“Ha ragione il ‘comandante’ Favino, bisogna dialogare. Non mi interessano le firme, mi interessano i ponti”: la risposta di Giuli alla lettera del mondo del cinema
“Io dico che ha ragione il ‘comandante’ Favino quando dice che bisogna dialogare. Servono ponti, serve confronto, non ho mai negato né mai negherò dialogo e confronto civile con chiunque abbia bisogno di un confronto da parte del ministero della Cultura”: così il ministro Alessandro Giuli, durante il Salone del Libro di Torino, ha risposto […] L'articolo “Ha ragione il ‘comandante’ Favino, bisogna dialogare. Non mi interessano le firme, mi interessano i ponti”: la risposta di Giuli alla lettera del mondo del cinema proviene da Il Fatto Quotidiano.

“Io dico che ha ragione il ‘comandante’ Favino quando dice che bisogna dialogare. Servono ponti, serve confronto, non ho mai negato né mai negherò dialogo e confronto civile con chiunque abbia bisogno di un confronto da parte del ministero della Cultura”: così il ministro Alessandro Giuli, durante il Salone del Libro di Torino, ha risposto alla lettera inviata dal regista Andrea Segre e firmata, a oggi, da 300 personalità del mondo del cinema italiano come Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, Marco Bellocchio e Giuseppe Tornatore; Jasmine Trinca, Maura Delpero, Margherita Buy e Pierfrancesco Favino. “La situazione lavorativa e produttiva del cinema italiano è indubbiamente in crisi. Negli ultimi due anni il quadro di complessiva incertezza normativa e i ritardi, generati in primis dall’operato del Governo nella gestione della riforma del Tax credit, hanno causato una crisi di sistema che ha colpito molte produzioni, soprattutto le più piccole e indipendenti, e ha lasciato senza lavoro centinaia di lavoratrici e lavoratori, a cui manca anche un sostegno al reddito per il 2025 e un sussidio di recupero salariale e contributivo per il 2024″, il cuore della lettera.
E proprio Favino, in questi giorni a Cannes per presentare il film francese Enzo, di Robin Campillo, ha commentato la missiva destinata al ministro Giuli: “Qualcuno più importante di noi ha invitato a costruire ponti. – le parole riferite a Papa Leone XIV – Io e altri colleghi siamo da tempo a disposizione per costruire questo ponte, col desiderio di avere una progettualità che possa migliorare le condizioni di lavoro e possa rendere il pubblico orgoglioso del cinema italiano, con pluralità di linguaggio con la garanzia di un futuro a tanti lavoratori”. E ancora: “È chiaro che Favino da Cannes dice questa cosa da Cannes e sembra assurdo ma se non lo fa Favino, Elio Germano o qualcun altro, quei tanti non visibili non avrebbero l’opportunità di dirlo. Noi che abbiamo visibilità, consapevoli del nostro privilegio, sentiamo il dovere di rappresentare chi questo privilegio non lo ha“.
Nel rispondere alle istanze degli attori, Giuli ha chiosato riferendosi proprio alle parole del protagonista di Napoli – New York: “Abbiamo bisogno di rassicurazioni e di certezze in un sistema complicato, di fronte a problemi che si possono e si devono risolvere insieme. Quindi non mi interessano le firme, che siano pro o contro, mi interessano i ponti e quello che ha detto Favino per me è legge”.
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