I giannizzeri, la temibile forza speciale ottomana
I giannizzeri erano un'élite militare dell'Impero Ottomano, considerati per secoli una delle forze più temute e disciplinate del mondo islamico. Il loro nome deriva dal turco yeniçeri, che significa “nuove truppe”. Furono creati nel XIV secolo come guardia personale del sultano e nucleo dell'esercito ottomano, e rimasero un'istituzione fondamentale fino al XIX secolo. Tuttavia, la loro origine è piuttosto oscura.I geniati venivano reclutati attraverso il sistema del devşirme, un tributo umano che obbligava le comunità cristiane dei Balcani a consegnare i propri figli maschi allo Stato ottomano. Questi bambini, selezionati per la loro forza e intelligenza, erano costretti a convertirsi all'Islam, istruiti in turco e addestrati duramente alla disciplina militare. L'obiettivo era quello di formare soldati totalmente devoti e fedeli esclusivamente al sultano, senza legami con le loro famiglie d'origine. Inoltre, vivevano secondo un codice di vita molto rigido: non potevano sposarsi, possedere proprietà o dedicarsi ad altri mestieri. Questo isolamento rafforzava la loro coesione e la loro fedeltà al trono.Per secoli, i giannizzeri si guadagnarono una reputazione temibile sul campo di battaglia. Furono pionieri nell'uso delle armi da fuoco nell'esercito ottomano e svolsero un ruolo cruciale in grandi conquiste come la presa di Costantinopoli nel 1453. Tuttavia, con il tempo iniziarono ad accumulare potere politico e privilegi, che corruppero la loro funzione originaria. Divennero una forza temuta persino dai sultani che avrebbero dovuto servire, partecipando ad ammutolamenti e omicidi.Infine, nel 1826, il sultano Mahmud II decise di sradicarli in un evento noto come “l'incidente fortunato”: dopo averli istigati alla rivolta annunciando la formazione di una nuova unità d'élite, circondò i loro quartieri con l'artiglieria e li annientò. I sopravvissuti furono esiliati ai confini dell'impero e spogliati dei loro beni. Così finì una delle forze militari più singolari e temute del mondo islamico.

I giannizzeri erano un'élite militare dell'Impero Ottomano, considerati per secoli una delle forze più temute e disciplinate del mondo islamico. Il loro nome deriva dal turco yeniçeri, che significa “nuove truppe”. Furono creati nel XIV secolo come guardia personale del sultano e nucleo dell'esercito ottomano, e rimasero un'istituzione fondamentale fino al XIX secolo. Tuttavia, la loro origine è piuttosto oscura.
I geniati venivano reclutati attraverso il sistema del devşirme, un tributo umano che obbligava le comunità cristiane dei Balcani a consegnare i propri figli maschi allo Stato ottomano. Questi bambini, selezionati per la loro forza e intelligenza, erano costretti a convertirsi all'Islam, istruiti in turco e addestrati duramente alla disciplina militare. L'obiettivo era quello di formare soldati totalmente devoti e fedeli esclusivamente al sultano, senza legami con le loro famiglie d'origine. Inoltre, vivevano secondo un codice di vita molto rigido: non potevano sposarsi, possedere proprietà o dedicarsi ad altri mestieri. Questo isolamento rafforzava la loro coesione e la loro fedeltà al trono.
Per secoli, i giannizzeri si guadagnarono una reputazione temibile sul campo di battaglia. Furono pionieri nell'uso delle armi da fuoco nell'esercito ottomano e svolsero un ruolo cruciale in grandi conquiste come la presa di Costantinopoli nel 1453. Tuttavia, con il tempo iniziarono ad accumulare potere politico e privilegi, che corruppero la loro funzione originaria. Divennero una forza temuta persino dai sultani che avrebbero dovuto servire, partecipando ad ammutolamenti e omicidi.
Infine, nel 1826, il sultano Mahmud II decise di sradicarli in un evento noto come “l'incidente fortunato”: dopo averli istigati alla rivolta annunciando la formazione di una nuova unità d'élite, circondò i loro quartieri con l'artiglieria e li annientò. I sopravvissuti furono esiliati ai confini dell'impero e spogliati dei loro beni. Così finì una delle forze militari più singolari e temute del mondo islamico.