì 7 maggio. E proprio quella terra rossa, su cui Nadal era un vero e proprio maestro, è difficile torni a ospitare il campione spagnolo: «Non ho ancora trovato la motivazione personale per tornare a giocare. Magari in futuro per una partita di esibizione o cose simili. Ma per ora quel momento non è ancora arrivato».
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