Germania, un mix di realpolitik e obiettivi verdi più moderati

La Germania del neo-cancelliere Friedrich Merz, fresco di una fiducia parlamentare più complicata del previsto, si appresta ad avviare un parziale cambio di rotta sulle politiche energetiche e climatiche. Gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2045 e di riduzione delle emissioni al 2030 restano confermati, ma le priorità operative e gli strumenti adottati segnano […] The post Germania, un mix di realpolitik e obiettivi verdi più moderati first appeared on QualEnergia.it.

Mag 12, 2025 - 09:13
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Germania, un mix di realpolitik e obiettivi verdi più moderati

La Germania del neo-cancelliere Friedrich Merz, fresco di una fiducia parlamentare più complicata del previsto, si appresta ad avviare un parziale cambio di rotta sulle politiche energetiche e climatiche.

Gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2045 e di riduzione delle emissioni al 2030 restano confermati, ma le priorità operative e gli strumenti adottati segnano un netto distacco dalla precedente coalizione.

La crisi energetica, la rapida inflazione e le costanti dispute interne su questioni fondamentali di politica energetica hanno dominato i tre anni del precedente governo Scholz, che all’inizio del suo mandato, nel 2021, prevedeva una buona crescita economica basata sulle tecnologie verdi.

Poi, le crisi internazionali e le battute d’arresto interne hanno invece inaugurato un periodo di gravi difficoltà economiche per la Germania, che ha messo alle corde il potente settore industriale della più grande economia europea.

La conseguenza è che gli sforzi di decarbonizzazione da parte di cittadini e legislatori scendessero molto più in basso nella lista delle priorità, mentre si dava maggiore urgenza ad altre questioni.

La nuova agenda

Al centro della nuova agenda ci sono ora la riduzione dei costi in bolletta, il rafforzamento della sicurezza energetica e una maggiore apertura verso alcune nuove tecnologie, anche se sono ancora immature e poco provate.

Il programma della coalizione di centro-sinistra fra cristiano-democratici e socialdemocratici prevede interventi immediati sul mercato elettrico, nuove centrali a gas di riserva, nuovo impulso alle tecnologie per la cattura della CO2 e un piano nazionale aggiornato basato su scenari più pragmatici.

Parallelamente, il cancelliere Merz ha rilanciato l’asse con la Francia, in vista di un riavvicinamento strategico sulle politiche europee dell’energia.

Taglio dei costi e centrali a gas

Il governo ha annunciato un taglio immediato delle imposte sull’elettricità fino al minimo consentito a livello Ue, insieme a una riduzione degli oneri di rete. L’obiettivo è contenere il prezzo medio dell’energia elettrica di almeno 5 centesimi al kWh per imprese e famiglie. Verrà inoltre abolita la tassa sullo stoccaggio del gas.

Il governo ha anche confermato la volontà di sostenere un prezzo agevolato per l’elettricità destinata all’industria energivora, finanziato attraverso il fondo da 500 miliardi di euro per la trasformazione climatica e infrastrutturale.

Per garantire la sicurezza delle forniture, sono previste aste per installare fino a 20 GW di nuove centrali a gas pronte per l’idrogeno. Nelle intenzioni del governo guidato da Merz (nella foto), tali impianti dovrebbero avere un ruolo di riserva e stabilizzazione, in un sistema sempre più dominato da fonti intermittenti.

Il ministero dell’Economia e dell’Energia ha annunciato anche una revisione complessiva della pianificazione nazionale.

Berlino aggiornerà i dati fondamentali relativi a domanda elettrica, capacità rinnovabile installata, necessità di accumulo e stato delle reti.

L’obiettivo è basare le politiche su scenari considerati più realistici rispetto al recente passato, rimodulando al ribasso stime ritenute troppo ottimistiche circa la crescita delle rinnovabili e delle infrastrutture.

La nuova pianificazione mira quindi a calibrare meglio gli investimenti, evitare colli di bottiglia e anticipare eventuali criticità sistemiche.

Tecnologie a basso contenuto di CO2 e cattura del carbonio

Il nuovo esecutivo ha sbloccato il dossier sulla cattura e stoccaggio della CO2 (CCS), una tecnologia che ha varie criticità tecniche ed economiche (Ccs: da 50 anni al servizio delle fossili, ma per il clima tutto fumo e niente arrosto).

Entro i primi 100 giorni, il governo presenterà un pacchetto normativo per autorizzare l’uso della CCS su scala industriale. La Germania intende ratificare anche l’emendamento al Protocollo di Londra per consentire l’export transfrontaliero della CO2 verso siti offshore nel Mare del Nord, prevedendo però anche aree di stoccaggio interne, con meccanismi di adesione volontaria da parte dei Länder.

Merz intende promuovere anche la cosiddetta neutralità tecnologia, un altro approccio che attira delle critiche. Il concetto esprime la volontà del governi di lasciare “aperta la porta” a tutte le tecnologie in grado di contribuire agli obiettivi climatici, senza preferenze a priori.

Sulla carta, sembra un approccio pragmatico, in realtà, però, la neutralità tecnologica è tutt’altro che neutrale. Viene spesso utilizzata come foglia di fico per legittimare e finanziare tecnologie ancora immature, costose o con impatti ambientali dubbi, distogliendo risorse e attenzione da soluzioni già disponibili, scalabili ed economiche.

È il caso, appunto, della cattura e stoccaggio della CO2 o dell’idrogeno usato come combustibile, voluti tradizionalmente dagli operatori delle fonti fossili e promossi da decenni con fondi pubblici, ma ancora privi di applicazioni su larga scala affidabili ed economicamente sostenibili.

Ispirandosi al concetto di neutralità, per il nuovo esecutivo tedesco, l’idrogeno potrà essere verde, blu o rosa, prodotto quindi anche dal gas con CCS e nucleare importato.

Edilizia e riscaldamento

Il governo Merz intende modificare la legge sul riscaldamento residenziale.

L’obbligo di utilizzare almeno il 65% di fonti rinnovabili nei nuovi impianti sarà rimpiazzato da requisiti più flessibili. Saranno ammessi sistemi ibridi, purché in grado di ridurre la CO2 nel lungo periodo. Sono previste agevolazioni fiscali per l’efficientamento energetico degli immobili storici e finanziamenti alle reti di teleriscaldamento, con una semplificazione delle procedure comunali di pianificazione termica.

Anche in questo ambito, i cambiamenti in corso per preparare la Germania all’impatto del nuovo prezzo della CO2 tramite i permessi di emissione ETS sui trasporti e il riscaldamento hanno suscitato dei malumori.

Il fatto che un meccanismo di compensazione per i cittadini, i cosiddetti bonus climatici, sia stato eliminato dal trattato di coalizione, indicherebbe una direzione sbagliata.

“È necessario fare di più per quanto riguarda le misure di bilanciamento sociale. Le riduzioni dei prezzi dell’energia da sole non bastano”, ha dichiarato a Clean Energy Wire Ursula Heinen-Esser, ex parlamentare cristiano-democratica dello stesso partito di Merz.

Intesa con la Francia

Una recente visita di Merz a Parigi ha segnato un riavvicinamento tra Francia e Germania.

I due Paesi si sono impegnati a eliminare le discriminazioni tra fonti a basse emissioni a livello europeo, in riferimento soprattutto al nucleare, di cui la Francia è il maggiore operatore continentale.

La Germania non riaprirà le proprie centrali, ma accetterà l’idrogeno rosa, alimentato cioè da fonte nucleare, come parte della strategia europea, aprendo la strada a una collaborazione strutturata con la Francia su idrogeno, reti e industria verde.

L’intesa prevede inoltre la realizzazione congiunta di infrastrutture transfrontaliere e una strategia comune per difendere la competitività industriale europea, anche attraverso meccanismi come il Meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (CBAM) e un sostegno rafforzato alla produzione interna.

Affinità con l’Italia

Anche con l’Italia si potrebbero aprire nuove possibilità di collaborazione. Sebbene non ci siano stati ancora incontri diretti fra i capi di governo dei due Paesi, il nuovo esecutivo tedesco sembra più compatibile del precedente con quello italiano in termini di approcci e obiettivi, non ultimi quello della neutralità tecnologica e di un ruolo centrale del gas.

Entrambi puntano a una transizione gestita con pragmatismo, incentrata su gas e tecnologie di supporto come la CCS, oltre che sulle energie rinnovabili.

La Germania aveva già diversi protocolli di collaborazione con l’Italia prima dell’elezione di Merz e la cooperazione continuerà su vari fronti, fra cui quello dei corridoi infrastrutturali per l’importazione di gas e idrogeno dal Mediterraneo, valorizzando il ruolo italiano come potenziale hub energetico, sempre ammesso che questo non si riveli una cattedrale nel deserto o una chimera.

Sui dossier europei, Roma e Berlino potrebbero allearsi per chiedere maggiore flessibilità negli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030, una revisione delle tempistiche per l’applicazione del sistema di scambio dei permessi di emissione ETS2 su edifici e trasporti e un rafforzamento del fondo sociale per il clima.

La convergenza si estende anche a una visione condivisa sull’importanza di mantenere la produzione industriale in Europa.

Prospettive e limiti

Il governo Merz ha ribadito l’impegno tedesco verso gli obiettivi Ue, incardinato però sull’approccio della neutralità tecnologica. Lo spostamento dell’attenzione da obiettivi più sfidanti a soluzioni considerate, a torto o a ragione, più pragmatiche rappresenta una discontinuità significativa rispetto agli ultimi 20 anni.

L’efficacia del nuovo approccio tedesco sarà valutata nei prossimi mesi soprattutto attraverso un passaggio chiave. Il nuovo governo è tenuto per legge a presentare un programma d’azione per il clima con misure che garantiscano alla Germania di raggiungere i suoi obiettivi climatici entro i primi 12 mesi dall’inizio della legislatura, quindi entro la fine di marzo 2026.

Ma ben prima di allora, il 15 maggio, cioè questa settimana, il Consiglio di esperti sul cambiamento climatico, nominato dal governo, presenterà la sua valutazione dei dati sulle emissioni in Germania. Se, secondo le proiezioni degli esperti, la Germania supererà i suoi obiettivi climatici al 2030, in particolare nei settori trasporti, edilizia e industria, il nuovo governo sarà formalmente obbligato dalla legge sul clima ad adottare misure correttive aggiuntive.

Pragmatismo o occasione persa?

Il pragmatismo dichiarato da Merz comincerà quindi a essere messo alla prova molto presto: il cancelliere potrebbe trovarsi a dover scegliere se intervenire in modo efficace per riallineare il Paese agli obiettivi, o se cercare di rinviarli, contando su soluzioni future come CCS e idrogeno verde.

Questa possibile tensione è già emersa durante i negoziati di coalizione. Il segretario generale socialdemocratico, Matthias Miersch, in occasione di un evento di partito, ha dichiarato a chi internamente criticava la mancanza di ambizione climatica del trattato di coalizione che i negoziati con la CDU/CSU di Merz si sono rivelati molto difficili su questo tema.

“A volte si ha la sensazione di vivere su un pianeta completamente diverso”, ha detto Miersch a Der Spiegel, riferendosi ai punti di vista opposti dei nuovi partner della coalizione.

Insomma, le prime mosse di Berlino indicano più un tentativo di riequilibrio interno che una spinta reale verso l’accelerazione pro-clima e pro-rinnovabili. Il rischio concreto è che la Germania, da tradizionale motore della politica climatica europea, diventi un freno sistemico, offrendo una certa “copertura” a chi nell’Ue vuole rinegoziare gli obiettivi e diluire le scadenze.

I prossimi giorni e mesi saranno decisivi per capire se l’approccio del nuovo governo Merz rappresenti un nuovo baricentro realistico per l’Europa o un’occasione persa mascherata da pragmatismo.The post Germania, un mix di realpolitik e obiettivi verdi più moderati first appeared on QualEnergia.it.