Imballaggi sostenibili, l’Europa cambia rotta: ecco cosa prevede il nuovo Regolamento UE

Ogni anno, l’Unione europea produce circa 88 milioni di tonnellate di imballaggi. Una cifra enorme, che racconta un sistema, produttivo e di consumo, ancora troppo legato all’usa-e-getta. Ma dal febbraio 2025, con l’entrata in vigore del Regolamento 2025/40, le cose hanno iniziato a cambiare, con l’obiettivo di trasformare radicalmente la gestione degli imballaggi per ridurre...

Apr 22, 2025 - 10:24
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Imballaggi sostenibili, l’Europa cambia rotta: ecco cosa prevede il nuovo Regolamento UE

Ogni anno, l’Unione europea produce circa 88 milioni di tonnellate di imballaggi. Una cifra enorme, che racconta un sistema, produttivo e di consumo, ancora troppo legato all’usa-e-getta. Ma dal febbraio 2025, con l’entrata in vigore del Regolamento 2025/40, le cose hanno iniziato a cambiare, con l’obiettivo di trasformare radicalmente la gestione degli imballaggi per ridurre l’impatto ambientale e favorire l’economia circolare.

Taglio ai rifiuti entro il 2040

Il primo obiettivo è ambizioso ma chiaro: ridurre il volume di rifiuti di imballaggio pro capite del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040, rispetto ai livelli del 2018. Per farlo, serviranno nuovi modelli produttivi, materiali innovativi e un diverso approccio al consumo. Non si tratta solo di “riciclare di più”, ma di ripensare l’intero ciclo di vita del packaging.

Più plastica riciclata, meno plastica vergine

Uno dei punti chiave del regolamento riguarda gli imballaggi in plastica. Dal 2030, quelli immessi sul mercato europeo dovranno contenere una percentuale minima di materiale riciclato, con valori che variano in base all’utilizzo. Per le bottiglie monouso, ad esempio, si parte da un 30%, che salirà al 65% entro il 2040. Una svolta che richiede una filiera ben strutturata e standard di qualità elevati, soprattutto per gli imballaggi a contatto con alimenti o prodotti medicali.

Riuso obbligatorio per e-commerce e logistica

Altro pilastro del Regolamento è il riutilizzo. Entro il 2030, almeno il 40% degli imballaggi da trasporto — inclusi quelli dell’e-commerce — dovrà essere progettato per essere riutilizzato. Questa soglia salirà al 70% entro il 2040. Anche gli imballaggi per la distribuzione dovranno adeguarsi, con un progressivo incremento delle percentuali di riuso. Un cambiamento che richiederà nuovi sistemi di gestione logistica e una maggiore collaborazione tra aziende e consumatori.

Il settore alimentare sotto i riflettori

Con circa il 60% degli imballaggi prodotti destinato al settore alimentare, questo comparto è tra i più coinvolti. Le nuove norme impongono l’abbandono delle soluzioni multi-strato non riciclabili, spesso utilizzate per preservare freschezza e sicurezza. Inoltre, l’obbligo di utilizzare materiali riciclati implica una revisione dei processi produttivi, dei fornitori e dei controlli, con un possibile aumento dei costi. Ma anche qui la sfida può diventare opportunità per innovare e differenziarsi.

Etichette più chiare per aiutare i consumatori

Dal 2028, ogni imballaggio dovrà riportare un’etichetta armonizzata a livello europeo, che indichi chiaramente i materiali usati e il corretto smaltimento. Un cambiamento semplice, ma potente, che punta a ridurre gli errori nella raccolta differenziata e a rendere il consumatore protagonista consapevole della transizione ecologica. Le aziende dovranno aggiornare grafiche, tecnologie di stampa e, in alcuni casi, affiancare alle etichette fisiche strumenti digitali come QR code.

Stop alle sostanze pericolose: fuori i “forever chemicals”

Il Regolamento vieta l’uso di sostanze pericolose come i PFAS, composti chimici persistenti nell’ambiente e potenzialmente nocivi per la salute. Utilizzati per rendere gli imballaggi resistenti a liquidi e grassi, sono stati rilevati in molti materiali a contatto con gli alimenti, anche in carta e cartone. L’eliminazione dei PFAS è un passo cruciale per la salute pubblica, anche se richiederà tempo e ricerca per individuare alternative sicure e sostenibili.

Più trasparenza, meno greenwashing

Le aziende dovranno dimostrare la conformità alle nuove regole attraverso autocertificazioni basate su test rigorosi e verificabili. Le dichiarazioni ambientali — come “riciclabile” o “compostabile” — saranno ammesse solo se supportate da prove tecniche. Un approccio che mira a contrastare il greenwashing e a promuovere una comunicazione ambientale trasparente, rafforzando la fiducia dei consumatori.

Un cambio di paradigma, non solo di regole

Il Regolamento UE 2025/40 rappresenta molto più di un insieme di norme: è un’occasione per ripensare modelli produttivi, filiere e abitudini. Un invito concreto a ridurre l’impatto ambientale, innovare in modo responsabile e costruire un rapporto più consapevole tra aziende, cittadini e ambiente. Perché anche un imballaggio, se ben pensato, può fare la differenza.

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