Incontro con Suor Nevia: "Era umile, sembrava un prete qualunque. Chiese del mio lavoro"
Le lacrime della religiosa, anima della mensa di San Girolamo "E al pellegrinaggio un bimbo si mise accanto al Papa che l’accolse".

di Laura Valdesi
SIENA
"Mi ha telefonato una ragazza, che sta qui vicino. ’Ma lo sai perché stanno suonando le campane?’. Non avevo sentito, dico la verità. Qui c’è sempre un bel via vai. ’E’ morto il Papa’, ha aggiunto. Mi sono messa a piangere. Perché era una persona veramente discepola di Gesù Cristo. Portava sulle spalle tanti problemi della Chiesa ma non ha mai avuto paura. Ha detto, ha fatto quello che è giusto secondo il Vangelo", afferma suor Nevia. L’"anima" della mensa dei poveri di San Girolamo, luogo simbolo di Siena, insieme alla Caritas, dell’accoglienza. Della mano tesa agli ultimi, ai più poveri. A chi vive in strada e qui trova sostegno. Proprio come voleva Papa Francesco. "Adesso chi porterà avanti il suo messaggio in un momento così particolare... Ringrazio di essere qui, di stare con i poveri. Mi dà serenità. E mi spinge a fare, anche se ho 80 anni. Papa Francesco ha dato l’esempio. Non ha pensato troppo a se stesso", aggiunge suor Nevia.
Quale era l’atmosfera alla mensa di San Girolamo quando si è saputa la notizia?
"Ho preso un ragazzo che si occupa dell’accoglienza, che parla più lingue. Con lui siamo andati giù, ho comunicato cosa era successo".
La reazione.
"Silenzio totale. Sono rimasti zitti. Hanno ascoltato, tutti musulmani. Abbiamo aperto due stanze, la mattina vengono qui per non stare per strada. Ci sono volontari che insegnano l’italiano, fanno le docce, vedono se ci sono scarpe e pantaloni. Gli altri, che io chiamo ’mondo’, il resto del mondo, sono arrivati che erano già informati".
Suor Nevia è vicino a Papa Francesco nelle foto del pellegrinaggio a Roma delle due diocesi, era l’ottobre 2023. Che ricordo ha?
"Molto bello. Anche perché avevamo con noi un bambino che si è messo proprio accanto al Santo Padre. Un ragazzino che è stato accolto qui dal figlio di una nostra volontaria, resterà finché non saranno conclusi alcuni trattamenti. E’ come fosse un nipote. Il Papa accoglieva tutti, era questo il suo carattere distintivo".
Suor Nevia aveva visto in altre occasioni papa Francesco?
"Si, situazioni diverse. Più personali".
Quando è successo?
"Era stato eletto da poco Pontefice. Andai a messa nella chiesa di Santa Marta perché ci sono le nostre suore (vincenziane, ndr). Ebbi un colloquio con lui, ho anche una foto"
Cosa fece?
"Mi è rimasto proprio impresso perché quel giorno celebrò la messa ma sembrava un prete qualunque. Non un Papa. Era umile. Poi si svestì dei paramenti della messa, mettendosi nella sedia, ancora a ringraziare il Signore in silenzio. In fondo. Poi, dopo, ha cominciato ad incontrare tutti quanti. Uno alla volta".
Cosa le ha detto?
"Parole di incoraggiamento. Io all’epoca ero in una parrocchia di Roma, siamo nel maggio 2013. Un bell’incontro. Ero felice. Mi aveva lasciato parlare, ha voluto sapere cosa facevo. Ti ascoltava con uno sguardo intenso, come se non avesse null’altro da fare, nonostante i mille impegni. Incontro breve ma intenso".
Dell’insegnamento di Papa Francesco, che a San Girolamo e anche alla Caritas viene tradotto nei fatti, di cosa farà tesoro nel continuare la sua attività accanto agli ultimi?
"Ha pensato ai poveri. Ha fatto per i poveri. E ha stimolato a fare per loro. Io non sono lui. Però oggi (ieri, ndr) a mensa c’era un ospite a cui faceva male la testa, ha detto che doveva andare dal medico. ’Perché non me lo dite prima, ho risposto, che vi faccio altro...’ Il Papa era questo: si fa quello di cui c’è bisogno. Io che ho la formazione vincenziana mi sono trovata bene, in sintonia".