Trump attacca (di nuovo) Zelensky: «Le sue posizioni sulla Crimea mettono a rischio i negoziati e prolungano il “campo di sterminio”»
L'accordo di pace tra Mosca, Washington e Kiev. Anche il vicepresidente Usa, Vance, ha evocato la necessità di concessioni territoriali nell'ambito di un accordo tra Ucraina e Russia L'articolo Trump attacca (di nuovo) Zelensky: «Le sue posizioni sulla Crimea mettono a rischio i negoziati e prolungano il “campo di sterminio”» proviene da Open.

Donald Trump attacca duramente su Truth Volodymyr Zelensky. «Il presidente ucraino – scrive Trump sui social – si vanta sulla prima pagina del Wall Street Journal che “l’Ucraina non riconoscerà legalmente l’occupazione della Crimea. Non c’è niente di cui parlare”. Questa affermazione è molto dannosa per i negoziati di pace con la Russia, dato che la Crimea è stata persa anni fa sotto gli auspici del presidente Barack Hussein Obama, e non è nemmeno un punto di discussione», sottolinea il presidente Usa, secondo cui «nessuno chiede a Zelensky di riconoscere la Crimea come territorio russo, ma se la vuole, perché non hanno combattuto per ottenerla undici anni fa, quando è stata consegnata alla Russia senza sparare un colpo? L’area ospita anche, da molti anni prima della “consegna di Obama”, importanti basi sottomarine russe».
«Dichiarazioni che rendono difficile risolvere questa guerra»
Per Trump, quelle di Zelensky «sono dichiarazioni incendiarie che rendono così difficile risolvere questa guerra. Non ha nulla di cui vantarsi! – scrive su Truth – La situazione per l’Ucraina è disastrosa: può ottenere la pace o può combattere per altri tre anni prima di perdere l’intero Paese». «Non ho nulla a che fare con la Russia – assicura – ma ho molto a che fare con la volontà di salvare, in media, cinquemila soldati russi e ucraini a settimana, che muoiono senza motivo. La dichiarazione rilasciata oggi da Zelensky non farà altro che prolungare il “campo di sterminio”, e nessuno lo vuole! Siamo molto vicini a un accordo, ma l’uomo “senza carte da giocare” dovrebbe ora, finalmente, farlo. Non vedo l’ora di poter aiutare l’Ucraina e la Russia a uscire da questo caos totale, che non sarebbe mai iniziato se fossi stato Presidente!, e nessuno lo vuole!», conclude. Anche il vicepresidente Usa, Vance, ha evocato la necessità di concessioni territoriali nell’ambito di un accordo tra Kiev e Mosca.
L’offerta di Trump sulla Crimea
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si aspettava oggi – mercoledì, 23 aprile – una risposta dall’Ucraina sul possibile accordo di pace con la Russia che include il riconoscimento della Crimea come appannaggio di Mosca. E il riconoscimento non ufficiale del controllo russo su quasi tutte le aree occupate dall’invasione del 2022. Il media Axios citava in mattinata fonti a conoscenza della proposta: un documento di una pagina presentato dagli Usa ai funzionari ucraini a Parigi la settimana scorsa. Descritto come «l’offerta finale del presidente». La Casa Bianca dice che è pronta ad abbandonare la mediazione se le parti non raggiungeranno un accordo a breve.
Il cessate il fuoco
La Russia quindi sarebbe disposta a rinunciare alle sue rivendicazioni sulle parti dell’Ucraina che non occupa. Lo scrive il Guardian, spiegando che l’accordo includerebbe però il riconoscimento dell’annessione della Crimea nel 2014, sebbene il presidente ucraino Volodymyr Zelensky abbia affermato che la Casa Bianca non ha mai condiviso con lui alcuna proposta del genere e che il suo paese non può approvarla. Il piano stipulato da Mosca e Washington prevede un cessate il fuoco lungo le attuali linee del fronte, una volta ritirata la richiesta territoriale di Mosca.
L’accordo di pace
Secondo il Financial Times Putin ha avanzato questa proposta durante un incontro a San Pietroburgo all’inizio di aprile con l’inviato americano Steve Witkoff. Per la Russia cessare le ostilità e congelare il fronte significherebbe rinunciare alla pretesa di prendere il controllo delle intere regioni di Donetsk, Lugansk, Cherson e Zaporizhia, di cui già occupa ampie zone. Secondo fonti citate dal quotidiano britannico il presidente russo sarebbe pronto a fare questa concessione se gli Stati Uniti acconsentissero alle sue principali richieste. Tra queste, ovviamente, l’esclusione permanente dell’Ucraina alla NATO. E a quanto pare sarà difficile ottenere un risultato.
I colloqui per la pace in Ucraina con i ministri degli Esteri internazionali, previsti oggi a Londra, sono stati rinviati. Il meeting londinese è stato declassato all’ultimo minuto, non senza imbarazzi da parte del governo di Keir Starmer, a causa del forfait improvviso del segretario di Stato Usa, Marco Rubio, e del vero emissario di fiducia di Trump, Steve Witkoff. Defezioni a cui sono seguite quelle dei capi delle diplomazie di Parigi e Berlino. Nel frattempo, l’Ue ha fatto sapere di essere «al fianco dell’Ucraina» con l’impegno a sostenerne «la sovranità, indipendenza e integrità territoriale. Per quanto riguarda la Crimea, la nostra posizione è davvero chiara: la Crimea è Ucraina», ha detto Guillaume Mercier, portavoce della Commissione europea, nel suo briefing quotidiano con la stampa, interpellato sugli asseriti piani di pace russi che vorrebbero i confini ucraini congelati allo stato attuale del conflitto.
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