L’Europa unita? Non c’è e se c’è non si vede

La percezione comune è che l'Unione Europea sia solo un sistema finanziario e burocratico che tende ad auto conservarsi. E l'ansia sociale cresce... L'articolo L’Europa unita? Non c’è e se c’è non si vede proviene da Economy Magazine.

Apr 27, 2025 - 16:45
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L’Europa unita? Non c’è e se c’è non si vede

Europa(?), guerra, paura, 75%. Sì, c’è un 75% che circola da qualche settimana in Italia. Sondaggi realizzati più o meno approfonditamente che, però, convergono su questo dato sintetico. Che, appunto, 3 italiani su 4, sono contrari al riarmo dell‘Europa, sono favorevoli al negoziato di pace Trump/Putin, non capiscono che cosa voglia fare la Presidente Von der Leyen, non credono all’Unione Europea e, soprattutto, hanno paura non solo della guerra ma di tutto il quadro del momento, sentendosi (espresso in modo differenziato ma con lo stesso senso) molto “soli”.

Negli altri Paesi europei i dati sono più o meno gli stessi, Francia e Gran Bretagna compresi… Se si vedono  i trend storici su opinione pubblica ed Europa negli ultimi 3O anni i dati assumono un significato ancora più esplicito nei segnalare un profondo cambiamento dei valori in gioco. Negli anni ’80, quando veniva testata la carta costituzionale europea e l’idea stessa dell’Europa nella proiezione futura, il consenso era di oltre l’80% (indagini Makno per Mixer Rai 2). Oggi siamo a meno del 30%. E il solito 75% non capisce cosa stia succedendo ed è appunto “spaventato“ dalla simultaneità tra l’inizio dei negoziati di pace fra Stati Uniti e Russia e la dichiarazione della Presidente della Commissione europea sul fatto che “bisogna prepararsi alla guerra” …

La vecchia (ipotetica) paura di Putin è passata, nell’opinione pubblica, in seconda linea, e il fatto di sentirsi “soli“ è collegato al fatto di non capire quello sta veramente succedendo se non il fatto che la  leadership non è certo da queste parti ma piuttosto da quelle di Trump e Putin, i “bulli“ per alcuni giornalisti ma quelli che “fanno la pace“ per molta parte dell’opinione pubblica. Il punto centrale nella percezione dell’opinione pubblica è quello di non avere un quadro di controllo razionale degli avvenimenti e dell’atteggiamento da assumere …

È la vera questione, che genera, al di là della paura specifica della guerra, una sorta di ansia e inquietudine sociale permanente. Un’ansia che non è una novità di questi ultimi anni: parte da più lontano e si raccorda a quella, mai risolta, generata come pausa sociale dall’epidemia del Covid, una sorta di continuum nell’alimentazione del clima sociale. La società del malessere e della solitudine parte da allora, gli effetti perdurano, e la percezione del rischio, con la guerra, si correla con questa profonda trasformazione psicologica e sociale.

In questa situazione, i movimenti dei vari soggetti di decisione e di intermediazione, fra “politici“ e giornalisti, sono di grave irresponsabilità e sostanziale stupidità. Parlano d’altro e parlano, sul modello dei talk show televisivi, solo fra di loro. Mentre il bisogno di “sapere“ cresce insieme alla domanda di informazione lineare, la compagnia di giro (a cominciare dai soliti noti dei talk televisivi) costruiscono un sistema autoriferito e circolare che comincia e finisce in sé stesso…

Uno dei grandi attori di questa relazione perversa fra stupidità e irresponsabilità è proprio il soggetto Europa. Che cos’è l’Europa? La grande speranza simbolica di 20 anni fa e oltre (prima di essere italiani siamo europei) è tramontata. L’Europa non c’è perché non è stata realizzata, non è stata realizzata anche nella percezione dell’opinione pubblica (sopratutto fra i giovani tra i 18 e i 30 anni)  come soggetto politico e culturale. La percezione comune è che l’Europa sia solo un sistema finanziario e burocratico che tenda ad auto conservarsi. L’Europa è essenzialmente un sistema di vincoli e di tasse. Nell’ansia sociale attuale non solo non esiste ma è l’ossimoro di quell’idea simbolica di anni fa, ed è quindi sostanzialmente detestata.

Tutte le valenze identificativa dell’Europa che “va alla guerra“, a cominciare dal phisique du role della Von Der Leyen – tipica maestrina dalla penna rossa e come tale odiosa nella psicologia collettiva – alimentano il clima del malessere e la sostanziale mancanza di relazioni fra politica e opinione pubblica. Non è difficile prevedere che se andassimo a votare adesso saremmo sotto il 40% di partecipazione: non più il declino ormai storico della democrazia rappresentativa, tanto enfatizzata dalla cultura occidentale ed… europea, ma il suo crollo. E la mancanza di una  leadership politica che tenti almeno di dare risposte e aiuti una società che si sente sola è forse l’effetto più grave che va oltre la politica attuale e riguarda il senso stesso della nostra civiltà. E qui l’Europa in armi non c’è, e se c’è è un mondo ostile.

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