Ferrari, le scelte obbligate pesano: problemi 2025 oltre il quadro tecnico
Ferrari arriva al 7° Gran Premio F1 con le ossa decisamente rotte. Il Cavallino Rampante, di fatto, si presenta al settimo round della campagna agonistica sul circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari con un sacco di dubbi, superiori a quello attesi. Il mondiale di F1 è iniziato in modo disastroso sotto tutti i punti […]

Ferrari arriva al 7° Gran Premio F1 con le ossa decisamente rotte. Il Cavallino Rampante, di fatto, si presenta al settimo round della campagna agonistica sul circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari con un sacco di dubbi, superiori a quello attesi. Il mondiale di F1 è iniziato in modo disastroso sotto tutti i punti di vista, proprio quando si sperava che la storica scuderia italiana avesse finalmente imboccato un sentiero tecnico per lo meno virtuoso.
Pur non essendo esente da limiti, la passata stagione è stata comunque positiva, considerando che la Rossa è tornata a lottare per qualcosa di importante sino all’ultima corsa. Se come sembra, gli ingegneri stanno progettando una sorta di versione “B” della SF-25, allora bisogna porsi molte domande. Quesiti che coinvolgono tutti i livelli del team italiano, dalla direzione tecnica alla leadership manageriale.
Il primo è il seguente: Il team italiano sarà in grado di cambiare direzione con gli sviluppi e dare per lo meno un senso al mondiale? Un quesito che si guarda con un po’ di scetticismo, considerando il vissuto della Rossa e la super McLaren, scuderia che nutre un vantaggio tecnico non indifferente, capace di dominare la prima parte del campionato senza spettinarsi nemmeno troppo.
Ferrari, chi è il vero padre della SF-25?
A domanda secca, la risposta non è altrettanto scontata quanto potrebbe sembrare: da chi è stata partorita la monoposto che partecipa all’attuale campionato? È bene ricordare che Enrico Cardile ha rassegnato le dimissioni a luglio dello scorso anno, in una fase in cui molte risorse erano già allocate sul progetto tecnico 677. È altrettanto vero che il DT difficilmente entra nel dettaglio del lavoro svolto dalle varie divisioni.
Tuttavia ne tira le fila, gestendo in modo sinergico un progetto tecnico assai complesso. Pertanto, la discontinuità tecnica che caratterizza la vettura italiana rispetto all’auto 2024 potrebbe essere varata proprio nel corso del mandato dell’ingegnere aretino. Uno scenario per certi versi simile a quello del 2023, quando Binotto venne sollevato dalle proprie mansioni a dicembre 2022 (anche in quel caso si trattò di dimissioni “indotte”).
L’improvvisa rottura tra Cardile e il team di Maranello è stato un vero e proprio filmine a cielo sereno, obbligando Frederic Vasseur a rilevare ad interim le deleghe tecniche. In precedenza, il team principal della Rossa aveva ingaggiato dalla Mercedes il connazionale Loïc Serra e Jérôme D’Ambrosio. Tuttavia, al suo arrivo in Italia il francese venne affidato un incarico ben diverso.
Serra catapultato alla direzione per mancanza di soluzioni
Al tecnico ex-Mercedes furono assegnate le mansioni di responsabile dell’ingegneria per la prestazione del telaio (Head of Chassis Performance Engineering), una posizione a diretto riporto di Enrico Cardile, con la missione principale di coordinare i reparti dell’ingegneria in pista, dello sviluppo aerodinamico, delle operazioni aerodinamiche e della prestazione del veicolo. Una sorta di collante, insomma.
Per tirare le somme va sottolineato un fatto che in parte spiega tante cose. Il transalpino ex scuderia di Brackley, di fatto, non era certo stato assunto in qualità di direttore tecnico. Il suoi compiti erano appunto altri, non meno importanti ma non di comando assoluto. Tuttavia, per la mancanza di soluzioni ottimali, Serra è stato promosso a quel ruolo per sopperire a una variazione organizzativa imprevista e imprevedibile.
Del resto, nella sua lunghissima carriera, l’ex ingegnere Michelin non aveva mai assunto la direzione tecnica di un team. A questo punto, Loic ha ereditato un progetto già in fase avanzata di sviluppo, e sopratutto senza un vero e proprio libretto d’istruzioni, anche perché nei mesi successivi si è appreso che l’uscita di Cardile non è stata affatto indolore. È un po questa la storia della Ferrari, un team che vuole fare delle cose e non ci riesce…
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: FIA – F1Tv