Il ricordo della Comunità: "Con lui riuscì a parlare tre volte. Un grande papa, per i poveri"

Molti i fotogrammi che si accavallano tra chi quel 10 maggio 2018 lo accolse a Nomadelfia. Giancarlo: "Dopo la visita scrisse l’enciclica ’Fratelli tutti’". Zaira: "Gli donammo alcuni scritti" . .

Apr 22, 2025 - 05:02
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Il ricordo della Comunità: "Con lui riuscì a parlare tre volte. Un grande papa, per i poveri"

Ha concluso la sua vita in mezzo alle persone. Le ha benedette per il giorno di Pasqua. Ieri, poi, alle 7.35 papa Francesco ha lasciato la vita terrena e la notizia ha mosso e scosso il mondo intero per la scomparsa del papa "della gente". Il pontefice "venuto dai confini del mondo", era salito al soglio pontificio il 15 marzo 2013. Cinque anni dopo, il 10 maggio 2018, venne in Maremma per visitare la comunità di Nomadelfia. Abbiamo sentito le emozioni della comunità e dei cittadini grossetani.

"Facciamo fatica a credere a questa scomparsa – Giancarlo di Nomadelfia, presidente della comunità da 4 anni - lo abbiamo visto alla benedizione a San Pietro. Sembra impossibile che possa essere partito per la vita eterna. E’ stato un grande Papa. Il suo magistero è stato rivolto ai poveri, verso chi aveva bisogno. Era molto attento alle comunità piccole come la nostra".

"Ha definito Nomadelfia come una realtà profetica - afferma don Nicola, parroco di Nomadelfia - fece l’enciclica ‘Fratelli tutti’ qualche tempo dopo essere passato qui e disse che Nomadelfia con la sua fraternità è una realtà profetica ecco questo è il ricordo che abbiamo noi di quel 10 maggio. Papa Francesco è stato un papa di grande cuore e fraternità".

"Lui il giorno prima della sua scomparsa ha avuto il miglioramento della morte con la benedizione urbe et orbis- dice Zaira di Nomadelfia - speravo che non morisse. Ho mandato perfino uno scritto di Don Zeno al pontefice ed é arrivato sul suo tavolo prima che andasse in ospedale. Ho parlato con il papa tre volte: prima con la comunità di Sant’Egidio nel 2014 parlandoci del grande amore e carisma di Don Zeno. Gli ho detto che il nostro più grande desiderio era che venisse a conoscere il carisma e vocazione di Don Zeno e lui rispose ‘studierò’, poi nel 2016 nella sala Clementina gli abbiamo consegnato scritti e meditazione di Don Zeno, gliel’ho consegnato io. Quando venne qui nel 2018, quindi mi conosceva. E’ stato un papa grandioso, ognuno ha i suoi difetti e li aveva anche lui, ma ha portato la Chiesa in un tempo molto difficile e doloroso. Gli ho voluto un bene infinito, l’amore non finisce, perché non c’è niente di istintivo".

Quando il pontefice fece visita alla tomba di don Zeno lasciò anch’egli una pietra con il suo nome - ‘Franciscus’- come è consueto fare intorno alla tomba di Zeno. Un segno indelebile del pontefice custodito nella nostra Maremma.

"È una grande perdita- afferma Ilene Caporali - in questo momento storico era un capo che manteneva le fila di questo mondo assediato dalle guerre. Lo vedevo un papa umano, vicino ai dolori del mondo, ai poveri, alle popolazioni disagiate. Lascia un grande vuoto. Era il Papa buono. Con una grande personalità, era una persona tosta, carismatico."

"Mi pervade un sentimento semplice ma complesso - dice Nicolò Guccione - aver avuto la possibilità di aver passato il lunedì dell’Angelo a Nomadelfia é stato forte, si sente la santità del papa, le persone sono tutte devote. Non c’era il senso di festa a Nomadelfia, ma c’era comunque festa. Ho vissuto una giornata in onore del Papa. E’ come quando un parente ha finito di soffrire. Ma lui non soffriva, era un Papa della gente".

Ciao Papa Francesco, sei ancora fra la gente.