Schroders, nuove linee guida per l’engagement per i rischi climatici

L'asset manager ha sviluppato, in collaborazione con la Cornell University, un modello per l’impegno con le aziende in ambito di adattamento, resilienza e rischio climatico. L'articolo Schroders, nuove linee guida per l’engagement per i rischi climatici proviene da FundsPeople Italia.

Apr 23, 2025 - 17:16
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Schroders, nuove linee guida per l’engagement per i rischi climatici

Con l'obiettivo di rafforzare sull’attività di engagement con le aziende sui temi legati alla resilienza climatica, Schroders ha pubblicato delle nuove linee guida in questo ambito, sviluppate in collaborazione con il Global Labor Institute (GLI) della Cornell University.

"Questo modello delinea le aree in cui Schroders e il GLI della Cornell ritengono che gli investitori possano fare un’attività di engagement costruttiva con le aziende esposte, per comprendere i rischi che corrono e incoraggiare azioni volte a rafforzare la resilienza delle imprese agli impatti fisici dei cambiamenti climatici", si legge nel comunicato stampa.

I settori coinvolti, si parte dell'abbigliamento

Come conseguenza dei cambiamenti climatici, Schroders prevede un maggiore impatto sui rendimenti degli investimenti e, in ultima analisi, sui risultati per i clienti, soprattutto a causa di minori ricavi, maggiori costi operativi e rischi legati agli stranded asset per le aziende, il che rafforza ulteriormente l'importanza di questo quadro. Schroders ha già iniziato ad applicare le linee guida nella sua attività di engagement con i marchi nel settore dell’abbigliamento e prevede di estenderne l'applicazione ad altri settori esposti, tra cui l'alimentare e l'edilizia, per sostenere la performance degli investimenti e la resilienza dei portafogli dei clienti.

Sviluppato sulla base del dialogo con esperti aziendali e ricercatori della Cornell School of Industrial and Labor Relations (ILR), il modello comprende una serie di azioni da intraprendere per le aziende di tutti i settori, tra cui buone pratiche in termini di valutazione dei rischi e piani d'intervento. Il quadro raccomanda inoltre ai brand, in particolare nel settore dell'abbigliamento, di sostenere i fornitori con finanziamenti e con lo sviluppo di capacità per l'adattamento e per i necessari adeguamenti, dato che i rischi climatici sono diffusi in tutti i centri di produzione.

Una precedente analisi condotta dall’ILR della Cornell e Schroders ha rilevato che quattro Paesi centrali per la produzione di abbigliamento rischiano di perdere 65 miliardi di dollari di utili derivanti dalle esportazioni entro il 2030 a causa di caldo estremo e inondazioni. "Ciononostante, la resilienza climatica non viene spesso pianificata, soprattutto perché il settore si concentra sulla mitigazione del clima. Inoltre, la natura fluida delle catene di fornitura dell'abbigliamento fa sì che i brand scelgano spesso di delocalizzare la produzione piuttosto che costruire resilienza. Un'attenzione particolare alla resilienza potrebbe rafforzare la capacità delle aziende di anticipare, prepararsi e rispondere agli eventi pericolosi", spiegano dalla casa di gestione.

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